Quasi quasi....


Quasi quasi, ma sparo 'n colp!




Quasi quasi, ma sparo 'n colp! 
L'hai decidu 'd fela finija, i veui maseme! 
'n colp 'd rivoltela, e voilà, le tut finì;
così podrai pi nén, mach sempre lamenteme,
stofìand coi li ch’an sento, stofiandme anca mi!
Ma sosì le pi nén vive, par dabon!
L'aria, l'acqua, e tut al rest a le inquinà;
it distingue pi nén dal gram lon ch'a le bon,
sa le mai vive 'n t'un pajs o nt' la sità!
Ma mi, quasi quasi, ma sparo 'n colp!
Tuti ij di ajé n'aument senssa rason,
aumenta 'l pan e a j'aumenta dco 'l tramvaj!
Aumenta la verdura, le tomatiche, ij povron,
aumenta 'l suchér, l'euli e dco ij giornaj.

Ma mi, quasi quasi, ma sparo 'n colp!
Aumento ij delinquént, le rapi-ne, j'assasin;
it ses nen sicur, gnanca an te chà!
e se quand quaidun 't son-a 'l ciochin,
Iasa püra soné, ma ti duverta pà!

Ma mi, quasi quasi, ma sparo 'n colp!
Le nén vive 'n coste brute condision;
con sempre l'incertessa dl'indoman!
T’sess gnanca pi sicur d'andé 'n pension,
con an tl'aria tut as bataclan…!!!

Ma mi, quasi quasi, ma sparo 'n colp!
Guère cite e guère grose daspertut…,
scioper... maladije... rivolusion...
‘S viv mach sempre con al sangiut,
e sempre da draonde 'n neuv bocon!

Ma mi, quasi quasi, ma sparo 'n colp!
Epura, sto brut vive, prima o pelli dovrà finì;
an tla scur dal ciel, je sempre 'n pò ‘d serén!
L'oslin sota 'l pugieul, l'ha torna fait so nì,
e dop al temporal, je torna 'l sol ch'a vén!

Forse a tireme 'n colp, i speto 'n moméntin!
Le primavera; ij pra son vért, che profum 'd ciclamin!
e l'arsigneul la ntla boschin-a a canta!
ij grij a la séira a fan so concertin,
j prus e j pom son già madur 'n sIa pianta!

Forse a tireme 'n colp, i speto ancora!
E peui, col gran piasì 'd fé ‘n bon disné,
con an grup d'amis, an bon-a compagnia,
che, quasi  quasi, 'n fa desmentié
l'idea 'd maseme  che l'avija!

Forse le mej che speta an momentin
prima 'd pié cola bruta decision,
ades i vat a deurme, e peui doman matin
vedroma se trovrai quaicos 'd bon!

E l'indoman matin, che sol! Che meravija
respiré a pien polmon l'aria pura dIa matin,
e tut antorn la natura ch'as desvija!!…
E mi vorija maseme, che cretin!!!!!

E peui na vos ch'a smijava dal ciel rivé,
ch'am disija "... Povr’ om, t'lass anco  nén capì
che ‘ntoca pié 'l mond parej coma ch'a lé,
e che t' peule propi nen cambielo ti!

Alora, dame da mént, lasa sté sta rivoltela;
seurt, va fora, va a fete dui grapin,
perché la vita, an fond, le ancora bela,
anche con pochi brav e tanti malandrin!

Ma peui perché masese, travaj inutil certament!
Je già quaidun che par lon le incaricà!
E quand cha sarà ora, che it sije o non content,
da Catlin-a e soa faussia, i ta scape propi pà!”.
Ma peui, ancheuj, perché spareme?
‘L Tor l’è rcurdasse dessi ‘n Tor,
nen n’asu o ‘n pitu o ‘n babi,
come capita trop ‘d sovent.
Ancheuj finalment à l’a vinciu!
Speruma mac ch’a sia la volta bun-a.

‘L colp ‘m lo tiro n’aota volta. 

                                                                 (Anonimo, integrato)


Per quei pochi che non conoscono il sardo, il gatto lo ha letto così:

Quasi quasi, mi sparo un colpo!
Ho deciso di farla finita, mi voglio ammazzare!
Un colpo di pistola, e voilà, è tutto finito;
così non potrò più  sempre solo lamentarmi,
stancando chi mi sente, e stancandomi da solo!

Ma questo non è più vivere, per davvero!
L’aria, l’acqua, e tutto il resto è inquinato;
non si distingue più dal cattivo quel che è buono,
cosa è mai vivere in un paese, o in una città!

