mercoledì 26 luglio 2023

Memento homo quia pulvis es...


Ei fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro, 
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,
Muta pensando all'ultima
Ora dell'uom fatale;
Né sa quando una simile
Orma di pie' mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
Vide il mio genio e non tacque,
Quando, con vece assidua,
Cadde, risorse e giacque,
Di mille voci al sonito
Mista la sua non ha:
Vergin di livida invidia
E con costante attacco,
Sorge ora indignato al subito
Sparir di tanto raggio:
  E scioglie all'urna un diario
                                                                                Che forse non morrà.

Ecco, in questo inizio della nota poesia manzoniana, a parte alcuni ritocchi, si può riassumere il contenuto di questo lungo 'cantico' in memoria del personaggio che, nel male e nel bene, ha lasciato nel ventesimo, e in questo ventunesimo, secolo un'impronta che sarà studiata nei millenni a venire.

Gli 'aggiustamenti' alla poesia: intanto Travaglio vide il suo genio ma dai suoi scritti risulta che mai tacque; quanto al servo encomio, sarebbe oltremodo comico che se ne trovasse traccia. Così come il codardo oltraggio: che dai diretti interessati quanto da lui man mano raccontato sia stato visto, negli anni, come un oltraggio alla persona e alle persone interessate è fuor di dubbio, ma sicuramente non è possibile tacciare i suoi scritti di codardia. Codardo è colui che insinua nell'anonimato, trama fuori dalla scena, che non mette la faccia nell'esposizione di fatti, magari altrimenti contestabili: e Travaglio lo ha mai fatto, e ne sanno qualcosa i giudici che hanno esaminato migliaia di fascicoli, tra querele e denunce tutte dirette alla sua persona, in veste di giornalista che per un lungo periodo è stato spina nel fianco al pianeta e a tutti i suoi satelliti.
 
Nella lunga introduzione al racconto vero e proprio, il giornalista di fatto ricalca il senso della poesia, aggiornando ai tempi nostri quello che accadde nei decenni presi in considerazione.

Travaglio, nonostante abbia alle spalle una intera carriera giornalistica dedicata al Cavaliere, contro lo stesso e avverso tutte le operazioni che lo hanno portato e tenuto in sella, anzi sul trono, alla politica per circa trent'anni, a suo dire non pensava di insistere oltre la morte del soggetto. Sennonché il funerale del Nostro, e i contorni e dintorni di questo, sarebbero stati lo schiaffo che risveglia il dormiente, quale lui era apparso nell'ultimo periodo, caratterizzato dalla malattia e dagli sprazzi di attività quasi frenetica del Cavaliere, prodromi forse della prossima fine.
Un'uscita così tempestiva fa presumere che si tratti di un lungo "coccodrillo", assemblato nel tempo e dato prontamente alle stampe giustificandone l'uscita, appunto, con le scandalose esequie prestate a un pluripregiudicato, tra lacrime di facciata prontamente riprese dai media, ad uso e consumo di un popolo che 'festeggia' alla pari matrimoni, funerali, battesimi, lauree e scudetti.
 
Il libro, poco più di 500 pagine, edito da Paper First, è una lunga carrellata del percorso ascendente di Silvio Berlusconi. Del suo e delle migliaia di personaggi che hanno ruotato intorno a lui, ricavandone onori, cariche pubbliche e private, posti in Parlamento e al Senato... ma soprattutto denari, tanti denari.

Il libro è uscito il 14 luglio, a un mese esatto dal trionfale funerale che ha consegnato al Padreterno il corpo terreno del suo secondogenito, in attesa della ascensione anche fisica verso l'Alto dei Cieli. 
Anche Lui, dicono le cronache di parte, bastonato e crocifisso come quello che si pensava Unigenito, non per i canonici tre giorni ma per ben trent'anni, senza sosta, senza un attimo di respiro. Giudici contro, giornali e giornalisti contro, le opposizioni imprenditoriali e politiche contro... Più che di livella, sarebbe meglio parlare di bilancia, visto che altrettanti giudici, altrettanti giornali e giornalisti, altrettanti imprenditori risultano essere stati a Lui favorevoli; e questi ultimi talmente spregiudicati da 'seppellire' coloro che gli remavano contro... quando e finché hanno potuto.

