È un periodo in cui ho la netta impressione che avere (o avere avuto in un passato prossimo o remoto) un tumore, sia la nuova frontiera dello status symbol. Chiunque abbia accesso a qualsiasi mezzo di divulgazione, ritiene opportuno, di solito a margine di racconti di vite affettive o politiche o di carriera, aggiungere (come la classica ciliegina a completamento della torta) di essere portatori di un cancro. Riuscire a far trapelare la notizia sui media cartacei o sul web è già un bel successo. Il top si raggiunge quando si presenta, cercata, la possibilità di esibirsi in uno dei tanti show di gossip televisivo strappalacrime. Ormai ogni canale ne ha almeno uno, la cui conduzione è affidata a persone ormai attempate, ciascuna a modo proprio navigate; nel senso che hanno tutte alle spalle trascorsi frizzanti che propinano a gocce, per ravvivare di volta in volta lo spettacolo. E da quel passato ripescano brandelli di una sensualità patetica, coperte rughe e flaccidità del fisico