Ma io, quasi quasi, mi sparo un colpo!
Tutti i giorni c’è un aumento senza ragione,
aumenta il pane e aumenta anche il tram!
Aumenta la verdura, i pomodori, i peperoni,
aumenta lo zucchero, l’olio e anche i giornali.

Ma io, quasi quasi, mi sparo un colpo!
Aumentano i delinquenti, le rapine, gli assassini;
non sei sicuro neanche dentro casa!
E  quando qualcuno ti suona il campanello,
lascia pure che suoni, ma non aprire!

Ma io, quasi quasi, mi sparo un colpo!
Non è vivere, in queste brutte condizioni;
con sempre l’incertezza del domani!
Non sei neanche più sicuro d’andare in pensione,
con nell’aria tutta sta baraonda…!

Ma io, quasi quasi, mi sparo un colpo!
Guerre piccole e guerre grandi dappertutto…,
Scioperi… malattie… rivoluzioni...
Si vive solo sempre col singhiozzo,
e sempre nuovi bocconi da ingoiare!

Ma io, quasi quasi, mi sparo un colpo!
Eppure, questo brutto vivere, prima o poi dovrà finire;
nello scuro del cielo, c’è sempre un po’ di sereno!
L’uccellino sotto il poggiolo è tornato a fare il  nido,
e dopo il temporale, c’è il sole che torna a venire!

Forse, a tirarmi un colpo, aspetto un momentino!
E’ primavera; i prati sono verdi, che profumo di ciclamino!
E l’usignolo là nel boschetto sta cantando!
I grilli alla sera fanno il loro concertino,
le pere e le mele son già mature sulla pianta!

Forse, a tirarmi un colpo, aspetto ancora!
E poi, col gran piacere di fare un buon pranzo,
con un gruppo di amici, in buona compagnia,
che quasi quasi mi fanno dimenticare
l’idea di ammazzarmi che avevo!

Forse è meglio che aspetti un momentino
Prima di prendere quella brutta decisione,
adesso vado a dormire, e poi domani mattina
vedremo se troverò qualcosa di buono!

E l’indomani mattina, che sole! Che meraviglia,
Respirare a pieni polmoni l’aria pura del mattino,
e tutto intorno la natura che si sveglia!
E io volevo ammazzarmi, che cretino!!!

E poi una voce che sembrava arrivare dal cielo,
che mi diceva: “Povero uomo, non hai ancora capito
che bisogna prendere il mondo per come è,
e che non lo puoi cambiare proprio tu!

Quindi, dammi retta, lascia stare la rivoltella;
esci, vai fuori, vai a farti due grappini,
perché la vita, in fondo, è ancora bella,
anche con pochi buoni e tanti malandrini!

Ma poi, perché ammazzarsi, è un lavoro inutile!
C’è già qualcuno che per quello è incaricato!
E quando sarà ora, che tu sia o no contento,
dalla morte e la sua falce,
non potrai proprio scappare!”.

Ma poi, oggi, perché spararmi?
Il Toro s'è ricordato d'esser Toro,
non un asino o un tacchino o un rospo,
come capita troppo sovente.
Oggi ha vinto, finalmente!
Speriamo solo che sia la volta buona!

Il colpo me lo tiro un'altra volta!




Commenti

  1. ahahahaha il Toro ha vinto, mi ha donato anche una citazione a fine poesiola... E pensare che dopo aver letto della testa di maiale mozzata messa fuori casa di Cairo avevo temuto il peggio per oggi, perchè queste cose non aiutano di certo i giocatori.

    P.S. il rituale di Vittorio funziona! E' ufficiale!

    RispondiElimina
  2. Il suicidio non lo disprezzerei, ma sono troppo pigro e vigliacco per metterlo in pratica.

    RispondiElimina
  3. @Grace: parla più forte, non ti ho sentito!

    RispondiElimina
  4. la o va letta con due puntini sopra una o che si legge quasi u....Grace a la' capi' gnente........

    RispondiElimina
  5. o madonna che spavento!
    leggendo l'intestazione del reader pensavo che tu ti volessi ammazzare.

    RispondiElimina
  6. @Primo: il guaio è che non so come si mettono i segni diversi, a parte gli accenti che grazie al cielo sono in tastiera. Imparerò. Forse.

    Quanto a Grace (ma piagnona), credo si sia fermata al titolo e alla figura in testa. Quei puntini, secondo me, sono lacrime a fiumi...
    Se e quando leggerà il seguito mi caricherà di insulti cazzaroli a non finire.