E una simile drammatica persecuzione non poteva cessare all'improvviso: è apparsa da subito evidente la volontà della giustizia di scarnificare il defunto fino all'annientamento del suo ricordo. Forse è a questo che si riferiva la primogenita del Cavaliere, nell'accorata lettera ai giornali, poi ripetuta in maniera quasi ossessiva in tutti i telegiornali Fininvest e nazionali.

Per una strana coincidenza quella lettera è stata pubblicata tre giorni dopo la presentazione del libro di Travaglio. Ovviamente pensare che sia stata letta dagli interessati in sì breve lasso di tempo, è pura utopia. Più facile ritenere che già la lettura della parte introduttiva abbia provocato una reazione che, per non apparire ad personam, è stata indirizzata a una Giustizia generica e generalizzata che, guarda caso, nel mese trascorso ha avuto ben altro a cui pensare che rivangare vita e miracoli del Santo in itinere.
  
“La persecuzione di cui mio padre è stato vittima, e che non ha il pudore di fermarsi nemmeno davanti alla sua scomparsa – scrive -, credo contenga in sé molte delle patologie e delle aberrazioni da cui la nostra giustizia è afflitta”.

Devo dire che nei giorni successivi, ancora in corso di lettura, mi sarei aspettato un Travaglio in catene, condannato pronta cassa a un 41ter appositamente creato per lui, a un confino in qualche scoglio oceanico, a nutrirsi di acqua di mare e pesce crudo, ammesso che fosse in grado di catturarlo...

Non è successo, almeno per ora, il che mi porta a pensare che questo "cantico", nella sua prolissità, abbia un ottimo fondo di credibilità. Anche perché si tratta del racconto di una sequenza di dati, date, avvenimenti e accadimenti, nomi cognomi (talvolta pure soprannomi) di tutti gli attori di questa tragicommedia che poteva essere soltanto italiana, difficilmente non credibili.

Dati, date, eventi, nomi e cognomi che, presi singolarmente, sono già per la più parte noti, poiché di volta in volta sono stati oggetto di attenzioni specifiche, da parte dei media e, soprattutto, da parte della giustizia. Fa un certo effetto vederli pubblicati in un complesso cronologico che mostra l'ampiezza del 'fenomeno' Berlusconi, su un percorso così lungo che, a modo suo e con sistemi più adeguati ai tempi, ha seppellito il famigerato Ventennio di sventurata memoria.

Informazioni contestabili? Certo, e lo furono più che ampiamente già all'epoca, via via che venivano messe in atto, creando una favola che sicuramente passerà alla Storia. Non per niente questo giornalista credo sia un recordman nell'accumulo di denunce e querele. Denunce e querele che, almeno teoricamente, dovrebbero essere ripetute e ribadite da tutti e da ciascuno dei personaggi tirati in ballo in questo "romanzo".

Perlomeno da parte di quelli ancora in vita... Quanto agli eredi, è probabile che continueranno ad accanirsi contro una magistratura fellona, che non demorde e che è necessario demolire dalle fondamenta. Demolire per ricostruire; ricostruirla plasmandola a propria immagine. Ci sono tutte le premesse politiche per farlo, e pure alla svelta. Tra l'altro nei seggi camerali siedono fior di avvocati, tutti miracolati a suo tempo dal tocco del Santo, che non avranno difficoltà a creare un codice di comportamento che preveda un "liberi tutti" già messo in atto in precedenti operazioni e dibattiti giudiziari con risultato vincente.

Come leggere questo tomo, diviso in cinque parti affatto distinte e separate?

