mercoledì 19 ottobre 2011

Levante - pausa - ponente

Sono nato in una terra inzuppata nel mare,
in un levante lontano, senza raggi di sole.
Ho gattonato su strade da subito in salita,
le ho poi percorse, molto camminando,
sovente correndo, talvolta arrancando.
Con più di metà del cammino superata,
la strada era in piano o in dolce discesa;
ma un brutto mattino me la son ritrovata
nuovamente in salita, ripida e sconnessa.
L’ho affrontata, e in quest’ultimo tratto
ho incontrato vermi in sembianze umane,
con il cuore chiuso in un conto alla banca
o in uno stupido fasullo sentore di potenza:
monnezza, che tutta l’aria intorno ammorba.
Ma ho anche trovato tanti fiori di campo,
umili, immersi in un perpetuo precariato,
creato da altri vermi che vanno decretando,
gentaglia che taglia, la benda sugli occhi,
e decide chi vivere può e chi deve morire.
Questi fiori hanno profumo di speranza,
persone che del mestiere fanno missione
e che sopra le cure distendono l’amore.
Li ho benedetti ieri e li benedico ancora:
è grazie a questi fiori che pietà non muore.
Non inattesa, proprio sul bordo della strada
ho trovato anche una pietra, pietra miliare,
quelle che dicono quanto cammino è fatto,
e dovrebbero segnare quello ancor da fare.
Anomala, questa pietra ha un solo numero,
quello che comunica “qui sei arrivato”;
qualcuno, un vandalo, ha scalpellato l’altro,
quello che m’avrebbe al meglio indirizzato.
Era quasi nascosta dall’erba degli eventi,
e stavo andando oltre, tentando d’ignorarla,
preciso ingenuo intento di fregare il tempo;
si è messa di traverso, facendomi inciampare,
pur di darmi il messaggio da non cancellare,
spingendomi a vedere ciò che volevo evitare:
quel numero solo, pesante e un po’ acciaccato,


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Siedo su questo sasso, per riposare un poco,
riprenderò il cammino appena tirato il fiato.
Uno sguardo verso ponente (non il mio lato b)
per guardare la strada, quella da affrontare;
non ne vedo la fine, ma è quanto mai in salita.
Mezzogiorno è passato, pure da un pezzo,
il sole ormai declina, si sta facendo sera.
Sollevo le natiche (queste sì mio lato b),
un poco anchilosate dal pur breve riposo
su ‘sta dura pietra, e riprendo a scarpinare.
Sono facile profeta, fra molto poco tempo
tornerò a gattonare, su questa stessa strada,
non so quanto lunga, ma ormai solo salita.
E camminando, e gattonando, e arrancando,
troverò ancora una pietra, l’ultima miliare,
senza numero, ma solo una esplicita figura:


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(Questo cucciolo dormiente non sono io; non credo alla scaramanzia,
che per un gatto nero sarebbe un suicidio, ma non si sa mai…)

Non cercherò il nome e neppure la data,
ma capirò al volo che l’ora è scoccata,
perentorio invito ad andarmi a riposare.
Quello sarà, definitivo, il mio ponente,
abbarbicato al sole anch’io tramonterò.
Consolandomi col fatto d’esser tra i migliori,
coloro che da sempre per primi se ne vanno.
Ma una cosa è certa: se dovessi mai tornare,
cercherò di nicknamarmi “gattomalvagio”,
‘scenderò’ in politica per esser tra i peggiori,
quelli di cui si dice che non muoiono mai.
҉҉҉


Condividere i guai di persone ancorché sconosciute è un dovere.

Partecipare alla loro gioia (?!?!?!?!) è volontariato volontario.
Con poche parole (come sempre)…



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In alternativa anche i cioccolatini vanno bene. Se possibile fondenti, grazie.

sabato 15 ottobre 2011

Omega 3 e radicali liberi

Di Giannelli sul Corriere della Sera di oggi: un ennesimo sciopero/ricatto della fame per ottenere almeno qualche sottosegretariato?

bossI dice:"Si vota quando lo diciamo noi!",

pannellA va dove lo porta il cu...ore giorno dopo giorno...

Queste sono le colonne di questo bel paesE.