Post

Visualizzazione dei post da settembre, 2010

Sinistri due

Immagine
Tra l’incidente con l’auto del dentista e il cambio vettura con la Fulvia, avevo fatto un altro piccolo sinistro, ancora con la 500. Non gravissimo, ma la mia reputazione di coglione ne era riuscita ampiamente rafforzata. Dovevo andare a una cena con amici, alcuni pure compagni, cui partecipava anche Prospero, il titolare della scuola guida. All’andata era venuto con la macchina dell’autoscuola, che la moglie aveva portato via, per faccende sue; tanto il rientro era assicurato dalla mia macchinetta. Cena regolare, con i limiti delle bevande allora consentiti, passata tra chiacchiere e allegria (la buona ortografia mi piace, senza esserne fanatico: avevo battuto chiacchere che mi suonava meglio; me lo son trovato sottolineato in rosso, quindi ho aggiunto la “i” e il rosso è sparito. Si vede che è giusto così). Era dopo mezzanotte, scambio di saluti… e arrivederci. La guida del bolide, ovviamente era a carico mio, con la voglia di dimostrare che, nonostante l’esame disastroso, i c

Dedicato a...

Immagine
A ciascuno, la propria papera sembra un cigno! Questo è la nostra cigna... muta. Muta, ma che fa un casino del campidoglio. La metto in blog, dedicata espressamente a... Per dimostrare che la bellezza non è solo dark, Con un pizzico di fantasia anche la punk non è male!

SINISTRI

Non sinistri come gente di sinistra, e neanche come gente torva tipo i bravi (cfr Manzoni). “Sinistri” come incidenti con l’auto. Ho già raccontato della presa della patente. In base al racconto, in un simpatico commento, sono stato invitato ad avvisare quando mi muovo in macchina; per mettersi in salvo. Tipo: gatto al volante, pericolo costante. Non ho fatto molti incidenti, quindi non distoglierò più di tanto dalla lettura di altri blog, molto più interessanti. Senza ironia. Ne racconterò uno e mezzo, per non suscitare timori in chi guida. Il primo, indimenticabile come il primo amore, otto mesi circa dopo il patentamento. Avevo comprato una fiat 500 di seconda mano, decapottabile, indietro fino sopra il motore. Novembre inoltrato, circa le nove di sera, già buio, una nebbiolina che si posava sulla strada rendendola un po’ viscida. Uscivo dal lavoro, e, dopo una per niente faticosa giornata, niente di meglio, avviando la macchina, che accendere una sigaretta. A quei quattro o cinqu

Bidonville

Case di latta intonacate di ruggine verniciate dalla muffa del. tempo Ventate di freddo s'insinuano dalle cento finestre e tremula la fiamma di arbusti. Tre bimbi scalzi mordono pane stantio e muco. Occhi impauriti macerati dallo spavento. Gote bianche di fame gote bianche di freddo. Pendono dal tetto stalattiti di ghiaccio come lampadari di miseria. Muore un cero fumoso ed è buio. Buio d'intorno e dentro nero come il cuore di chi non vede. Angelo Roberto Campiselli (senza data)

B come patente

Sei mesi fa ho compiuto quarantacinque anni. Il tempo che passa porta ai ricordi; talvolta basta un profumo, un caseggiato, una piazza, l’incontro con una persona non vista da tempo, una lapide al cimitero… O una nipote che si iscrive a scuola guida per la patente. E il pensiero corre all’indietro, quando scuola guida per la patente l’ho “fatta” io. E penso a quello che, con quella patente in tasca, mi è successo, di bello e di meno bello. Non posso ricordare tutto delle migliaia di chilometri percorsi, ma gli incidenti, i “sinistri”, li ricordo tutti… E il primo approccio col sesso, in una cinquecento decapottabile, con una “nave scuola” con un fisico doppio il mio. Parto dall’esame. Programma per quella mattina : intanto avevo lavorato fino a mezzanotte; alle 8,30 circa esame teoria e guida; subito dopo era previsto un viaggio in treno per il matrimonio di un amico, in una città a un centinaio di chilometri. L’esame: come da copione, partenza col freno a mano (in se