Nella prima, a parte l'introduzione che, come detto, è parte a sé, c'è un excursus sulla vita del Cavaliere, niente di particolarmente nuovo visto che è stata sviscerata in migliaia di articoli, talvolta ritoccati, limati e ammorbiditi soprattutto da biografi che erano apertamente sul suo libro paga.

La seconda è un "bollettino di guerra", almeno all'apparenza distaccato, con date e nomi e fatti esposti in una narrazione cronologica che non prevede molti commenti dell'Autore, che si limita a presentare il tutto con modalità quasi notarili.

La terza, invece, è una disamina sulle sentenze, con le condanne, le assoluzioni, le prescrizioni, in una forma di vivisezione di ciascuna, con le corruttele specifiche messe in atto, che hanno consentito al Nostro di dichiararsi perseguitato, martirizzato, innocente per tutto il periodo preso in esame. E che consente oggi agli eredi di rivendicare una santità violata da un sistema giudiziario che nulla avrebbe da invidiare a quello nazista o comunista dei 'migliori' anni di quelle dittature.

La quarta parte è un divertissement sulla miriade di battute, controbattute, smentite talvolta per smentire altre smentite, dichiarazioni, giuramenti, assicurazioni, spergiuramenti... tutte passate in giudicato alla stampa e volutamente minimizzate o ignorate dall'interessato. A modo suo, un capitolo divertente.

L'ultima parte è la cronistoria delle intercettazioni telefoniche presentate a riprova del presunto delinquere, sia del Nostro che di buona parte dei comprimari di questa commedia all'italiana. Integrata dalle immagini di un paio di documenti personali, dei quali a suo tempo fu sempre negata la veridicità.

Un romanzo, una lunga storia che, secondo gli innamorati del Cavaliere, è tutta frutto di pura fantasia, per una malevolenza verso questo non giustificata da un agire estremamente corretto, costantemente alla luce del sole e sotto riflettori che non avrebbero mai rilevato alcunché di meno che probo nel suo agire.

Più che mai, ai posteri l'ardua sentenza.
Sentenza che potrebbe essere influenzata anche da questo tomo, solo che fosse emessa in un'aula di tribunale che, visti i precedenti, non fosse italiana. E, a pensarci bene, neanche europea, rilevata la deriva in atto verso lo stesso mondo giudiziario sognato e preconizzato dal Cavaliere.
Al quale, nel frattempo, pare ci sia una gara alla intitolazione di vie, piazze, ponti, gallerie, perfino sedi di tribunale e caserme, nonché l'erezione (ops, spero che il Cav non si inalberi per questo svarione, per lui così fuori tema) di statue equestri nei parchi cittadini, a futura memoria della grandezza di un personaggio che di umano aveva solo il corpo, tunica a un contenuto che, stando alle commozioni rilevate, era chiara copertura di una natura divina.
Guardando a un futuro non molto prossimo, si dice sia stato a Lui intitolato anche il Ponte sullo Stretto, per cui i nipoti dei nostri nipoti vedranno la sua gloria anche fra centinaia di anni. In cambio nessun carcere o locale di detenzione avrà l'onore di fregiarsi del suo nome: pare che fossero pub non graditi... ma forse solo perché ha sempre evitato di visitarli a causa di una idiosincrasia congenita.

domenica 23 luglio 2023

Domenica, 23 luglio, ghiacciolo al limone

 Fa caldo, rinfreschiamoci divagando un po', senza pietà.

