venerdì 9 aprile 2010

Leggendo "Italians" di Severgnini...

Me lo sciroppo tutto e tutti i giorni; è una scuola, si leggono esposizioni che riescono a trattare i vari argomenti in modo magari contrastante, ma con una eleganza e chiarezza che giustificano e premiano la lettura.

Oggi, tra gli altri post, ne ho trovato uno particolarmente interessante, che invitava allo studio in generale e a quello delle lingue in particolare; e invitava a investire, oltre all'impegno, anche la moneta, con corsi di formazione e quant'altro possa arricchire il proprio bagaglio culturale.

Ci sono molti giovani che seguono quella strada, ma le prospettive per il futuro restano a dir poco nebulose, anche perché ogni giorno si vedono avanzare personaggi in carriere prestabilite ben al di là dei meriti o delle capacità. Citare qui il figlio di Bossi sarebbe come sparare sulla Croce Rossa: ma l'esempio cade a fagiolo, e purtroppo non è un fatto isolato. La definizione del padre ("non è un delfino, tutt'al più una trota"), che poteva apparire come una affettuosa battuta paterna, in realtà rispecchia in pieno la descrizione del personaggio.

E poiché di queste "trote", che in un molto prossimo futuro ci governeranno, è pieno l'universo sia politico che imprenditoriale, il fatto di "farsi il mazzo" studiando, applicandosi e spendendo, non solo non assicura un minimo di possibilità di realizzo, ma con l'aumentare delle "trote" gli spazi si riducono mano a mano che andiamo avanti.

Il sapere che fior di laureati, per sopravvivere, si appoggiano ai call-center sono un insulto al buon senso e alla giustizia; e sapere che "trota 1" ha dovuto ripetere più volte gli esami di maturità, e nonostante la ciuccheria congenita viene spinto in avanti da un padre che è entrato in politica cavalcando la tigre della demagogia, usando termini e modi graditi al popolino, sovente rozzi e offensivi, la faccenda oltre che vergognosa diventa irritante. E questo signore è ministro della Repubblica, definita più che mai "delle banane" anche grazie alla sua presenza.

Con la Gelmini in maternità, secondo me ad interim il ministero provvisoriamente vacante potrebbe essere affidato "per merito" proprio alla "trota", per consentire di frequentare (e poi colpire e affondare) quei prof che non hanno visto in lui la stella cometa dell'istruzione.

Al di là di tutto: ma questo giovanotto, e il di lui degno genitore, guardandosi allo specchio, almeno una volta all'anno, non scorgono sul viso qualche piccolo, minimo, segno di vergogna?