Autopsia di fine d'anno

Ho 'rubato' queste testimonianze a laRepubblica... Il copia-incolla non fa parte del mio bagaglio, ma qui si tratta della classica eccezione che conferma la regola. Essendoci, in questo calderone (dove ci si trova cucinati a fuoco più o meno lento), ritengo che migliori auguri non sarebbero possibili. Di questi messaggi, variegati come lo è il mondo della salute in genere, rilevo un invito comune, indirizzato a chi è in buona salute e a chi non lo è (più): vivere, vivere sempre, vivere comunque. Uno dei crucci più sentiti, quando si finisce in questo pentolone, è quello di indurre "gli altri" alla pietà, al 'poverino' o al 'poveretto', quando non al 'poveraccio'. C'è la tendenza a incoraggiare, come se in queste situazioni l'avere coraggio possa essere un toccasana, o quantomeno un placebo. Certo, il mantenere un pizzico di umorismo aiuta molto; ma non si tratta di coraggio: è un dono, una prerogativa, una presa d'atto che cambiare atteggiamento non muterebbe una situazione non più controllabile. O controllabile fino a quando... e comunque non per proprio coraggio ma per interventi esterni, non sempre concessi a tutti e non sempre nella stessa misura. Auguri, auguri a tutti: chi ha la salute se la tenga stretta e la difenda come bene che più prezioso non ce n'è; chi non ce l'ha più si rallegri pensando che difficilmente, nel suo arrancare tortuoso, affonderà il piede in una guano di mucca. Ne siamo già sommersi fino al collo... e, per non farci mancare niente, non solo con i problemi di salute. 
“Le ricorrenze portano sempre con sé grandi emozioni. Perché hai la fortuna di viverle. Perché hai la gioia di poterle condividere con chi ami. Perché il dolore ti attanaglia nel vedere 'quel' posto vuoto. Perché ti senti inutile nel meccanismo… Spesso però interviene l’equilibrio, il sano equilibrio che ti fa pensare che, solo per il fatto di esserci, hai il dovere di vivere, vivere veramente al massimo. Proprio per chi non c'è più. E impegnarti per far si che qualcosa nel meccanismo globale cambi. Con l’aiuto di tutti, con la passione di tutti, con l’amore di tutti. Ecco, un augurio sarebbe proprio quello di trovare, ovviamente non solo in questo periodo, quell’amore da cui siamo nati. Quell’amore che ci fa Persone. Quell’amore che, se lasciato libero, ci indica la strada per migliorarci e migliorare, con il nostro esempio e non le nostre parole, il mondo che ci circonda”. Claudia Santangelo, Ferrara, presidente dell'Associazione “Vivere senza stomaco si può”
 “Ringrazio il mio cancro che mi ha fatto dono di tutto questo e della possibilità di apprezzare maggiormente la gioia del Natale, con l’affetto di altri angeli in terra, di altri nipoti: un Natale, tutto luci e melodie, che rinfranca l’anima e culla il cuore. Un Natale di gioia, di pace e di serenità che auguro, centuplicate, a tutti e, soprattutto, ai tanti bambini e alle donne e agli uomini che hanno avvertito su di sé il brivido del terribile e vivono nel benessere del tollerabile. Di vero cuore i più calorosi auguri”. Giuseppe Perrotta, chirurgo in pensione (71 anni) e paziente, tumore del colon
“Il Natale di quattro anni fa venivo dimesso dall’ospedale, dopo aver ricevuto la diagnosi di un tumore maligno alla testa del pancreas ed aver subito un’operazione, purtroppo non andata a buon fine. Andai a casa dopo tre mesi di ricovero: non camminavo e piano piano, con il mio bastone, mi sono nuovamente trovato tra le mura del mio focolare domestico. Dalla Sicilia venne mia madre, mia sorella con suo marito e il mio nipotino. Insieme con mia moglie abbiamo passato quel Natale del 2013 come se fosse l’ultimo. Il 2 gennaio del 2014 iniziai a sottopormi alle terapie salvavita, che si sono protratte per sedici mesi, poi non è stato possibile andare oltre. E ormai anche il Natale del 2017 è passato e mancano pochi giorni al nuovo anno. Spero di trascorrerlo serenamente con mia moglie e mia madre, e non posso desiderare altro dalla vita. Certo vorrei tanto avere altri pensieri, come quello di affrontare il problema dei canditi sul panettone, invece devo cercare di sopravvivere ancora un po’ con questa malattia. Ho percorso a piedi in quest’anno oltre 6.000 chilometri di cui 2.248 per riuscire a vedere l’oceano Atlantico. Auguro a tutti di passare delle serene festività, pronti per affrontare anche il 2018, un nuovo anno, nel migliore dei modi, con serenità e felicità. Buona vita da un malato di cancro in cammino. Andrea Spinelli, 44 anni, adenocarcinoma del pancreas in stato avanzato

