sabato 23 febbraio 2013

Fine prima parte

I comizi son finiti (ite,missa est), andiamo a meditare; alla finestra non si può più affacciare nessuno, per almeno tre giorni.
Dopo i tre giorni canonici, qualcuno risorgerà, altri giaceranno, comunque sugli scranni, comunque gaudenti a spese nostre.
Nella prima parte dello spettacolo, tipica commedia all'italiana, abbiamo sentito di tutto, sovente anche di più.
Armiamoci di tronchese da pota e sfrondiamo tutto quello che riteniamo fuori dalla realtà; sfiliamo i lombrichi infilati nell'amo, per fare abboccare chi sia convinto della buona fede di chi lancia la lenza; stendiamo il bianchetto sugli insulti, sul disprezzo che reciprocamente si sono scambiati i concorrenti, sui sondaggi, sui paroloni, sulle promesse...
Fatto questo, da quel che resta dovrebbe scaturire un voto meditato, un voto in cui si crede, un voto che comunque dovrebbe dare un volto nuovo a questa politica, macilenta, decrepita, respinta.

Foto Fubirai
Lo so, abbiamo tutti la testa gonfia, prossima all'esplosione, per tutto quello che abbiamo sentito, per quel che è stato detto, e anche per quello che non si è sentito dire o a malapena accennato.

Foto Fubirai
Guardiamo bene negli occhi chi andremo a votare; talvolta il viso nel suo totale potrebbe ingannare, portando a scelte affrettate, di cui già lunedì sera potremmo esser pentiti.

Foto Fubirai
E non andiamo al seggio incazzati, rilassiamoci, una bella colazione, un pranzetto della domenica, due coccole prima di uscire di casa: in teoria, chiunque vinca non sarà la fine del mondo. Forse. Dipende da chi.
Foto Fubirai
E non crediate di essere furbi non andando a votare, con la scusa di non appartenere a nessuna delle categorie in lizza: se pensate che sia opportunistico arrivare al sodo del dopo voto, sappiate che quello che dite di sentire adesso (che oggi è un 'sentito' comunque universale) potrebbe diventare permanente.

da Google
Per parte mia una figuraccia l'ho scampata, in campagna elettorale i gatti, per fortuna, sono stati ignorati. O, forse, non fu fortuna, ma conoscenza dei felini, se prima non dai loro da mangiare, col cavolo che stanno in braccio a farsi coccolare; e anche dopo è tutto da vedere.

da Google
Fermo restando che, comunque vadano le cose, non ci sarà alcun motivo per sganasciarsi di risate, né per chi va a votare, né per chi non va a votare, né per chi voterà scheda bianca, né per chi la coprirà d'insulti o schizzi osceni...
Foto Fubirai

Chiosando, tanto per chiosare:
domani, o poidomani non lo so,
andrò a votare.
Vorrei votare per il meglio,
ma, detto francamente, 
questo meglio non c'è,
o sarà che solo io non lo vedo.
Rischierei di votare per il peggio,
ma anche questo,
altrettanto francamente, non lo vedo.
Forse perché ritengo, magari sbagliando, 
che cambiando i suonatori
la musica non possa esser diversa;
se non si cambia lo spartito,
sarò costretto a dare il voto
a chi ritengo sia il meno peggio.
E, per quanto possa valere nel conteggio, 
non sarà moralmente un voto positivo.

Buon voto a tutti

mercoledì 20 febbraio 2013

Nuvole



Nuvole, in cielo, passano e se ne vanno.
Nuvole, nella vita, passano lasciando il segno.

Qualche giorno fa, in un blog ho letto la poesia di una poetessa che raccontava a modo suo quello che è l'amicizia.
Come quasi tutte le poesie, la metaforizzava descrivendola come un filo d'arcobaleno, colorato e vivace, e calcava la mano sul fatto che l'amicizia non abbia bisogno di essere, fisicamente, presente per avere un valore suo.
Secondo la poetessa, un amico, per essere tale, non è necessario che riempia di regali, che non dimentichi i compleanni, che non ti offra (lei dice, e mi ha fatto pensare alla Merini) le sigarette, insomma che ti sia d'aiuto o di supporto alle tue necessità.
Secondo lei, un amico è... un amico, punto e basta.
Una poesia opinabile, non come tale, ma per il contenuto da interpretare soggettivamente.
Nei commenti al post ne ho trovato uno, che mi ha colpito, e che qui propongo:

"Perdonatemi, dissento. A me non basta lo sguardo: io vorrei aiuto, solidarietà, gesti concreti. Lo sguardo lo lascio all'Entità, che sia benevolo o torvo. Gesti concreti, sì, che siano parole, o vicinanza fisica, o consolazione, o stare con me all'ospedale, o mentre piango nel mio soggiorno, o se mi dispero perché ho le mie paure. E se avessi bisogno di cinquemila euro, bé... anche quelli! Cosa ci stiamo a fare, altrimenti?! Amici! Con tutto il rispetto, che le nostre esistenze s'incontrino "in un punto all'infinito", forse va bene per gli Angeli: io sono terrena, e voglio fatti, dimostrazioni, testimonianze. Soltanto così mi sento amata, altrimenti non parliamo di amicizia, che è calore, vicinanza, disponibilità, gentilezza, virtù!
Ah, dimenticavo: io amici non ne ho, li ho lasciati andare tutti: forse perché interpretavano l'amicizia con le identiche intenzioni e comportamenti della poesia, che, infatti, non mi piace per nulla.

Lo dico umilmente, figuriamoci: io non sono assolutamente nessuno! Ma un parere contrario lo rispettiamo, giusto?".

Ciascuno può valutare a suo piacimento questo commento.
A me ha infuso un'amarezza infinita, pur nel rispetto del suo parere, esplicitamente richiesto nel finale.
Ritengo che la commentatrice abbia fatto confusione tra l'amicizia e la solidarietà.
La solidarietà può, sovente deve, essere offerta in ogni occasione sia richiesta, e anche quando non lo è: i vigili del fuoco, le forze dell'ordine, il privato cittadino, sono 'tenuti' a darla quando le vicende della vita lo impongono.
La solidarietà non richiede d'essere abbinata all'amicizia.
L'amicizia nasce e si alimenta con altri fattori, in cui la solidarietà è compresa come fatto occasionale, marginale e a senso unico. 
Due sensi unici che si incontrano creano quello stato di fatto chiamato 'amicizia'.
Questo, chiaramente, a parer mio, anche questo umilmente esposto.
Nella pagina che sto battendo risulta evidenziata  una frase, che, di tutto, a me sembra la più amara; non l'ho evidenziata io, è venuta così dal copia-incolla per postarla. Questo fatto, casualmente appropriato, mi fa pensare che Blogger sia un ente con intelligenza propria che decide cosa, di un testo, debba risaltare di più per essere meglio commentato.
E io non la commento per dispetto, il testo che la precede non potrebbe portare a una conclusione diversa.
Essere privi di parenti e vivere felici è possibile; senza amici, per come li vedo io, è impossibile.

In contrasto con l'ode a un'amicizia 'obbligatoriamente' solidale, esiste da parecchi anni l'amicizia cosiddetta virtuale.
Per farla breve, tipica è quella che nasce tra le persone che frequentano i network, nel nostro caso i blog by Blogger.
Qui siamo agli antipodi di come vede questo sentimento la commentatrice: si fa amicizia con persone mai conosciute prima e che, probabilissimamente, mai si conosceranno.
Fisicamente.
Ciò non toglie che le gioie, i dolori, le sofferenze, le ansie, i problemi, in blog finiscano condivisi, partecipati, fatti propri da chi li interpreta come fossero vicende personali, che toccano da vicino.
Più che altrove, qui la solidarietà fisica è pressoché impossibile: 
vuoi per le distanze, sovente incolmabili (non è pensabile, ad esempio, andare a portare un abbraccio e un sostegno a uno che sta, per dire, in Germania, e che oggi affronta un esame di quelli che fanno tremare i polsi, e avrebbe piacere di avere vicino il calore di tanti amici), 
oppure essere accanto a un'amica, virtuale quindi tecnicamente sconosciuta, che sia ricoverata in attesa di un intervento di quelli che (se si è in fase più che positiva) sono catalogati come "o la va o la spacca".
Beh, io oggi sono in Germania, e sono abbastanza minuto da riuscire a infilarmi insieme a questo paziente (peraltro già impaziente di suo, che il malanno da esaminare esaspera al massimo) in un accidente di tubo che gli dirà sì o no, in entrambi i casi da interpretare successivamente.
E sono anche in quell'ospedale, senza poter essere utile in alcunché, ma tenere la mano di quest'amica nella mia sarà un modo per darle forza, per farle sentire il calore di un'amicizia lontana eppure virtualmente così vicina.
  
