giovedì 23 dicembre 2021

martedì 7 dicembre 2021

TIM adventures

 Prologo: la legge del Menga

Tutti la conoscono, tutti ne siamo, prima o poi, poco o tanto, vittime. È quella legge che solitamente violenta la buona fede, con l'introduzione (honni soit qui mal y pense, anche se quel pensiero corrisponde alla realtà) virtuale di un qualcosa che finisce per dolere quanto altra intrusione corporale, dolorosa e umiliante.
La si definisce bonariamente come la “famosa legge del Menga...”, cui i puntini sospensivi evitano l'avvilente rima di chiusura.
Ci sono poi leggi del Menga che nei loro formati, chiaramente anacronistici e dolorosi, possono fregiarsi (senza offesa alcuna e senza nulla togliere a possibili definizioni peggiorative) famigerate, affatto comprensibili e comunque inconcepibili, perlomeno da mente umana.
La legge del Menga formato TIM è una di queste.
Ne vado a parlare, ancora fresco di una dolenzia che il pudore innato mi impedisce di meglio raccontare.
Cercherò di essere più chiaro possibile, pur essendo compito arduo, tentando di contenere il mio sentimento nel minor numero possibile di parole.
Dunque, partiamo dal presupposto di essere cliente Tim da decenni. Fortuna volle che in tanti anni i guasti alla linea siano stati sempre risolti direttamente alla fonte, senza interventi diretti nell'abitazione.
A suo tempo, per essere adeguati alle nuove esigenze che quasi impongono l'adesione ad internet, ti sei munito di un modem/router che porta in casa, tramite la linea telefonica, quel marchingegno chiamato adsl e, collegata, la possibilità di connessione remota tramite wifi. I termini li metto come li conosco, pur essendo scarsamente illuminato sulle modalità che ne consentono l'uso.
Quel modem/router, ovviamente Tim verace, era stato fornito con un prezzo d'acquisto spalmato su un certo numero di anni, col tempo variati in base a nuovi costi in costante lievitazione, sia gli uni che gli altri. Un trucchetto per vincolare l’utente (altrimenti noto come cliente e, in seguito, paziente; soprattutto paziente) alla casa madre della telefonia, limitando le transfuganze verso altri gestori che (come Tim da parte sua) spendono milioni in pubblicità accattivanti per rubarsi a vicenda quanti più utenti possibile.
Fedele nei secoli, sovente obtorto collo a causa della, a suo tempo provata, inaffidabilità degli altri gestori, quel modem/router era stato pagato per intero, diventando di proprietà non più legata agli addebiti in bolletta.
Quando si diventa proprietari di un qualcosa, un sospiro di sollievo sale, prima dal cuore e poi dal portafoglio, sia che si tratti di una vettura, di una casa, di una dentiera o di un monopattino. Ed era valso anche per la proprietà, assoluta e legalmente acquisita, di uno scatolino di plastica, col suo ripieno di stregonerie. I pagamenti dilazionati consentono a chi cede un bene di restarne proprietario fino all'esaurimento delle quote concordate di pagamento, e fin qui non ci piove.
A un certo punto del cammino, una strana vicenda, mai chiarita, mi aveva costretto a cambiare numero telefonico. Tim for ever, era venuto un tecnico specialista per la verifica della linea, rimasta invariata, e per il collegamento a questa, ove fosse stato possibile, del benedetto modem/router, da non molto divenuto parte integrante della famiglia di aggeggi che (dicono, sovente mentendo) semplificano la vita. Fu possibile.
E all'epoca nessun tecnico o comunicazione specifica da parte del gestore avvisava che con la proprietà la garanzia di assistenza sarebbe cessata. Davo per scontato che questa fosse legata al pagamento del canone: se un bene è virtuale, e i servizi telefonici lo sono, e l'inoltro di questo bene cessa, per i più svariati motivi, che senso ha il rifiuto di assicurare che il ripristino avvenga e che l'assistenza duri fino alla cessazione del servizio stesso?
Il tempo passa e non sempre le ciambelle riescono col buco, e quando il buco manca diventano pizze o, peggio, frittate. La mia frittata la sto ancora consumando, tanto si è rivelata indigesta.

