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Visualizzazione dei post da 2017

Autopsia di fine d'anno

Ho  'rubato'  queste testimonianze a laRepubblica ... Il copia-incolla non fa parte del mio bagaglio, ma qui si tratta della classica eccezione che conferma la regola. Essendoci, in questo calderone (dove ci si trova cucinati a fuoco più o meno lento), ritengo che migliori auguri non sarebbero possibili. Di questi messaggi, variegati come lo è il mondo della salute in genere, rilevo un invito comune, indirizzato a chi è in buona salute e a chi non lo è (più): vivere, vivere sempre, vivere comunque. Uno dei crucci più sentiti, quando si finisce in questo pentolone, è quello di indurre "gli altri" alla pietà, al 'poverino' o al 'poveretto', quando non al 'poveraccio'. C'è la tendenza a incoraggiare, come se in queste situazioni l'avere coraggio possa essere un toccasana, o quantomeno un placebo . Certo, il mantenere un pizzico di umorismo aiuta molto; ma non si tratta di coraggio: è un dono, una prerogativa, una presa d'atto che camb

Ricevuto, li giro a chi li voglia

AUGURI A TUTTI

Quello che è stato lo sappiamo Quello che sarà lo sapremo Quello che È è ciò che viviamo Quello che È è l'attimo fuggente da vivere comunque Bello o brutto che sia non lo troveremo mai più.

Oggi, 27 dicembre, dovrebbe diluviare...

... invece, dopo un inizio nuvoloso, è pure uscito il sole. Ci sono, nella vita, occasioni o, per meglio dire, situazioni che costringono a rivedere le proprie convinzioni, fino a poco prima garantite da esperienze accumulate da lunghissima data. Passo al dunque, così non perdiamo tempo. Lo specialista, in vista di un prossimo controllo, tra gli altri esami ha richiesto l'RX torace. Nella visita di controllo precedente, questo esame mi aveva fatto fare i tuffi carpiati per riuscire ad ottenerlo. Telefonicamente, al CUP mi avevano rimandato al 2018; solo per avviare la prenotazione, con l'esame da prevedere sine die. Mi ero rivolto a una clinica privata e, logicamente, lo avevo potuto avere la settimana successiva alla richiesta. Eravamo a giugno di quest'anno. Avevo saputo che le prenotazioni per gli esami clinici, oltre che al CUP era possibile tentarle allo sportello  ticket, direttamente all'ospedale. Molto dubitoso (si può dire?), stamattina, complice anch

Quando il nuovo avanza

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Le auto da corsa puntano a correre ad "almeno" 500 all'ora. I treni per farli arrivare prima stanno eliminando le stazioni intermedie; i pochi minuti di sosta in quelle più importanti (ma ancora intermedie) vengono rosicchiati uno ad ad uno e cumulati fino a guadagnare almeno il quarto d'ora. Gli aerei fanno la gara per collegare i continenti nel minor tempo possibile; i progettisti vanno a scuola da Kim-Jong-un per apprendere come trasformare gli uccelli di metallo in veri e propri missili. Con passeggeri a bordo e senza testate. Si spera. È il futuro, bellezza... Che poi sia un futuro che spende risorse a livello stratosferico solo a vantaggio di pochissimi, che per molto ancora resteranno pochissimi, è un particolare assolutamente insignificante. D'altra parte si spendono fantastilioni per produrre armi ed armamenti, per poi passare a discussioni infinite per evitarne l'uso. Con poche possibilità di riuscire nell'intento. Retorica vorrebbe che
VECCHIAIA Uno dei problemi della vecchiaia, oggi, è arrivarci. Diventare “vecchi”. Quando pensi di avercela fatta, ti ritrovi carico di acciacchi, di accidenti sanitari, di cretinerie burocratiche... E di un mondo che corre velocemente. Troppo velocemente, a confronto della lentezza dello scorrere della vita. Quella passata. Ché anche il tempo solare, a mano a mano che gli anni avanzano, sembra prendere una corsa da 100 metri piani. Un anno trascorre in pochi secondi. Poi salta su un ministro che dice: “Gli anziani italiani muoiono troppo tardi” , resistono a oltranza, non vogliono saperne di lasciare questa vita, nonostante noi facciamo di tutto per rendergliela assolutamente invivibile. Per colpa degli anziani i conti dell'INPS vanno a puttane. E l'INPS (con la RAI e Alitalia e le Banche) è il fiore all'occhiello di questa Italia bella. È un problema grosso, troppo grosso per essere affrontato con faciloneria. Una prima idea sta bazzicando in

