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Visualizzazione dei post da dicembre, 2023

Meccanica celeste

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Ho letto questo libro attirato da una recensione su Facebook, su cui non sempre queste rispondono al reale valore dei testi, forzando talvolta a un acquisto di tipo prettamente commerciale.   Premiato nel 2017 con lo Stresa, e già il fatto mi aveva lasciato perplesso poiché da sempre guardo con diffidenza ai premi librari troppo altisonanti; in più il titolo mi dissuadeva dall'iniziarne la lettura per via di una " meccanica"   che mi aveva portato a ritenerlo zeppo di matematiche che, ancorché   celesti , non erano proprio pane per i miei denti. Presentato come romanzo, dopo poche pagine mi sono reso conto che, sì, di un romanzo si tratta, ma non un romanzo di quelli a perdere, di quelli che, terminata la lettura, pensi " avanti un altro! " e lo passi direttamente nel dimenticatoio.   C'è di tutto in questo lungo racconto, dal bucolico al teologico, dal tragico al comico, al filosofico... ogni capitolo costringe a una sosta per approfondire in sé quanto lett

Auguri scaramantici

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𝑳'𝒂𝙣𝒏𝙤 𝙨𝒄𝙤𝒓𝙨𝒐 𝒂𝙫𝒆𝙫𝒐 𝒇𝙖𝒕𝙩𝒐 𝒈𝙡𝒊 𝒂𝙪𝒈𝙪𝒓𝙞 𝙞𝒏𝙘𝒓𝙤𝒄𝙞𝒂𝙣𝒅𝙤 𝙡𝒆 𝒅𝙞𝒕𝙖 𝙙𝒆𝙡𝒍𝙖 𝙢𝒂𝙣𝒐... 𝙚 𝙨𝒂𝙥𝒑𝙞𝒂𝙢𝒐 𝒄𝙤𝒎𝙚 𝙚̀ 𝙖𝒏𝙙𝒂𝙩𝒂, 𝙘𝒐𝙢𝒆 𝒔𝙩𝒂 𝒂𝙣𝒅𝙖𝒏𝙙𝒐...  𝙋𝒆𝙧 𝙞𝒍 2024 , 𝒄𝙝𝒆 𝒈𝙡𝒊 𝒂𝙨𝒕𝙧𝒐𝙡𝒐𝙜𝒊 𝒅𝙞𝒄𝙤𝒏𝙤 𝙨𝒂𝙧𝒂̀ 𝒔𝙞𝒄𝙪𝒓𝙖𝒎𝙚𝒏𝙩𝒆 𝒎𝙞𝒈𝙡𝒊𝙤𝒓𝙚 𝙙𝒊 𝒒𝙪𝒆𝙡𝒍𝙤 𝙥𝒂𝙨𝒔𝙖𝒏𝙩𝒆 (𝙥𝒐𝙞𝒄𝙝𝒆́ 𝒑𝙚𝒈𝙜𝒊𝙤 𝙙𝒊 𝒄𝙤𝒔𝙞̀ 𝙨𝒂𝙧𝒆𝙗𝒃𝙚 𝙙𝒊𝙛𝒇𝙞𝒄𝙞𝒍𝙚), 𝙥𝒓𝙤𝒗𝙞𝒂𝙢𝒐 𝒂𝙙 𝙞𝒏𝙘𝒓𝙤𝒄𝙞𝒂𝙧𝒆 𝒂𝙣𝒄𝙝𝒆 𝒍𝙚 𝙙𝒊𝙩𝒂 𝒅𝙚𝒊 𝒑𝙞𝒆𝙙𝒊... 𝙘𝒉𝙞𝒔𝙨𝒂̀ 𝒎𝙖𝒊.  𝙄 𝙘𝒂𝙡𝒍𝙞 𝙚 𝙞 𝙧𝒐𝙨𝒔𝙤𝒓𝙞 𝙙𝒊 𝒒𝙪𝒆𝙡𝒍𝙞 𝙞𝒏 𝒊𝙢𝒎𝙖𝒈𝙞𝒏𝙚 𝙨𝒐𝙣𝒐 𝒅𝙤𝒗𝙪𝒕𝙞 𝙖𝒊 𝒄𝙤𝒏𝙩𝒊𝙣𝒖𝙞 𝙥𝒆𝙨𝒕𝙤𝒏𝙞 𝙚 𝙥𝒆𝙨𝒕𝙖𝒈𝙜𝒊 𝒄𝙝𝒆 𝒂𝙗𝒃𝙞𝒂𝙢𝒐 𝒓𝙞𝒄𝙚𝒗𝙪𝒕𝙤, 𝒆 𝒓𝙞𝒄𝙚𝒗𝙞𝒂𝙢𝒐, 𝙘𝒐𝙣 𝙪𝒏 𝒔𝙖𝒅𝙞𝒔𝙢𝒐 𝒑𝙚𝒓𝙫𝒊𝙘𝒂𝙘𝒆 𝒅𝙖 𝙥𝒂𝙧𝒕𝙚 𝙙𝒊 𝒄𝙝𝒊 𝒓𝙖𝒄𝙘𝒐𝙣𝒕𝙖 𝙙𝒊 𝒒𝙪𝒂𝙣𝒕𝙤 𝙨𝒊𝙖𝒎𝙤 𝙗𝒓𝙖𝒗𝙞, 𝒅𝙞 𝙦𝒖𝙖𝒏𝙩𝒐 𝒔𝙞𝒂𝙢𝒐 𝒔𝙖𝒍𝙞𝒕𝙞 𝙣𝒆𝙡𝒍𝙖 𝙨𝒄𝙖𝒍𝙖 𝙙𝒆𝙡𝒍𝙚 𝙫𝒂𝙡𝒖𝙩𝒂𝙯𝒊𝙤𝒏𝙞