Cronaca in differita

Notte tra venerdì 26 e sabato 27 di novembre. Era stata "una notte buia e tempestosa", proprio come l'incipit del romanzo di Snoopy, mai andato oltre quello. Temporali a catena, con lampi, tuoni, acqua a bidonate, e un vento che pareva far tremare i muri.

Danni esterni relativi: tavolini e sedie di plastica, residui del periodo estivo, accatastate contro la rete di recinzione del giardino, il telone sopra il dondolo estirpato e abbandonato al suolo,  appesantito dalla pioggia; niente di che, a confronto di altri guai in giro per la Penisola.
In casa, a parte la corrente che per tutto il giorno va e viene, rivà e riviene, il computer non risponde all’accensione mattutina. Il modem/router presenta solo una lucina verde accesa, quando dovrebbero essere tre, allineate in alto; una ascendente lampeggia e, presumibilmente, indica la ricarica del modem.
Con l’illusione che si tratti di un guasto alla linea, forse alla centralina, distante un paio di centinaia di metri da casa nostra, in mattinata mi rivolgo al mitico 187, perenne grande fratello che tutela l’apparato tecnologico che è supporto alle comunicazioni. Questo aveva preso in carico la segnalazione, assicurando la rapida soluzione del problema.
Sabato e domenica, ovviamente tutto il mondo si ferma: niente telefono fisso, niente computer, i cellulari (sotto altro gestore) solidarizzano con il resto silente, e anche loro si mettono a riposo alternato.
Lunedì 29: tutto taceva, nulla si muoveva: avevo riprovato col 187 (tasto 1, tasto 2) e una voce registrata che mi aveva invitato a confermare il sollecito. Poco dopo aveva chiamato un tecnico da remoto, chiedendo informazioni sul collegamento, effettuava delle prove e stabiliva che il modem era defunto. Rip.
Martedì 30: avevo insistito col 187, deciso a scassargli i pendenti pur di avere risposte. Altro tecnico, prove, conferma della condizione de cuius del modem, aveva preso i dati di contatto per inoltrare la richiesta di sostituzione. Alleluja!
Stesso giorno: chiamata da 187... incredibilmente doveva trattarsi del contatto previsto per le modalità di consegna del nuovo modem. Incredibilmente, appunto: era un tentativo di sondaggio sulla soddisfazione dei servizi Tim. Avevo glissato, chiudendo semplicemente la chiamata, non essendo in grado di esprimere un giudizio sereno. Ignorando che il peggio doveva ancora arrivare...
Mercoledì 1° dicembre: sul cellulare aveva chiamato un tizio dicendo di essere della Tim, inviato per la verifica dell'impianto e procedere alla chiusura della pratica relativa. Dopo attente prove con un tester confermava la dipartita del modem, dopo di che avevamo iniziato una conversazione dal sapore kafkiano che, una settimana dopo, era ancora in corso, con un cambio continuo di corrispondenti avversi.
Il ‘mastro’ spiegava che, essendo il modem di proprietà, la sostituzione non poteva avvenire in automatico, bisognava chiamare il 187 o recarsi a un Punto Tim e provvedere all’acquisto di un modem nuovo. Domanda spontanea e affatto ingenua: dove trovo un Punto Tim preposto a queste vendite? (Di cosiddetti punti Tim è pieno l’universo, ma sono dedicati al cosiddetto ‘mobile’, ai cellulari, e non sono punti esclusivi poiché trattano tutti i gestori di telefonia in un unico negozio).
Non lo sa, o non vuole saperlo… e qui gli zebedei già cadono al suolo, qui rimbalzando fino a sbattermi sui denti; una persona si spaccia (mi pare evidente) per tecnico Tim e non sa i punti di appoggio prossimi della sua casa madre? Ma dai!
Fatto sta che per trovare questo dannato Punto, in assenza di internet e wifi, avevo chiesto a un amico d'internet munito di trovarmi il recapito più vicino a me. Ce n’è uno a una quarantina di chilometri, abbastanza pratico da raggiungere, ma avevo preferito chiamare prima per non rischiare un viaggio a vuoto. E bene feci: a) per dare il modem ci vuole l’autorizzazione di Tim, che per ora non risulta; b) comunque non lo hanno e dovranno chiedere e attendere l’invio da parte di Tim, previa sua (sempre di Tim) autorizzazione. Grazie per avere chiamato e buongiorno.
Giovedì 2: mi ero ripromesso di chiamare ogni giorno il 187 fino a fusione del numero stesso, così ero tornato all'attacco, riuscendo (non per niente aveva ripreso a diluviare) a parlare con l'ennesimo tecnico. Che ripeteva la solfa dei suoi predecessori, via via smanettando per arrivare alla definizione del guasto; lo avevo avvisato che un suo esimio collega aveva già stabilito la morte del modem, ma lui voleva verificare di persona. E da questa sua verifica era venuto fuori che non il modem ma la linea era la fonte dei miei guai. Avrebbe subito inoltrato la segnalazione per mettere fine al disagio. 