Senza titolo

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Racconto (di cronaca nera)

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Pietro, oggi più di ieri e meno di domani, era incazzato nero. Incazzato come un gatto. Incazzato nero, proprio come un gattonero. Nel racconto la causa del suo incazzamento. Nel suo palazzo, diversi anni fa, il proprietario di un appartamento, Emilio è il suo nome, lo aveva venduto, senza riuscire ad appioppare all'acquirente un piccolo box, semi abbandonato, privo di luce e acqua. Un ripostiglio, un pochetto più grande. Fax simile del box  Poiché abitava a un centinaio di chilometri da questo palazzo, aveva affidato le sue speranze di vendita come unità singola a un cartello "vendesi" attaccato alla serranda, con il recapito telefonico per informazioni sul prezzo. Senza tenere conto che nel vano garage transitavano non più di due o tre persone, alcune saltuariamente. Nessuna di queste (Pietro compreso) era interessata all'acquisto di quel bugigattolo, essendo già tutte proprietarie sul posto di un box o di un magazzino. Non direttamente, aveva saputo c

A tutti i naviganti

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Le tappe di una vita

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La vita vista come una corsa ciclistica, tipo un Tour de France o un Giro d'Italia...  Come queste, è fatta di tante tappe, luoghi di sosta, con tempi variabili, ciascuna con motivazioni che lasciano il segno nella memoria.  Tappe che sul momento non prendi in considerazione, le consideri luoghi di transito che, nello scorrere del tempo, ti lasci alle spalle per affrontare strade nuove, sovente in salita. Capita di girarsi indietro, guardare la tappa appena conclusa, ma l'arrancare nella nuova te la fa vedere come un traguardo ormai passato, concluso, quasi fine a se stesso. È quando ti trovi ad affrontare l'ultima tappa (quella finale, definitiva, quella che darà il The End senza possibilità di rimonta), che ti viene il buzzo di rivedere tutte le sedi di tappa trascorse, una per una, rivisitandone i ricordi, rivivendo in essi sia quelle felici che quelle aspre, talvolta amare. Ho chiesto una mano a Google per avere immagini satellitari, focalizzate su ognuna delle

Scrivi "burocrazia", leggi "cialtroneria"

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Tanto pe' cantà... Comincio dalle sigle, la prima ufficiale, le altre ufficiose. INPS: istituto nazionale previdenza sociale. Irps: istituto regionale previdenza sociale. Ipps: istituto provinciale previdenza sociale. Ilps: istituto locale previdenza sociale. La Casa Madre opera ufficialmente a livello nazionale; poi ci sono le varie derivazioni, che portano la mai sufficientemente esecrata burocrazia a divenire cialtroneria allo stato puro, mano a mano che si localizza. Il fatto, sperando di riuscire a sintetizzarlo. Ab ovo. Le caserme delle Forze dell'Ordine, come altri benemeriti enti pubblici, affidano il servizio di pulizia delle stesse tramite appalti. Onde evitare infiltrazioni e corruttele, che sarebbero particolarmente disonorevoli per Corpi che della legalità fanno missione e virtù, alle ditte che concorrono agli appalti pare venga fatta una specie di autopsia ante mortem, con l'esame dei casellari giudiziari di ciascuna. Questo non impedisce alle
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La vigilanza... "La vigilanza, sai... è come il vento..." . Cantava tantissimi anni fa Mimmo Modugno... C'è quella di Roma Matrona, che in caso di emergenza (tipo le Feste di fine anno) consente a centinaia di agenti di assentarsi dal posto di lavoro, ben supportati da provvidenziali certificati medici, sulla cui autenticità non c'è motivo di dubitare. Denunciati con l'accusa di diversi reati, assolti un anno dopo... Il sapere il perché o il percome l'abbiano fatta franca sarebbe perdita di tempo e, probabilmente, offesa all'intelligenza del cittadino medio. C'è quella di Avellino che, in prossimità di un pestaggio 'calcistico' ai danni di dirigenti di una squadra ospite, ignorano l'aggressione e guardano con noncuranza le stelle che da quella colluttazione salgono verso il cielo. Non so come si giustificheranno, ma tiro a indovinare... Erano colà in veste antiterroristica, un compito ben più importante e rischioso che il c