Ai due amici, con lo stesso identico affetto, risparmio le parole e mi affido a un'immagine, che interpreti il mio pensiero: 


L'immagine delle nuvole con il rosso di sera all'orizzonte sono mie fresche di ieri in tarda serata. 
Quella del tacito messaggio è di Archibald Pratchett della banda de "Al Tamburo Riparato", 
prelevata con preavviso, quindi non propriamente rubata. 

mercoledì 13 febbraio 2013

IO DICO NO AL CAPTCHA



Aderisco volentieri a questa giornata

IO  DICO  NO  AL  CAPTCHA

Inutile paletto ai commenti, 
scoraggia anche la lettura dei post, 
sapendo di dover poi dimostrare 
di "non essere un robot".
Senza alcuna utilità pratica: 
non blocca eventuali imbecilli
che vanno per blog 
a rompere le palle,
e magari sono proprio dei robot
che non hanno altro da fare.

Chi ce l'ha, 
per favore, 
lo tolga.

GRAZIE


Un doveroso grazie all'Alligatore per il lancio di questa Giornata
e a Milena (blog petrolio-muso) per i loghi che la identificano

lunedì 11 febbraio 2013

Dimissioni del Papa

Dolcetto o scherzetto?

venerdì 8 febbraio 2013

Grazie Greis (aggiornamento)

Mister John Lennon  è tornato
al paese in cui l'ho più volte mandato,
grazie alle dritte da vera maestra
di GREIS,  che sempre sia lodata,
della Val Gina regina a riposo.
A lei questo mazzo di fiori
per dirle grazie, infinite grazie:


♥♥♥    i fiori da Google, i cuori da me    ♥♥♥

A tutti gli altri, che alla mia pena
hanno partecipato,
un grazie di cuori
(licenza poetica)
uno per uno fa male a nessuno.

♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥


Alla prossima, sperando non sia un altro guaio.

Aggiornamento

Ad uso e consumo di chi, come me, naviga nella nebbia del web, metto a disposizione le note scritte (scribacchiate) delle disposizioni ricevute da Grace per eliminare il mio Lennon. Non avendo a disposizione due pc, uno per leggerle e l'altro per applicarle, le ho messe su due foglietti a portata di mano, che la frenesia dell'arrivare al 'dunque' mi ha impedito di rendere più leggibili. Avrei potuto batterle su World, ma ho pensato che i documenti originali passano alla storia, mentre le copie finiscono nel cestino.
Non so se saranno utili a qualcuno; a me lo sono state, tra l'altro mi pare di capire che questo sia il modo da seguire per bannare gli indesiderati.
Sperando che non lo collaudiate proprio con me.

Ho dovuto mettere lo sfondo, poiché non mi prendeva il documento
Ciao a tutti.