Venerdì 3: ormai abitudine mattutina, avevo chiamato fratel 187, pigia qua pigia là era stata inoltrata la consueta richiesta di sollecito. Bene, finalmente!
Stessa mattinata: chiama un emissario (ormai definirli tecnici comincia a darmi la nausea) di Tim che chiede la posizione dell'abitazione per una verifica in loco. Era uno nuovo, munito di green pass ("altrimenti non potrei lavorare"), con valigetta di attrezzi e una scatola che mi aveva fatto supporre contenere un modem. Incredulo, avevo chiesto conferma che di quello si trattasse e, a conferma, il brillìo dei miei occhi avrebbe illuminato a luci natalizie tutto il corso principale, al pensiero che fossi arrivato al fondo del tunnel. Non ho champagne, ma una bottiglia di prosecco l'avrei sturata sul momento.
L'età, diciamo pure avanzata, mi ha insegnato a fare i passi adeguati a questa, ma ogni tanto c'è un risveglio di giovinezza che mi porta a corricchiare... ma basta poco per rendermi conto che non è più cosa. Nello specifico mi affido al coetaneo Trap quando diceva: "Non dire gatto se non l'hai nel sacco". Infatti...
Prove a conferma di un modem morituro, avevo azzardato il responso del giorno precedente, ossia che non il modem ma la linea erano da verificare. "Io vedo qui dal vivo, crede a me o preferisce dar retta a uno che chiama da Tirana?". Avevo sussurrato, con poca convinzione, che la chiamata era dall'Italia (così mi era stato precisato), ma, in vista di una imminente chiusura del caso, non avevo insistito più di tanto.
Si era collegato con non so chi, chiedendo indicazioni per la compilazione di una modulistica per l'intervento avvenuto, poi mi aveva dato un aperitivo amaro, che avrei poi saputo essere solo un bicchierino di olio di ricino in vista della tazza di cicuta.
Avendo il modem di proprietà il suo intervento sarebbe stato addebitato in bolletta; a questo era dedicata la sua attenzione nella compilazione del modulo sul tablet. A quanto ammonterebbe il costa della sua piacevole visita? Non lo sa, lo stabilisce Tim alla fonte.
Pazienza, visto che aveva appresso il modem nuovo avevo pensato che avrebbe segnalato anche la vendita dello stesso... No, avendo il modem vecchio di proprietà (questa storia sta diventando un mantra fastidioso) non poteva lasciare quello nuovo, posato in terra, solo da estrarre dalla scatola e collegare; tra l'altro, essendo logicamente di Tim, era 'autoconfigurante', quindi senza altri orpelli oltre al collegamento dei vari cavi.
Dovevo andare a un Punto Tim e procedere all'acquisto, senza cambio; l'importo sarà diluito in bollette che avranno la durata di 48 mesi. Così facendo, i futuri interventi saranno gratuiti per i quattro anni di durata della dilazione. Potrà decidere di pagare cash, in una botta sola, ma così perderà il diritto all'assistenza, da subito.
Bontà sua, forse impietosito da una situazione che forse a lui stesso appariva assurda, suggeriva che non era indispensabile che acquistassi un modem Tim, era sufficiente andare in un qualunque centro che trattasse prodotti telematici e prendere un modem generico... che, tra l'altro, sarebbe costato meno della metà di un modem Tim a parità di resa. Era andato oltre, indicandomi i centri più vicini; certo, il modem generico sarebbe stato da configurare, ma sicuramente l'assistenza sarebbe stata fornita al momento dell'acquisto, forse con l'aggiunta di qualcosina al prezzo di vendita. 
Avevo apprezzato la sua correttezza... la sua inusuale correttezza nei miei confronti, certo non verso la casa che gli dà lo stipendio, la quale, venendolo a sapere, forse avrebbe avviato una denuncia per alto tradimento. 
Grazie e a mai più rivederci.
Sabato 4: dal giorno prima avevo ritirato gli ambasciatori, visto che non c'era più motivo di dialogare con Tim; ma il suo velo 'assistenziale' aveva continuato a perseguitarmi. Alle 9 e 16' un sms mi comunicava che "in riferimento alla segnalazione xxxxxxx ci scusiamo del protrarsi del disservizio causato da problematiche di particolare complessità e ti confermiamo il nostro massimo impegno per la risoluzione nel più breve tempo possibile. Puoi verificare lo stato della tua segnalazione sul sito https://comunica.tim.it/?3Dh9 o sull'app MyTIM https://app.tim.it/asto. Grazie Assistenza Tecnica TIM".
Quello che solitamente viene definito dulcis in fundo, con la ciliegina del fatto che il sito era fuori uso da una settimana e che l'app, sovente data come alternativa all'infernale 187, mi dava solo l'importo della fattura in prossima scadenza. E offerte, offerte, offerte... regali, regali, regali...

