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"La danza del falco" di Simona Fruzzetti

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  La Fruzzetti, con questo lungo racconto, è uscita dal suo seminato solito e direi, a lettura ultimata, che è riuscita in un intento che ritenevo quantomeno difficile: si è semplicemente superata. Nei suoi precedenti romanzi, tutti godibilissimi, si era sempre cimentata in una forma di salto in lungo; in questo ha voluto provare un salto in alto, pienamente riuscito, dopo il paio di precedenti assaggi nel genere thriller.    Il libro conferma appieno quanto promesso nelle presentazioni, infatti si tratta di un giallo a tutto tondo... ma inserito in un arcobaleno di descrizioni che inducono sensazioni variegate, dove non mancano accenni all'umorismo tipico che distingue l'Autrice, con ampi tocchi di umanità che rendono il romanzo, in alcuni passaggi, piacevolmente amaro. In qualunque romanzo il rischio di spoilerare  è dietro ogni capitolo, tanto più lo è in un racconto giallo. Pertanto sono costretto a ponderare bene ogni parola per non rovinare la sorpresa a chi, d...

Coincidenze

Premesso che la malignità è passatempo tipico di quelli avanti con l'età, si diventa comari a tutto campo per riempire i vuoti di memoria occasionali. Cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco: nei commenti su zio Facebook per alcuni sono più che giusti, per altri affatto giustificati e per altri ancora, direbbe Pagnoncelli, non sanno o non entrano nel merito. Uno sguardo al passato, riferito alla morte dei vari Papi, porta a una riflessione che sicuramente si fonda sulla malignità citata in apertura di post.  Vediamo che nel dopoguerra abbiamo avuto sette decessi papali, che sono stati onorati con quest'ordine: Pio XII zero lutto, Giovanni XXIII zero lutto, Paolo VI un giorno, Giovanni Paolo I (Luciani) un giorno, Giovanni Paolo II tre giorni, Benedetto XVI zero giorni di lutto, non più in carica, Francesco 5 giorni di lutto. Che (ma guarda il caso!) sono a cavallo del 25 Aprile, festa nazionale da sempre mal digerita da una parte specifica di cittadini, ...

Una storia calabrese (seconda parte)

A parte i decessi, la vita nel nuovo paese e nella nuova casa si era instradata bene. Qualche momento di trepidazione per la scadenza dei pagamenti, ma niente di che preoccuparsi; a posteriori non erano neanche da definire sacrifici veri e propri. Il mio lavoro mi teneva lontano da casa per giorni, ma le "ragazze" se la cavavano benissimo. Non c'erano ancora i cellulari, che sicuramente avrebbero attenuato la preoccupazione costante; era prevista una chiamata al giorno, di sera, per scambiarci le notizie del giorno e i saluti. Nel 1985 era uscito un condono edilizio, per quanto ne so il primo di una serie di una serie infinita. Ne avevo sentito parlare, ma ero sicuro di non dovermi preoccupare, per cui me ne interessavo più per curiosità che per necessità. Gli allacci di acqua e luce risultavano regolari; la fognatura no, poiché il paese alla marina era stato costruito ex novo senza rete fognaria. Al borgo vecchio, nella zona collinare interna, manco a pensarci... L'i...

Una storia calabrese (prima parte)

Anno Domini 1981, dicembre.   Non era ancora 'sceso' in politica l'ormai mitico, nel bene e nel male, Silvio Berlusconi, anzi credo che avesse appena iniziato il suo cammino di successi che lo ha portato all'Olimpo terreno prima di avviarlo a quello eterno. La sua scesa è passata alla Storia, con ben altro destino di quella sulle fiancate di alcuni scuolabus ( scesa bambini ) come invito a una maggiore attenzione verso altri mezzi in transito. La mia scesa è avvenuta in sordina, ai primi di dicembre di quell'A.D. 1981, quando avevo messo piede in Calabria non più per i periodi feriali, come nei dieci anni precedenti, ma per diventare cittadino calabrese, stanziale, prossimo indigeno. Ero giusto a metà del cammin della mia vita, ma allora non lo sapevo. Avevo un  piano abbastanza chiaro su quello che avrei voluto fare per sistemarmi al meglio e, nel contempo, sistemare i suoceri, già anziani e malmessi in salute, e la cognata, che li accudiva amorevolmente, pur ne...

Testo del Manifesto di Ventotene

Se ne parla e se ne straparla, ma non so quanti hanno avuto la pazienza e la necessaria apertura mentale per   leggere, possibilmente attentamente, il testo di quel Manifesto . È lungo, credo che la sua lettura prenda quasi il tempo di una puntata del "Grande Fratello". C'è chi lo ha definito 'obsoleto' basandosi sul fatto che è di ottant'anni fa. Da buon ultraobsoleto ho avuto modo di rilevare che la più parte delle critiche gira intorno a due righe che, opportunamente estrapolate, danno adito ad una interpretazione di parte che il resto del testo meglio chiarisce. Ho sottolineato due piccole parti, due righe più due righe, che mi hanno colpito per via di reazioni e non reazioni. Lo offro in lettura a chi ne abbia voglia, convinto della sua attualità. Il testo del Manifesto di Ventotene  "Per un'Europa libera e unita"   Ventotene, agosto 1941  I - LA CRISI DELLA CIVILTA' MODERNA   La civiltà moderna ha posto come proprio fondamento il princi...

Noi siamo il mondo

  Noi siamo noi, e voi siete un cazzo!  Nota frase del Marchese del Grillo,  pluralizzata da presenze inquietanti. Così è (se vi pare)... ... e così è (anche se non vi paresse). cit. Pirandello, aggiornato all'oggi.

Pianti di coccodrillo

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Per i pochi che non lo sanno, i coccodrilli sono la versione faunistica di 𝐸𝑠𝑡𝑜𝑡𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑎𝑡𝑖, siate pronti, ed è riferito alla preparazione anticipata di un pianto (erroneamente attribuito al prezioso fornitore di borsette e calzature) per la dipartita di un personaggio noto, che si immagina prossima. I 'coccodrilli' sono pagine e servizi già 𝑝𝑎𝑟𝑎𝑡𝑖 per quando l'ora fatale scocchi per il predestinato di cui si narreranno vita e miracoli, in attesa di completarli con il racconto della morte. Chiaramente, più il personaggio è noto, più saranno i coccodrilli sparsi per il mondo; la citazione di Roma Capitale restringe il campo sulla persona cui si riferiscono. (Per par condicio è bello pensare che per molti altri individui, in ogni parte della Terra, questi "coccodrilli" siano già predisposti, ed è altrettanto consolante sperare che siano quanto prima diffusi, completi di vita e miracoli, ma soprattutto dell'epilogo. Amen).