LATITANTE

Peregrino se ne va, nel deserto di città, ramingo e disperato, solitario e ricercato. Guarda a destra, e c’è un plotone, di corvi affamati, sulla sinistra un altro plotone, di jene ridenti… che cercano lui. Tutto per colpa di una ca ss ata, nata dal nulla e poi svirgolata. Tutti lo cercano, nessuno lo vuole, soltanto perché, seguendo la cronaca, ha scoperto un amore. Che amore non era, e neanche un calesse: era solo un miraggio, seppure palese. Lo hanno fregato nella sua ingenuità, ed ora è in viaggio. Un viaggio di fuga, la Legge lo insegue, chissà quando mai quei torvi avvocati vedranno in che guai si vanno a cacciare. Lui nella Legge ha poca fiducia, ancora di meno nell’avvocatura. Ha i suoi legali, già sull’avviso, non sono “dottori”, di Legge non sanno, ma legge san fare, e battono bene, laddove un gattino vien pesto di gusto. Uno fa il cuoco, l’altro è insegnante, l’altro è buon mastro di muratura, e un altro intercetta rompendo i contatti tra chi lo ricerca per fargli la

Andando...

Andando                dall’altro ieri lontano Andando               dall’ieri passato Andando               dall’oggi vissuto Andando               a cercare il domani Andando              verso l’eternità. Andando!                                                                       Angelo Roberto Campiselli (2008)

Eterna poesia

(Avevo postato una cosina, e mi è successo come nel “Che cazzo fai!” di qualche tempo fa. Anteprima regolare, al ‘visualizza post’ mi sono trovato un testo da “ridi, pagliaccio!”: maiuscole disseminate come papaveri in un campo di grano, capoversi saltati, frasi a capocchia, parole neanche pensate, insomma tutto meno che un post. Dopo il vano tentativo di rimetterlo in ordine, ho rinunciato e l’ho eliminato. Ciononostante il titolo è passato in giudicato nei blog amici, facendomi passare per l’ennesima volta come leggermente squilibrato. Chiedo venia, anche se non è stata colpa mia). Non so scrivere poesie. Ma non so neanche ‘fare’ l’acqua. A malapena ne ricordo la formula. Nonostante ciò, quando la bevo mi ristora. E ristora sia l’ignorante, come me, che il sapiente. Gli umani, la fauna e la flora, di tutta la terra. La poesia, nel mare di scienza che ci circonda, è come una goccia d’acqua. Che ha una caratteristica unica: mentre tutte le altre scienze sono soggette a modifi

Ancora una goccia, poi basta

(Per chi volesse soffrire di più, le gocce precedenti sono del 31 luglio e del 27 novembre). Le prime due parti di questo raccontino le avevo animalizzate per renderle più commestibili. Quest'ultimo lotto parla di cose serie, quindi lo umanizzo: i pollastri tornano a essere colleghi; il pollaio, ristoranti e albergo restano invariati. Oltre l'aggiornamento della diaria e i rimborsi chilometrici, un altro punto importantissimo era la scelta del ristorante per la cena. La mensa era aperta fino a tardi, ma la sera il distacco totale dall'ambiente era obbligatorio. Il mandato della ricerca del locale più adatto era, logicamente, affidato ai colleghi indigeni, o comunque bazzicanti in zona. Di solito tra una riunione e l'altra passavano otto/dieci mesi, quindi avevano tutto il tempo per cercare, provare, promuovere o bocciare. Trovare il meglio era per loro un punto d'onore. E, di solito, ricevevano il plauso del gruppo: come colleghi di lavoro non si potevano dare giudi

Coda in posta

Stamattina sono andato in posta per fare i versamenti dell'iscrizione di Roby a scuola guida. Come ormai sapete non ho nulla contro la burocrazia, è un settore che dà lavoro a un sacco di persone e non conosce crisi. Anzi ogni governo che sale al potere rende più fitta la tela, con leggi leggine codicilli ddl regolamenti di attuazione ecc., per cui ogni minima comunicazione al cittadino da parte del potere costituito, a qualunque livello, è composta da tre facciate di "visto l'art. xxx e modifiche", e alla fine di tutto uno striminzito "si può fare". Così mi trovo con tre moduli di conto corrente, due dei quali destinati al Dipartimento Trasporti Terrestri, imposta di bollo: identici in tutto, importo e destinazione, codice di versamento; l'altro, sempre stesso destinatario, ma "diritti L. 14 - 67", 0,38 centesimi in più. Per la coda in posta non cambierebbe nulla, ma un modulo unico che in pratica dica: vuoi la patente? Fa tot,tot euro, unico