Breve riassunto: cliente/utente Tim da un secolo e mezzo, pago il giusto canone mensile, acquisto da Tim un modem che pago nel tempo, divenendone proprietario. Nel secolo e mezzo trascorso qualche scontro dovuto più che altro a fatti commerciali (ritocchi al canone e poco altro). Guasti tecnici mai, fino al 26 novembre di quest'anno. La chiamata in causa per la (ritenuta dovuta) assistenza tecnica per un guasto occasionale, si è scontrata con tutta una serie di controsensi che mi lasciano tuttora basito. Tim sa benissimo che ero (ormai il defunto è già nel loculo) proprietario di un modem Tim, non ci mette molto a rilevare il danno; già alla prima chiamata al 187, che ad ogni tornata procedeva "al recupero delle informazioni" sul numero. E dopo una settimana vengo a sapere che col modem di proprietà non ho diritto all'assistenza gratuita, non ho diritto alla sostituzione del modem, e che Tim trova umanamente accettabile la presenza del tecnico col modem in casa dell'utente e consenta che questi se ne vada, insalutato ospite, dopo avere comunicato l'addebito dell'intervento, lasciando il paziente con un palmo di naso. E questo dopo una intera settimana di inusuabilità della linea telefonica e dei servizi ad essa connessi... Ma poi, perché diavolo si era portato appresso la scatola sapendo che il cambio non sarebbe stato possibile?
Per di più con una pioggia incessante (ma di questo la colpa è come sempre del governo [eternamente ladro] e assolvo Tim. Con riserva...
Il titolo iniziale mi pare sia ampiamente giustificato... e il bruciore conseguente pure.
  

