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Visualizzazione dei post da giugno, 2010

Rosa e Chiara, la fine

Non mi risultano risposte, verbali scritte fisiche, da parte di Rosa al messaggino di Chiara. Poco dopo, tra l'altro, la classe è stata divisa in due sezioni, A e B, per cui gli incontri tra le due si sono diradati, anzi evitarsi era diventata norma. Una di qua, l'altra di là. La divisione della classe era stata messa in atto con una manovra un po' ambigua: un paio di strane iscrizioni avevano consentito di superare il numero massimo di studenti per la classe, da cui l'inevitabile scissione. Completati i quadri per le due classi, quel paio di iscrizioni erano state disdettate. Cosa fatta capo ha, la divisione è andata avanti per due anni consecutivi. L'assegnazione all'una o all'altra sezione, avvenuta per sorteggio, aveva casualmente favorito la divisione delle due "amiche". Quest'anno, con le modifiche imposte dalla signora dell'istruzione, si procederà al riaccorpamento originale. Questo creerà un paio di piccoli problemi: uno logistico

27 giugno, assemblea di condominio

Ci sono situazioni della vita che mi inducono a pensare di essere fuori dal mondo. Una di queste, ed è la seconda volta che mi capita, è l'assemblea del condominio. Del nostro condominio. Un palazzotto con 15 unità abitative, compreso un piccolo ristorante filo strada, che in passato ha creato qualche malumore, per il baccano serale e per gli odori di fritto nauseabondi. Da un po' di tempo ha smesso di essere un problema, vuoi per la crisi, vuoi per la pizza che fa schifo perfino a me, che già non la amo più di tanto, vuoi per il cuoco che non ispira fiducia.  Per stamattina, ore 9.30, è prevista l'assemblea; in seconda convocazione, secondo il regolamento. Le raccomandate A/R sono partite inizio mese, le cartoline sono rientrate, timbrate dalla posta e firmate dagli interessati.  A me, quando sento parlare di assemblee di condominio si risveglia quel pizzico di sadismo che penso sia, represso, in tutti noi. Le cronache, le barzellette, i sentito dire, le rappresentano di s

Ecco come gli europei vedono noi italiani...

Ho trovato questo video per caso, mi è piaciuto e ve lo porgo. Magari sono l'ultimo ad averlo scoperto, se lo avete già visto passate oltre. :)

Rosa e Chiara

La vita è una rappresentazione teatrale. Siamo su un palcoscenico e recitiamo. Chi a soggetto, chi su trame pensate da altri, chi facendo scena muta per una vita intera. Siamo attori e nel contempo spettatori; talvolta ci crediamo registi, pensiamo di essere noi, in prima persona, a dirigere la rappresentazione. Invece stiamo recitando la parte di regista, ma sempre come attori/spettatori. Oggi voglio alzare il sipario su una scenetta, rilassante dopo le delusioni sportive, dopo i fondati timori sull'oggi e soprattutto sul domani. La scenetta che vado a raccontare ha poco a che vedere con quanto detto fin'ora: è un piccolo spaccato di vita quotidiana, una piccolezza che aiuta a capire come gira il mondo oggi. Sul palcoscenico due ragazzine, che chiamerò Rosa e Chiara. Rosa, come il fiore o come il colore che un tempo tingeva il futuro. Chiara, come il giallo paglierino delle urine. Rosa è figlia di una ragazza madre. Non madre per incidente su un percorso amoroso sbagliato o fi

CO2, nel mio piccolo

(Sbatacchio queste righe nella convinzione che ormai la faccenda interessi più a nessuno. Le scrivo per i posteri: se la fine della Terra sarà nel 2012, andranno perse nel disastro; se, come dicono alcuni scienziati non astrologici, l'uomo sparirà da questa Terra fra cento anni, spero che qualcuno, allo scadere dei termini, prenda atto che qualcosa, nel proprio piccolo, ciascuno poteva fare e non l'ha fatto. Perché sono convinto che non sarà un asteroide o un altro accidente dall'universo a farci sparire: stiamo lavorando alacremente per distruggerci da soli, per "toglierci di mezzo", alla ricerca del suicidio universale. Il biblico diluvio credo sia stato un grande acquazzone, descritto come castigo divino per non ho capito bene quali peccati. In confronto a quanto sta accadendo da decenni a questa parte, quel diluvio deve essere stato non più di una pioggerellina di marzo, e mentre quella picchia argentina sui tetti, quello che stiamo combinando i tetti non li

Inquinamento, pazzia collettiva

Il vento sta fischiando, altro che vuvuzela... La bufera urla, da disperata... In lontananza, il mare biancheggia, e non si capisce se è bianco d'onda, o l'ennesimo travaso delle porcate umane. Le scarpe sono rotte, ma chi se frega, ho già messo gli zoccoli, e li toglierò verso fine settembre se tutto va bene; salvo rottura dei piani per non previsti battesimi cresime matrimoni sepolture e affinerie varie. Persino il Comune, dopo un periodo di divieto di accesso agli zoccolanti, ha riaperto i battenti ai poverelli che, abitando in riva al mare, ritengono di poter entrare nel tempio comunale scalcagnati e, solo alcuni, sciabattanti. Alle scarpe penserò ai primi d'autunno. E' il quadro più favorevole per parlare della famosa/famigerata CO2. A vederla così, questa sigla, sembra il secondo girone della serie C di calcio, invece si tratta della rilevazione di gas e porcherie varie che facciamo salire verso l'atmosfera. Da qui ci tornano sulla testa, sulla terra e nei pol

Sette giorni dopo...

