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Visualizzazione dei post da luglio, 2010

La chioccia: presentazione

La chioccia era l'Azienda. Il pollaio, la sede principale dell'Azienda. Era un pollaio molto aperto. Al suo interno viveva un po' tutto il regno animale: ovini, bovini, porcini, beduini... Il grosso, però, era rappresentato dal pollame: galletti e gallinelle, capponi e faraone, polli e tacchini, papaveri e papere, oche e campidoglio, eccetera eccetera. Tutti razzolavano, i razzolanti, in questo pollaio. Gli altri, i non razzolanti, studiavano il modo di salire, salire, salire... Puntavano ai vertici... Verso, e magari oltre, la chioccia. In questo zoo poteva mancare un gatto? Certo che no; almeno un rappresentante del genere felino, doveva esserci. Ed è il cronista che riscalda vieppiù le vostre già bollenti serate estive. C'era uno sparuto gruppo di pollastri, destinati alla cura degli interessi della chioccia, lontani dai confini del pollaio. A questi era stato aggregato il micio. Questi eroi erano scelti in base a due considerazioni di base: a) rompevano le palle, e ...

L'AQUILA DAY 31 LUGLIO 2010

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BASTA PAROLE! L'AQUILA L'ABRUZZO L'ITALIA VOGLIONO I FATTI! CHI DEVE, FACCIA! E' PASSATO UN ANNO E MEZZO!

Eco(logico)

Avevo acquistato due fette di giardino adiacente casa e dopo l'acquisto, la pulizia e la preparazione del terreno il primo passo era stato la sistemazione di un bombolone di gpl, lontano da casa e al riparo del terrazzato divisorio delle due strisce.   Il metano era ancora lontano; era presente solo la pubblicità, quella che " ti dà una mano ".  Per le necessità di casa avevo una bombola di propano da 25 litri, piazzata all'esterno, nel piccolo giardinetto già abbinato all'abitazione. Le armi in genere non mi piacciono (al massimo mi concedo le freccette o i fucilini ai tirassegno delle fiere), e avere una 'bomba' accanto casa non rientrava nei miei sogni proibiti.   Una volta a regime, il bombolone mi garantiva l'acqua calda dei sanitari e quella per le varie pulizie, nonché, in seguito, il riscaldamento invernale. Aveva solo un difetto: tendeva a vuotarsi in coincidenza con gli aumenti del gpl, e ogni nuovo pieno era diventato una donazione di san...

Pausa gelato

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La foto qui sopra è stata scattata da una prof di matematica, che sta all'ultimo piano del palazzo che ci ospita. Una sera, verso le dieci, era scesa agli inferi (nella definizione dei piani, lei stava in paradiso, noi all'inferno, semplificazione dell'abitare in alto e dello stare in basso, che più in basso non si può) per vedere se avevamo della tachipirina. La madre, quasi ottantenne, stava passando qualche giorno da lei, e se ne andava col marito al mare. Per dimostrare che gli anni li sente chi non li ha, si era rosolata ben bene al sole, poi, prima di lasciare la spiaggia, si era buttata sotto la doccia fredda: la salsedine se n'era andata ma, in cambio, le era venuta la febbre a quasi 39°. In cambio della tachi, mi aveva lasciato questa foto. Era stata scattata alle sei di una mattina di aprile. La prof si preparava per andare a scuola (insegna in un classico a una ventina di chilometri), quando dal balcone aveva visto questo strano arcobaleno e lo aveva c...