Da adesso in poi la vicenda non riguarda più Tim, ma continuo a raccontarla per completezza d'informazione; stavolta sintetizzata.
Sabato pomeriggio: centro informatico nel paese, avevano il modem, e pure il tecnico disponibile alla configurazione. Era venuto, aveva verificato la linea, aveva montato il modem, configurato, tutte le lucine accese, wifi regolare... ma continuava ad essere assente la connessione ad internet. Qualcosa era saltato anche nel parallelepipedo noto come pc; verifica interna dell'elettrodomestico: nel bailamme temporalesco era partita anche una piccola scheda, quella appunto specifica per la connessione. Si era fatto tardi per recuperarla, quindi aveva rinviato il rendez vous al mattino di lunedì 6, non appena recuperata la scheda.
E in quel giorno  questo tecnico anonimo aveva mantenuto l'impegno a risolvere: molto presto era arrivato con la schedina, l'aveva montata... e luce fu. 
E fu la fine anche della bottiglia di prosecco ripescata dal frigo dopo la goduria precedentemente interrotta.
    
Epilogo

Ha ragione chi dice che un'immagine vale più di mille parole; vale ancora di più delle 2749 che ho usato per raccontare una situazione che, nella sua normalità incidentale, mi ha portato a conoscere più a fondo comportamenti di una palese (a parer mio) disonestà commerciale, che in questo episodio ha toccato un vertice che ritenevo non possibile.
Alla fine dell'avventura, a una eventuale richiesta di come mi sento, in vece delle 2749 parole dedicate al fatto, mostrerei questa figura, tanto tacita quanto espressiva. 
Il risultato di otto giorni di dialogo/non dialogo con una entità che sempre più appare siderale, di un altro mondo, lontana anni luce da quelli che sono i rapporti tra persone umane, soprattutto a livello commerciale.
Devo dare atto a Tim che il periodo dell'intervento di cui in cronaca non è stato dei più favorevoli: tutto l'apparato deve essere elettrizzato in vista dell'americanizzazione dell'impianto, nelle diverse componenti tecniche e umane, ma credo che la cura dei clienti-utenti-pazienti indigeni sarebbe un valore aggiunto da mettere sulla bilancia della contrattazione. 
Vuoi mettere un portafoglio clienti-utenti-pazienti soddisfatti contro lo stesso portafoglio ma di clienti-utenti-impazienti e alterati? Quest'ultimo termine è chiaramente un eufemismo, a copertura di altri che buona educazione suggerisce di tenere nell'intimo di un pensare, peraltro affatto recondito. 

Buone feste, TIM, con la speranza che nel sacco del carbone 
un'anima buona metta anche un sacchetto di coerenza 
tra quanto offri a parole e quanto invece (non) offri nel tuo operare.
Amen

Aggiornamento in diretta

Quando l'ironia supera la fantasia: stamane ho pubblicato questo post, che non mi pare un peana verso Tim, senza peraltro definirlo dissacrante. Non mi illudo che a Tim leggano i miei sproloqui, anche se nello specifico mi piacerebbe lo facessero, quindi mi domando a quale casualità stramba sia dovuto il messaggio, che qui riporto paro-paro ricevuto alle 12 di oggi, sempre 7 dicembre, poche ore dopo la pubblicazione del post. Sono stato promosso cliente Premium, presumo con i vantaggi connessi a questo grande onore. 
Chiudo gli occhi e sogno: il mio fegato non sarà più paté de fois, l'addebito per la chiamata sarà ignorato, riceverò un modem/router Tim nuovo di zecca, più uno di ricambio in tinta silver, avrò in dote un cerca persone per le chiamate di un tecnico a scelta 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, festivi compresi...
Riapro gli occhi: niente di tutto questo, però... ha smesso di piovere; il governo si è pentito, Tim non credo proprio.