    @Re: dallo spavento ci hai pure messo una madonna. Oggi il Toro ha vinto, potevo rovinarmi la festa? Certo se Vittorio, per risparmiare sulle birre, blocca l'avanzata, una pallottola è sempre pronta. Devo solo trovare una pistola, perché la mia è ad acqua...

    RispondiElimina
  7. @Lorenzo: in contrasto con il commento al tuo blog, che era chiaramente un'iperbole, se mi trovassi nella scelta se uccidere o suicidarmi, sceglierei la seconda ipotesi.
    Un caro saluto.

    RispondiElimina
  8. vittorio ha spaccato una confezione da 12 di budweiser :D
    e ha cantato tutto il giorno Light my fire

    RispondiElimina
  9. bella la poesia
    ...ma solo pistole ad acqua

    RispondiElimina
  10. Una partita di calcio ti cambia la giornata?
    :)

    RispondiElimina
  11. @Stè: non scherzare su cose serie.

    Il rinvio dell'esecuzione era già stato decretato prima della partita: la primavera, il cielo azzurro (solo azzurro), gli usignoli, i prati verdi, un pranzo con gli amici, i grilli, le pere, le mele e tutto il resto, avevano già fatto ritrovare il gusto della vita al poveraccio che si voleva "defilare".
    (Che non sono io, anche se per pietà ho prestato figura pistola e torellino).
    Il cacio sui piselli, la ciliegina sul soffritto, è arrivata, sperata/inattesa, con la vittoria sul Gruaro: non potevo non perdere l'occasione, sarebbe stato come cogliere un fico d'india il giorno dopo che l'ha colto qualcun altro.
    Una partita di calcio non ti cambia la giornata.
    Questa partita sì.

    RispondiElimina
  12. ciao Gatto,
    nel mio caso, il consiglio di amministrazione interna formato dal sottoscritto e da Jack, il mio amico immaginario, ha deciso all'unanimità di rimandare il suicidio di altri sei mesi.

    RispondiElimina
  13. simpatica e saggia... ma "sardo" è una battuta, vero? A me pareva tanto piemontese, anche se sono indeciso fra Torino e Cuneo... :D

    RispondiElimina
  14. :) sicuramente piemontese...
    più che la lingua (non dialetto, ma lingua) cambia la pronuncia tra città e città...

    beh, non ho mai sottovalutato la poesia intrinseca nel suicidio.
    sono tante le cose che mi armerebbero una rivoltella, per fortuna ce ne sono altrettante che me la fanno riposare su un tavolo.
    bianchi che si tuffa di testa per inzuccare un pallone come faceva trentacinque anni fa paolino pulici (sto bestemmiando?) e regalarci una vittoria sul portogruaro è tra queste. :)
    anche se la traversa che hanno preso al novantaduesimo... brrrr....

    RispondiElimina
  15. con quel titolo mi hai messo paura...
    non lo fare più, che c'ho il cuore debole...

    e poi, se te ne viene ancora la voglia, prima chiedi il permesso a noi! Oramai abbiamo diritto di vita e di morte sugli amici blogger

    :-)

    RispondiElimina
  16. @Zio e @Vittorio: il "sardo" era un'estensione del Regno di Sardegna, che casualmente comprendeva anche il Piemonte; era un tentativo di battuta. Credo che questa sia del Monferrato.

    @Vittorio: le uniche partite "lisce" che ricordo sono TO-Alessandria del '59 6-0, e le quattro pappine alla vecchia nel derby post-Meroni. Le altre, tutte da infarto...

    RispondiElimina
  17. grazie, grazie, grazie, quello che tu hai scritto per me vale tanto non sai quanto ....
    per la prima volta h sentito che qualcuno capiva veramente le mie poesie che non sono chissà cosa ma ci metto il cuore ...buona giornata marianna ....
    Ps non ti sparare !!!!!

    RispondiElimina
  18. Quanta verita' e saggezza si nascondono nel dialetto,in tutti i dialetti Italiani.Gatto sei straordinario...ma ho intravisto venature Cunesi......che rendono il Piemontese piu' letterario,la diatriba tra o e u si puo' risolvere con ou,visto che con la tastiera o con due puntini sopra non puo'essere fatta.Essi dal tor poj ale nen na malatia.......

    RispondiElimina
  19. @Primo: peul essi ch'a sia nen na maladia, 'd sicur l'è 'na disgrassia. Saria bel savej quanti povri diau à l'han lassaje le piume, à la fin 'd quai partia. Magara l'è par l'on che i tifus a son semper meno. Na sciopo dui o tre dop ogni partia...