È in atto una campagna che invita all'adesione a un prestito, detto "dei Pensionati". Lanciato dall'INPS, e diretto ai suoi pensionati, compresi quelli delle gestioni a lei accorpate.
Martellante, seccante, indisponente, asfissiante.
Decine di messaggi sul cellulare, al giorno. "Prestito facile", "Occasione per gli over...", diretto a quelli che alla vita non chiedono più nulla... si limitano a raccogliere quanto seminato, in positivo e in negativo.
A ogni chiusura di bilancio, INPS piange per il secchio bucato da cui i miliardi escono che neanche l'acqua dai colapasta.
In questo "spot", ripeto ormai ossessionante, dà l'idea di avere troppi liquidi, un Ente Paperone i cui depositi stanno per scoppiare per un "troppo pieno" che sarebbe affascinante in prospettiva di elargizioni future sicure nei cedolini mensili di quei pensionati, oggi oggetto di limature costanti attribuite alla esosità di uno Stato vampiro.
"Occasione da non perdere - contattate e sarete contattati - interessi debitori a un livello talmente basso da indurre al suicidio i gestori di banche e istituti vari di credito concorrenti - chiedete e vi sarà dato - piccole rate mensili...", ecc.
La curiosità, per fortuna non il bisogno, una volta costretto a pestarmi gli zebedei a ogni passo per una messaggistica che rasenta lo stalkeraggio virtuale, mi sono preso la briga di fare due passi in un universo creditizio che mi era sconosciuto.
In base all'età e al cedolino mensile, giustamente, un algoritmo partorisce la cifra massima erogabile, la rata mensile e la durata del prestito. Fin qui, credo, tutto nella norma.
Il Tan e il Taeg sono vagamente indicabili, poiché pare siano calcolati esclusivamente sull'interesse debitore al netto di una tara dovuta all'assicurazione sulla vita. Che, nel complesso aggiuntivo del debito contraibile, risulta essere circa il 60% del lordo.
Punto di forza dell'offerta: con questa assicurazione, i͟n͟ ͟c͟a͟s͟o͟ ͟d͟i͟ ͟m͟o͟r͟t͟e͟ ͟p͟r͟e͟m͟a͟t͟u͟r͟a͟ del contraente i͟l͟ ͟d͟e͟b͟i͟t͟o͟ ͟s͟a͟r͟à͟ ͟e͟s͟t͟i͟n͟t͟o͟. Senza indagare, neanche girandoci intorno con delicatezza, sulle condizioni di salute del possibile cliente.
Probabile che il costo dell'assicurazione e l'interesse debitore siano comunque incassati dall'Ente erogatore, ma il malloppo restante sarebbe interessante.
Ecco, sarà perché l'età rende sospettosi e diffidenti (e quando non lo si è, sono fregature e botte e peggio, solitamente per quattro miserabili €; il che rende queste 'operazioni' particolarmente umilianti), ma il pensiero che questo "punto di forza" sia un incitamento ad 'agevolare' la dipartita di un congiunto per ritrovarsi con un gruzzoletto mica male, mi è passata (un lampo) nella mente.
Sappiamo tutti dell'inutilità degli anziani, è conosciuta la fama del loro vivere a scrocco della società... E sappiamo anche, almeno a seguire le cronache, che l'affetto (a volte perfino l'amore) hanno il limite dell'utilità.
E sappiamo che basta un niente per invitare un anziano a togliere il disturbo. In maniera legalissima. Se nell'abitato ci sono scale, saranno le gambe già malferme e basterà un soffio alle spalle per farlo ruzzolare fino al termine... delle scale e della vita.
Ma poi, checcevò: un buuuhh! bene assestato appena gira un angolo... chi non lo ha fatto da bambino (cielo, io che lo facevo, buscavo caramelle sulla faccia o scarpate nel didietro che mi hanno fatto passare il gusto di quello scherzo!): un cuore già vecchio regge finché regge, poi...
... il debito si estingue.
Non mi pare che i messaggi siano inviati anche ai parenti e famigli (mogli, figli, nipoti, badanti) e questa credo sia un'occasione persa per piazzare un prodotto che forse desterebbe maggiore interesse che diretto ai pensionati; peggio se anziani.
Non ho parenti definibili anziani, e se ne avessi, col cavolo che mi inserirebbero nell'asse ereditario, ma, se mai ne avessi, il pensiero di incassare una tantum la cifra che il vecchio percepisce in un anno (tredicesima compresa), e che gli serve solo per continuare a vivere, come detto a scrocco, magari malamente, un pensierino in merito lo farei.
Ho già detto che fa caldo? 😹☀️🔥