Petali di crisantemo

Quando facevo parte della forza lavoro attiva, battevo... (E dai, già dal titolo si capisce che sto per raccontare qualcosa di serio, magari tragico, ma come faccio a continuare se dal fondo e dal sottofondo capto, già dopo la prima riga, commenti dissacranti: "Lo dubitavo, adesso ho la certezza...". "Ecco cosa faceva il gatto, quando diceva di lavorare...". "Apperò, 'sembrava' così ammodino...". "Peccato, qualche anno dopo e anche lui sarebbe entrato nell'entourage...". Ovviamente è la malignità tipica dei piccolotti che mi fa pensare queste cose. Che, sono certo, mai passeranno nella mente di chi bonariamente mi legge. Comunque, il primo che dice: "Io non l'ho pensato", lui è il Giuda). Dicevo, nel mio peregrinare, ho vissuto esperienze che hanno lasciato un segno particolare nei miei ricordi. Come forse già sapete, negli ultimi anni della mia vita lavorativa, ho vissuto più negli alberghi che a casa mia. In par...

Sono distrutto...

Avevo avuto problemi con l'adsl e il telefono di casa. Richiesta di aiuto al gestore, che aveva provveduto a richiedere l'intervento del proprietario della linea. Come da prassi. E, come da prassi, aveva avuto inizio una settimana che non era quella santa, ma alla fin dell'avventura lo era, elevata a potenza. A causa delle chiamate a correo di tutti i santi e le madonne del Paradiso.  Era venuto Giuseppe, poi ridotto a Peppo per via di una frequentazione forzata della cui intimità avrei fatto volentieri a meno.  Era (non nel senso di ei fu , solo per rispetto dei tempi di scrittura) un uomo piuttosto robusto, con uno stomaco che su una nave corsara sarebbe stato una prua con tanto di bolena; un brav'uomo.   Ma, soprattutto, era un tecnico Tim.   Per una settina di volte mi era venito in casa, mandato dal gestore, di cui non faccio il nome per via della privacy , e poi non voglio fargli pubblicità gratuita (capirai che pubblicità!).   La prima volta aveva fatto d...

"Che cazzo fai?"

Premessa: oggi, martedì, fa un caldo boia; l'adsl va e viene; la pelliccia esterna è nera, la pelle interna è verde, ma così verde che il verde leghista al confronto è rosa pallido. Questo verde è provocato da un malanno chiamato "invidia": invidia per tutti i vostri blog, che sono tutti di una bellezza conturbante (potessi copularci, lo farei con ciascuno di essi), ma, soprattutto, non 'toppano' mai. Detto questo, e viste le premesse, disconosco fin d'ora la paternità di quanto vado a tentare di scrivere, e soprattutto di postare. "Che cazzo fai!", è la frase che si sussurra quando, viaggiando in un senso unico, ti trovi una macchina che ti viene frontalmente. "Che cazzo fai!", è la frase che ti sibila il pedone che, nonostante tutto, non sei riuscito ad arrotare. "Che cazzo fai?", è l'urlo, mentre navighi nella tua canoa a propulsione manuale di una pagaia, che senti rimbombare in mezzo all'oceano; viene da un transatlan...

7 Luglio 2010: la parola al coniglio sulla costa

Premessa: qui sotto troverete l'intervista del Coniglio sulla costa, rilasciata a Radioradiosa di Matera il 7 di luglio, a fattacci di Roma già avvenuti. La registrazione l'ho fatta per mia curiosità personale, purtroppo su un piccolo registratore a batteria e cassetta. Essendo assolutamente digiuno di tecnologie web ho fatto capriole mortali per riuscire a mettere in rete un prodotto decente. Chiedo perdono in anticipo se non ce l'ho fatta del tutto. Quindi chi avesse rilievi "tecnici" da muovermi, o insulti per offesa del web, mi faccia avere nome/cognome, indirizzo, telefono e codice fiscale: verrò di persona a chiedere scusa. Metto l'intervista, indegnamente, sul mio blog, perché non sono riuscito a metterla nella sua cornice naturale (il blog del Coniglio), nonostante la fattiva collaborazione della mia solita badante diciottenne. Quello che vi passo è quasi tutto merito suo. A voi Paola: Credo ci sia poco da aggiungere. Voglio, però sottolineare la delic...

L'AQUILA 2009 (?)