    RispondiElimina
  20. Ciao, come vedi ricambio la visita...la lettura dei tuoi post...domani...sono troppo stanca.
    Ti auguro una buona settimana

    RispondiElimina
  21. Ci sono alti e bassi, ed è la varietà della vita.

    RispondiElimina
  22. l'ho cacciata la cliente e non mi pento !!!!

    RispondiElimina
  23. Ciao, ti ho trovato tra i miei lettori e sono venuta a dare una sbirciatina, ti confesso senza convinzione...mi son detta "che nome ha 'sto blog'". Non che io sia superstiziosa...ma forse prevenuta lo sono stata :-)
    E invece ti devo confessare che non riesco a smettere di leggere i tuoi post...uno tira l'altro...
    Hai un blog fantastico e verrò a trovarti spesso.
    Buona serata...

    RispondiElimina
  24. Bello anche questo...che dire....sei bravo!!!
    Buona settimana.
    A presto

    RispondiElimina
  25. Ciao,
    sei stato nominato...
    Se passi da me puoi ritirare il premio Happy 101
    A presto

    RispondiElimina
  26. @zicin:ho ringraziato a casa tua; dando una ripassata su questo post, mi trovo "nominato".
    Ti dico subito che non seguo nel modo più assoluto (scusami l'espressione) le cagate in cui il "nominato" è quello che elegantemente viene sbattuto fuori dalle palle (scusa ancora).
    Ovviamente è uno scherzo da gatto: anche da qui ti ringrazio, e ribadisco che molti altri avrebbero meritato più di me.
    Questo mi onora, spero di non deluderti in futuro.

    RispondiElimina
  27. Forse è meglio aspettare un momentino, sì.

    Gatto, ma lo sappiamo, vero, che la lingua originale non è il sardo? è un dialetto del nord, tipo milanese o emiliano..

    bellissimo pezzo.

    RispondiElimina
  28. @Saamaya: spero che nessun piemontese legga la tua attribuzione dialettale.
    I piemontesi sono, per sentito dire, falsi e cortesi, e pure permalosi, quasi come i sardi.

    @a NoName: se ti riferisci al finale con la vittoria del Toro, sappi che sono in atto riti propiziatori di ogni genere, affinché questo finale si ripeta.
    Se la pubblicazione di una poesia, in dialetti vari, dovesse rivelarsi utile, almeno una alla settimana la sparo, bella o brutta che sia.
    Garantita al limoncello.

    RispondiElimina
  29. vai fuori, vai a farti due grappini....

    tu così non mi aiuti.....

    RispondiElimina
  30. http://www.piemunteis.it/

    les come a' l'e' scrit bijn:

    La pi part ed cuj ch’a parlo piemunteis a penso che la lenga piemunteisa sia difìcil da lese e impussìbil da scrive.
    Dop vaire agn ed travaj, adess el sistema standard ed grafìa piemunteisa a l'é na realtà, cuncretisà ant na növa versiun del curetur ortogràfic piemunteis, cumplet dla documentassiun anduva a sun esplicità le régule ch'a stan a la base del curetur midem.
    El sistema ed grafìa standard a l'é stait pensà avend cum büt prinsipal la semplificassiun dla scritüra, lassand a la flessibilità dle régule ed letüra el còmpit ed rende cumpatìbil el test scrit cun le variant ed pronunsia ch'a carateriso el piemunteis.
    Cumsissìa, el sistema ed grafìa standard sì presentà, cumbin ch'a sìa l'arzültà ed vaire agn ed travaj, a völ esse na proposta düverta aj sügeriment ed tüti cuj ch'a l'han a cör l'avnì dla lenga piemunteisa.
    Per chi a völ afrunté an manera pi ancrösa la questiun dla grafìa piemunteisa, an custa sessiun del sit a sun co presentà je stüdi pi significativ ch'a sun prodüvüsse sl'argument, restand la sessiun düverta per chi a l'aveissa piasì d'intervene cun stüdi, proposte e sügeriment, sempre culegà a la lenga piemunteisa.

    RispondiElimina
  31. @Primo: ho visto il sito, è semplicemente favoloso. Me lo gusterò, non tanto per farne uso, quanto semplicemente per godermelo.
    Per la scrittura devo farmi insegnare per bene come si riesce a mettere la dieresi, come hai fatto tu nel messaggio.
    Da solo non mi ci avventuro, perché temo di finire nelle sabbie mobili del web, con cui ho già un rapporto conflittuale perenne.
    Ti ringrazio della preziosa dritta.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Lettera aperta ad Amazon

Meccanica celeste

Senza bussare