Immagine
In giardino ho un albero di limoni. Visto che si dice che anche gli alberi pare abbiano un’anima, l'animaccia di questo è probabilmente juventina. Ha lavorato notte e giorno per sfornare il limone della foto. Per sfottere, dopo sette giorni… Descrivo: il vasetto di nutella, presente solo per il raffronto, è da 750 grammi, vetro escluso. Il limone pesa esattamente 499,98 grammi, buccia compresa. Vista la premessa, la tentazione di segare questo albero è fortissima. Mi trattiene il fatto che dai suoi limoni ricavo un ottimo limoncello. Che, per chi è astemio, è veleno come tutti gli alcoolici, birra esclusa (ogni riferimento a fratello Luppolo è casuale, che sarà comunque fulminato dall’abbinamento della foto). Per me è preventivamente curativo. Sul numero di giugno di “test Salute” edito da Altroconsumo, c’è un articolo che accusa le case farmaceutiche di inventarsi malattie per immettere sul mercato medicinali ad hoc, che in pratica servono a curare malanni inesistenti. Un modo com

E' andata...

Malamente, ma è andata. Dispiace, ovviamente, ma era nell'aria. Il Brescia, al di là delle polemiche, ha confermato il suo diritto al terzo posto. La giustizia proclamata è una cosa, il tifo un'altra. Chiudo. Il tifo è in lutto. Saluti e grazie a chi ci ha sostenuto (la gobba dovrete giustiziarla ancora voi).

Ritiro interrotto...

I ritiri, di solito, si fanno anche per meditare. Un ritiro prima di una gara, dovrebbe consentire di concentrarsi su questa nel modo più assoluto, lasciando, come si dice, fuori dalla porta pensieri o interessi diversi, che potrebbero distogliere dallo scopo unico della vittoria. Il ritiro è un po' la camera caritatis, in cui si possono pensare, e poi dire, cose che vanno magari contro il momento contingente, ma di solito sono la vera verità. E, come tutte le verità, può non fare piacere dire o sentirsi dire. Dopo la premessa, passo al cosiddetto dunque. Fra una manciatina di ore è in programma una partita di calcio, gara di ritorno che darà l'accesso a chi la vince di salire all'olimpo della serie A. Traguardo che entrambe le contendenti hanno inseguito per tutto il campionato. Il tifoso, che qui immeritatamente scrive, spera nella vittoria, e conseguente salita, della squadra per cui "tifa". Lo sportivo, uscendo dalla camera caritatis, essendo oltre che sport
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Giovedì, un giorno da leoni

Non so se capita a tutti di avere la convinzione di un giorno, diciamo, negativo nella vita. Che può essere a cadenza settimanale, mensile, annuale, o addirittura un giorno della propria vita che si preferirebbe non avere mai vissuto. Io credo che il mio giorno da evitare sia il giovedì. Già in un post precedente avevo raccontato di un giovedì, quasi nella sua pienezza, comunque già ben messo come accadimenti della giornata. Torno su un giovedì non lontano, ieri per la precisione. Alla fine dell'esposizione vedrò di trovare una rima adatta, che completi il titolo, anche se so che la scelta sarà molto ristretta. Adunque: sveglia, e poi tutte le operazioni che si fanno ogni mattina, da appena svegli a dopo colazione. Le donne hanno fatto una capatina al mercato, per visitarlo con l'aria un po' fresca del primo mattino. Più che per comprare qualcosa, ci vanno per comareggiare con le conoscenti: tizio è all'ospedale, caia se la fa con, sempronia si è comprato, ma fino a ier

Martedì, un giorno vale l'altro

Martedì mattina, caffè, sigaretta, bagno, colazione... Un giorno come un altro. Devo andare a pagare la Tari, ché il tempo concesso per il pagamento sta per scadere. In posta l'afflusso dei pensionati dovrebbe essersi ridotto, altrimenti rimando a domani. Qui la raccolta spazzatura non crea grandi problemi, i cassonetti vengono svuotati abbastanza regolarmente.La raccolta differenziata, dopo un lancio promettente, è andata a schifio: il Comune aveva dato a ciascuna famiglia due secchielli, sacchetti di plastica in diverse colorazioni, per consentire la separazione tra umido, vetro/plastica e carta. Anche i cassonetti riportavano la divisione dei generi di rifiuto. Per un certo, breve, periodo ci siamo sentiti i migliori della zona. Poi ci si è accorti che lo stesso mezzo accoglieva nel suo ventre tutto ciò che trovava, indistintamente. Così, piano piano, siamo rientrati nella norma. Devo anche pagare l'Imu/Tasi, su un terreno, area edificabile. Questo terreno sono stato

Punto interrogativo...

Sono zio di una nipote diciasettenne, che frequenta (che frequentava, visto che l'anno scolastico è ormai alle spalle) la seconda liceo, in un piccolo paese di mare. La scuola è adeguata al paese, piccola e malandata, come edificio, quanto basta per essere inserita tra le vergogne dell'edilizia scolastica. Non siamo ancora al crollo dei soffitti, ma è suggerimento comune di zompare uno per volta, in due ci sarebbe il rischio, in tre il crollo quasi certo. Non c'è uno straccio di palestra e anche le aule sono a capacità ridotta. Per dire: nei tagli governativi viene ribadita la necessità di accorpare le classi, per tagliare insegnanti e quindi risparmiare, per salvare il bilancio dello Stato. Il problema, qui, non è nel numero degli studenti per classe, min/max, ma nella mancanza di aule capaci di contenere questi accorpamenti. A meno di fare scuola sotto gli abeti del giardinetto attiguo alla scuola; che poi, lo fanno in Africa, non si capisce perché non si possa farlo anch