Panico misto a dolore che umilia lo sguardo di colui che cerca il suo tra cose che marciscono distrutte Il suo delle cose Il suo degli amori dei pianti delle ansie dei pochi momenti felici delle illusioni che scompaiono dietro mucchi di pietre cadute E noi siamo vecchi e il magma della terra ancora ribolle assesta colline e monti in nuovi ordini in un corollario disumano ignorando le genti Poi le jene i corvi i falchi gli spolpatori di cadaveri le genti dall'occhio furbo i migliori che abbiamo i più onorati nei pregi pronti a saltare sulle ultime membra che rimangono ancora a brandelli sulle ossa e spolpare con foga indigesta E noi restiamo stupidamente vecchi mentre il magma della terra ribolle assesta colline e monti. Il titolo originale di questa poesia è VALLE DEL BELICE, è stata scritta nel 1968 da Francesco Zaffuto, in occasione del terremoto in quella zona. L'ho scoperta solo ieri in un suo commento sul blog di Gioia. Gli ho chiesto di pubblicarla su questo blog, per off...

MONICAalias...

(Nuovamente incidentato dall'adsl, che mi ha cancellato un post di commento cui ero particolarmente affezionato, lo ripropongo qui, dove c'è una parvenza di salvataggio . Anche se i parti (non come voce del 'partire', ma come deiezioni) della mente difficilmente riescono a riproporsi identici in seconda battuta. Il post assassinato dal mio server (che non me lo offre gratuito, non è una dama di san vincenzo, non fa beneficenza, e che se solo gli arrivano metà degli accidenti che gli mando in queste, troppe, occasioni, minimo fallisce...) era una lirica, un'ode, un inno; al termine della stesura ero commosso, i girini sguazzavano felici, come porcelli nella melma, dentro il fiume delle mie lacrime, i pesciolini rossi dall'acquario chiedevano a gran voce di potersi immergere nel liquido sorgivo dalle mie pupille. Appena cancellato il post, queste acque pure si sono trasformate in acque putride, avvelenate, i girini sono schizzati via incazzati neri, rifugiandosi n...

La motozappa e i merli

In questi giorni, tra un temporale e l'altro, sto 'passando' la motozappa nel mio orticello.  Quando (dopo tira e molla, più tira che molla, perché si è viziata e mai che parta al primo o secondo strappo dell'avviamento) finalmente si mette in moto, una volta instradata sul percorso da macinare, il suo ronfare concilia i pensieri, interrotti ogni tanto dal soprassalto della macchinetta quando trova terreno più secco o sassi fuori misura.   Durante il lavorìo della terra questi pensieri sono simili a quelli della notte, quando ci si sveglia e (passato il tempo del conteggio delle pecore, bucolico in epoca lontana, ma ormai desueto) per agevolare il ritorno del sonno si pensa, si pensa a tutto: a un ieri lontano, a uno più prossimo, all'oggi, ma soprattutto al domani e al domani futuro.   Con una motozappa fra le mani non ti puoi abbiocare, come succede sovente alla guida di automezzi su strada. Intanto per lo scotimento continuo e poi per il baccano che un motore di...

Non entro dalla porta, passo dalla finestra....

Premessa: c'è un emerito professore che si accinge a partorire il secondo frutto del suo genio; il termine della gravidanza è previsto per settembre prossimo; le doglie sono già iniziate, con l'annuncio di un momentaneo stop del suo blog per la revisione dell'opera. A pensarci bene, questo in prossima uscita è il terzo parto, visto che al primo libro ha fatto seguito la creazione del blog che mi ha aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo. Perlomeno, dopo la lettura del libro ho scoperto quel blog, per cui per me è come fosse nato allora. Rompiglione come talvolta mi picco di essere, avevo preparato un commento al suo annuncio di tregua blogghistica (so che, forse, dovrei battere 'bloggistica', ma non mi piace; preferisco rovinare un termine inglese italianizzandolo). Senza falsi pudori mi era sembrato ben riuscito; un po' lunghetto, ma bellino. Come al solito, ho seguito attentamente le istruzioni, ho pigiato il tasto 'pubblica post' e la stramale...