Universo Simona

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Si dice: a caval donato... Se poi quel caval donato si rivela un puledro veloce, brioso, allegro... ti rendi conto che per appagare lo stomaco non è necessario un lauto pasto. Sovente basta un pasticcino alla crema, offerto al momento giusto, gustato socchiudendo gli occhi, estraniandosi da quello che succede intorno, ignorando quello che di brutto avviene in un periodo che dovrebbe parlare di sola dolcezza e serenità. Nel breve racconto che la Fruzzetti (Simona per gli amici, Simo per i suoi amici lettori; quindi per tutti) propone (e offre a 0 euri e 0 centesimi per un breve periodo, come dono natalizio) la dolcezza e la serenità traboccano come da una tazza di cioccolata calda riempita per distrazione oltre l'orlo. Il tempo di sorseggiare un drink e il racconto passa nei "già letto", senza escludere la possibilità di una rilettura, magari carezzando un gatto, quando la frenesia del tempo natalizio rischia di mandare in tilt anche il più pacioso dei lettori. Grazie Simo

Aspettando Natale

  𝕹𝖆𝖙𝖆𝖑𝖊 𝖉𝖊 𝖌𝖚𝖊𝖗𝖆 𝖉𝖎 𝕿𝖗𝖎𝖑𝖚𝖘𝖘𝖆 𝕬𝖒𝖒𝖆𝖑𝖆𝖕𝖕𝖊𝖓𝖆 𝖈𝖍𝖊 𝖘’𝖊̀ 𝖋𝖆𝖙𝖙𝖔 𝖌𝖎𝖔𝖗𝖓𝖔 𝖑𝖆 𝖕𝖗𝖎𝖒𝖆 𝖑𝖚𝖈𝖊 𝖊̀ 𝖊𝖓𝖙𝖗𝖆𝖙𝖆 𝖓𝖊 𝖑𝖆 𝖘𝖙𝖆𝖑𝖑𝖆 𝖊 𝖊𝖗 𝕭𝖆𝖒𝖇𝖎𝖓𝖊𝖑𝖑𝖔 𝖘’𝖊̀ 𝖌𝖚𝖆𝖗𝖉𝖆𝖙𝖔 𝖎𝖓𝖙𝖔𝖗𝖓𝖔. – 𝕮𝖍𝖊 𝖋𝖗𝖊𝖉𝖉𝖔, 𝖒𝖆𝖒𝖒𝖆 𝖒𝖎𝖆❗ 𝕮𝖍𝖎 𝖒’𝖆𝖗𝖎𝖕𝖆𝖗𝖆❓ 𝕮𝖍𝖊 𝖋𝖗𝖊𝖉𝖉𝖔, 𝖒𝖆𝖒𝖒𝖆 𝖒𝖎𝖆❗ 𝕮𝖍𝖎 𝖒’𝖆𝖗𝖎𝖘𝖈𝖆𝖑𝖑𝖆❓ – 𝕱𝖎𝖏𝖔, 𝖑𝖆 𝖑𝖊𝖌𝖓𝖆 𝖊̀ 𝖉𝖎𝖛𝖊𝖓𝖙𝖆𝖙𝖆 𝖗𝖆𝖗𝖆 𝖊 𝖈𝖔𝖘𝖙𝖆 𝖙𝖗𝖔𝖕𝖕𝖔 𝖈𝖆𝖗𝖆 𝖕𝖊̀ 𝖈𝖔𝖒𝖕𝖗𝖆𝖑𝖑𝖆… – 𝕰 𝖑’𝖆𝖘𝖎𝖓𝖊𝖑𝖑𝖔 𝖒𝖎𝖔 𝖉𝖔𝖛’𝖊̀ 𝖋𝖎𝖓𝖎𝖙𝖔❓ – 𝕿𝖗𝖆𝖘𝖕𝖔𝖗𝖙𝖆 𝖑𝖆 𝖒𝖎𝖙𝖗𝖆𝖏𝖆 𝖘𝖚𝖗 𝖈𝖆𝖒𝖕𝖔 𝖉𝖊 