Poste Italiane S.p.A.

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In un tempo lontano le Poste erano un fiore all'occhiello dei Paesi che ne avevano fatto servizio essenziale, alla pari dei servizi sanitari e dei trasporti, su strada, aerei, fluviali e marittimi. Anche la politica era considerata essenziale fino a che è stata al servizio dei cittadini tutti; poi è divenuta mestiere al servizio di pochi, talvolta sovente con fini e legami malavitosi. Ma questo è un altro discorso, che esula da quanto qui incipitato. Dai tempi antichi (ma che dico: anche prima), la comunicazione tra popoli era punto fondamentale per una convivenza quanto più possibile pacifica. E tale compito era affidato, sotto varie forme, a sistemi di inoltro dei messaggi: piccioni, cavalli, dardi, passaparola da un paese all'altro... Le dichiarazioni d'apertura di belligeranza rispettavano un rigido protocollo che prevedeva l'inoltro di scritti nero-su-bianco che avvisavano "State in guardia, appena avrete ricevuto, brevi manu, questo avviso, avremo mano

PazzotecaLaPaz, una scommessa

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Intervento a cuore aperto sulla lettura di questo libro in formato cartaceo, appena terminata. Per chi bazzica su facebook (e, credo, su twitter , linkedin e altri, noti come social network ) i pareri sulle pubblicazioni sono semplificati: basta 'cliccare' sul pollice eretto del “ mi piace ” per dare un voto favorevole a un testo, a un video, a una ricetta; i più coraggiosi (eufemismo di incoscienti) cliccano il mi piace pure ai politici. Il che la dice lunga sul loro valore e peso critico. Se si tratta di scrivere due righe per spiegare perché qualcosa piace,  è impresa ardua. Mettere, come si dice, due parole in croce è come scolare una pinta di birra a garganella: il primo quartino disseta, il secondo riempie, tutto il resto stravacca, va fuori controllo. Con questo timore, di stravaccare, la gente rinuncia a commentare. Se io fossi uno scrittore mi roderei chiedendomi cosa e perché un mio scritto è piaciuto. Umanamente, se una mia creazione non piacesse

I giorni della memoria

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So che non è un pensare positivo, ma credo che se il ricordo del passato avesse una scadenza temporale, tipo gli alimenti o le medicine o la prescrizione nel campo penale, non sarebbe un male assoluto. Soprattutto per quanto riguarda gli eventi dolorosi della vita. Un anno, cinque anni, dieci anni... basterebbe inserire nei DNA soggettivi un limite prestabilito, scaduto il quale sarebbe possibile ricominciare da zero... "Scordammoce o' passato"  sarebbe forse la panacea di tanti mali. I ricordi, in fondo, sono soltanto un eterno rinnovarsi dei dolori, un perenne girare un coltello nella piaga, un ripetersi pervicace di martellate in testa... Senza che nulla possa cambiare o essere modificato. Con l'avanzare dell'età i giorni della memoria non sono più distinguibili, ogni giorno diventa "giorno della memoria", trecentosessantacinque giorni ogni anno, uno in più nei bisestili. Mi piacerebbe sapere se, e dove e come, sia possibile trovare il lato pos