mercoledì 6 febbraio 2013

Caro signor Lennon

da Google
Più precisamente John, John Lennon, alla 007.
Escludendo che Lei sia il Lennon che conosco io, virtualmente come conosco Lei, mi permetto di portare alla Sua attenzione questa lettera, aperta come si conviene tra persone che non hanno nulla da nascondere, per chiederLe un paio di cosette di mio interesse.
Ovviamente non mi aspetto risposte; non le dànno i "grossi" politici a risposte sensate, chiederle a Lei per queste sciocchezzuole mi sembrerebbe offensivo.
Dunque, Le chiedo:
☻ cosa diavolo è venuto a fare nel mio blog,
☻ cosa precisamente si aspetta da me,
☻ cosa Le ho fatto per sparami 45 post, uno appresso all'altro, segnalati tutti come emessi "1 giorno fa", manco li avesse sparati a mitraglia,
☻ tutti rigorosamente in lingua inglese, che io apprezzo ammiro adoro... più che altro nelle canzoni, ma della quale capisco una beneamata cippa,
☻è pur vero che c'è la barra di traduzione del signor Google, maestro del genere che di meglio non ce n'è,
☻ ma è altrettanto vero che le traduzioni di questo signore il più delle volte riescono a trasformare una commedia in tragedia e viceversa, 
☻ tant'è che, in calce a questo scritto, Le propongo la sua traduzione by Google, per darLe la possibilità di farsi due risate, tipo quelle che vengono spontanee leggendo in pseudo-italiano quello che Lei leggerà in pseudo-inglese.
E vorrei, altresì, sapere come ha fatto ad entrare nel mio blogroll, visto che nella lista delle mie letture preferite non risultano né John, né Lennon, né Sgamen, né Personal, né Tech, che sono, nell’ordine, le voci di lancio dei suoi post.
Ho capito, per quel poco che sono riuscito a capire, che Lei sponsorizza le nuove tecnologie, i nuovi gadget, invogliandone l’acquisto o l’adozione.
Che con me è come seminare il miglio nel mare, anzi nell’oceano: su queste cose, gnocco nacqui e tale sono rimasto, nonostante tutta la buona volontà.
Il massimo che sono riuscito ad apprendere è l’uso di una tastiera, la visione su un monitor, l’accensione/spegnimento della ciabatta, quando mi va bene riesco perfino a stampare qualcosa che mi interessa (sotto il tavolo porta-pc tengo una bottiglia di spumante e faccio prosit ogni volta che mi riesce la stampa)…
Quando uno di questi aggeggi (o tutti insieme) va fuori uso, mi blocco, chiamo il 911 e aspetto i soccorsi.
Vede, caro John, potrei anche fregarmi altamente della sua intrusione, poiché, come diceva una cara amica, “nel piatto del buon dio mangi tu e mangio anch’io”; il fatto è che sono (quasi) sempre in arretrato con la lettura dei blog amici, e facendo scorrere il blogroll, i suoi 45 post in sequenza mi fanno innervosire, rubando minuti preziosi alla mia ricerca.
Tra l’altro, ho notato che in nessuno dei numericamente citati post risulta presente uno straccio di commento; ho la vaga impressione che questo mio scritto sia l’unico riscontro che Lei ha raccolto nel corso della sua lunga fatica.
Per farla breve, La invito (come farei con il venditore della Folletto o con i Testimoni di Geova o con chi tra poco verrà porta-a-porta a chiedere voti) di lasciarmi in pace, a sgamare, come già previsto nell’intestazione del Suo blog.
La ringrazio per la cortese attenzione e, con il massimo della simpatia, La saluto.

from Google


Dear Mister Lennon
More precisely, John, John Lennon, to 007.
Excluding that you both Lennon I know, virtually as you know, I would like to bring to your attention this letter, open as you would expect from people who have nothing to hide, to ask you a couple of things of interest to me.
Obviously I do not expect answers, do not they give the "big" political sensible answers, ask to you for these silly it would seem offensive.
So, I ask you:
☻ what the hell is he doing in my blog,
☻ what exactly is expected of me,
☻ what I have done to shoot me 45 posts, one after the other, all reported as issued "1 day ago", I miss them had fired a machine gun,
☻ all strictly in English, which I appreciate admire adore ... more than anything else in the songs, but of which I understand a beloved chip only,
☻ it is true that there is the translation bar Mr. Google, master of the genre best that there is none,
☻ but it is equally true that the translations of this man most of the time can transform a comedy to tragedy and vice versa,
☻ so much so that, at the bottom of this paper, I propose its translation by Google to give you the opportunity to laugh, like the ones that are spontaneous reading in pseudo-Italian what you read in pseudo-English.
And I also know how did you get in my blogroll, because the list of my favorite books are neither John nor Lennon or Sgamen or Personal, or Tech, which are, in order, the voices of launch of its post.
I understand, from what little I could understand, that you sponsor new technologies, new gadgets, invogliandone purchase or adoption.
That to me is like sowing millet in the sea, even in the ocean: on these things, that I was born and dumpling, despite all the good intentions.
The most you are able to learn is the use of a keyboard, viewing on a monitor, turn on / off the power strip when it's okay I can even print something that interests me (under the table I keep a door-pc bottle of sparkling wine and I prosit whenever I can print) ...
When one of these contraptions (or all together) is not working, I'm stuck, I call 911 and wait for help.
You see, dear John, I could fool me highly of his intrusion, since, as a dear friend said, "in the course of the good god you eat and eat it too", the fact is that they are (almost) always behind in reading blog friends, and sliding the blogroll, its 45 posts in sequence annoy me, stealing precious minutes to my research.
By the way, I noticed that none of the above post is numerically present a shred of comment, I have the vague impression that my writing is the only acknowledgment that you have collected in the course of his long labors.
In short, I urge you (as I would with the seller of Sprite or Jehovah's Witnesses or those who soon will be door-to-door to ask for votes) to leave me in peace, sgam, as already provided in the header of his blog.
Thank you for your kind attention and, with the greatest affection, I greet you.