𝖇𝖆𝖙𝖙𝖆𝖏𝖆: 𝖊̀ 𝖗𝖊𝖖𝖚𝖎𝖘𝖎𝖙𝖔. – 𝕰𝖗 𝖇𝖔𝖛𝖊❓   – 𝕻𝖚𝖗𝖊 𝖖𝖚𝖊𝖑𝖑𝖔…𝖋𝖚 𝖒𝖆𝖓𝖓𝖆𝖙𝖔 𝖆𝖗 𝖒𝖆𝖈𝖊𝖑𝖑𝖔. – 𝕸𝖆 𝖑𝖎 𝕽𝖊 𝕸𝖆𝖌𝖌𝖎 𝖆𝖗𝖗𝖎𝖛𝖊𝖓𝖔❓  – 𝕰’ 𝖎𝖒𝖕𝖔𝖘𝖘𝖎𝖇𝖇𝖎𝖑𝖊 𝖕𝖊𝖗𝖈𝖍𝖊̀ 𝖓𝖚𝖓 𝖈’𝖊̀ 𝖑𝖆 𝖘𝖙𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖈𝖍𝖊 𝖑𝖎 𝖌𝖚𝖎𝖉𝖆; 𝖑𝖆 𝖘𝖙𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖓𝖚𝖓 𝖛𝖔’ 𝖚𝖘𝖈𝖎’: 𝖕𝖔𝖈𝖔 𝖘𝖊 𝖋𝖎𝖉𝖆 𝖕𝖊’ 𝖕𝖆𝖚𝖗𝖆 𝖉𝖊 𝖖𝖚𝖆𝖗𝖈

𝟑 𝐃𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞: 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐃𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀

Ho passato l'infanzia, l'adolescenza e la prima maturità circondato da persone disabili. Ma non le chiamavamo disabili: per noi tutti erano semplicemente invalidi. Erano ciechi, monchi, sordomuti, sciancati, focomelici (ma questa 'specialità' l'ho appresa molti anni dopo)... ma anche scemi, epilettici... e vecchi, alcuni bavosi e strani. Non erano diversi da noi, anche noi eravamo invalidi, mancanti di qualcosa: chi di un papà, chi di una mamma, i più di entrambi. Mia madre era morta prima che 'facessi' i due anni, mio padre mi dicevano che 'stava' in ospedale, ma avevo saputo che invece 'stava' in carcere; non ho mai chiesto il perché, né me lo sono mai chiesto. Quando mi avevano portato a salutarlo era uno sconosciuto, come tanti altri che in seguito avrei imparato a conoscere, alcuni ad apprezzare, altri meno, altri meno assai. Era da poco finita la guerra (la seconda, per non invecchiarmi più del necessario), ed ero stato ospitato in un