“Un anno fa, il 16 dicembre, ho subito l’intervento di rimozione del linfonodo sentinella a seguito di diagnosi di melanoma. Ricordo bene quei giorni, l’atmosfera del Natale, il timore per l’operazione, l’intervento e il ritorno a casa. Poi un altro intervento, per eliminare altri linfonodi e con essi, definitivamente, il tumore. È passato un anno, sto bene, un nuovo anno è di nuovo alle porte, i ricordi si sommano e si sovrappongono al presente. L’esperienza che ho vissuto mi ha dato una consapevolezza nuova, un senso di leggerezza e distacco dagli affanni del quotidiano che cerco di mantenere. Auguro a chi naviga in questo sito di trovare notizie, informazioni, ma soprattutto auguro di trovare opportunità di condivisione, possibilità di dare voce alle proprie emozioni e intuire nell’esperienza di altri il proprio percorso”. Massimo Olivieri. 45 anni, melanoma

“Bob Marley cantava don't give the fight: non smettere di lottare. Ecco, il mio augurio per chi sta combattendo è di avere sempre energie per farlo, di trovarle anche quando si crede di non averne più. È per gli affetti di chi non ce l'ha fatta (sono loro che ci fanno capire quanto siamo fortunati) e per chi ce la farà. I malati di cancro sono guerrieri non violenti che conoscono il valore della vita e quello dei sentimenti in modo profondo. Non fosse altro perché hanno rischiato, o rischiano, di perderla. Chi sopravvive al cancro testimonia che ce la si può fare, che vale la pena tentare, con la consapevolezza che può non bastare. Auguri di trovare la terapia giusta, il sorriso del medico che ti rassicura, gli esami che vanno bene: questa è la felicità per chi è ammalato. Auguri di avere sempre il referto che ci aspettiamo, in modo che ogni volta sia Natale o l'inizio dell'Anno nuovo. Auguri ai ricercatori, ai medici, agli infermieri, a tutti quelli che lottano insieme a noi. Don't give up the fight e donate per la ricerca”. Marco Dell'Acqua, 51 anni, mieloma

“A coloro che hanno passato il primo Natale senza la persona che hanno amato, a quelli che devono andare via, fuggire dai luoghi che hanno condiviso con chi non ce l’ha fatta, perché non ce la fanno a resistere senza, vanno i miei primi auguri. Poi auguro buon anno e quelli che sono in terapia: avanti, forza! Mettiamoci ottimismo nelle cure contro questa malattia, anche se gli effetti sono pesanti, possiamo farcela. Moltissimi ce la fanno. Siamo tanti, non siamo soli! Auguri anche a chi ci sta accanto, ai nostri caregiver: ai nostri coniugi, figli, genitori. Gli effetti delle cure possono essere pesanti anche per loro, difficile da sopportare può essere l’umore. Noi sappiamo che a volte non è facile starci accanto. Infine un pensiero per il nuovo anno e per sempre: ricordiamo a noi stessi e a tutti quelli che incontriamo l’importanza della prevenzione. Non dimentichiamo mai di farci controllare i nei, se abbiamo un dubbio togliamocelo! Andiamo nei centri specializzati, rivolgiamoci agli specialisti. Non aspettiamo: prevenire salva la vita". Monica Forchetta, Associazione Italiana Melanoma

Commenti

  1. E' commovente leggere queste pagine di vita vissuta nella prova. E' come se il dolore affinasse il pensiero facendo riaffiorare quel succo buono di noi che facilmente accantoniamo.
    Cos'è la vita ancora non lo so ma conta la consapevolezza d'essere vivi qui ed ora. Queste persone malate hanno imparato, a loro spese, a godere di quel che c'è al momento e orientano noi, diversamente sani, a dare valore a quel che effettivamente ne ha.
    Grazie per avere postato quel che ho appena letto.

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