Cara Nadia,
ti scrivo oggi che so di non poterti fare male, poiché sei entrata in una dimensione in cui non ti possono dare dispiacere le critiche, così come ti saranno indifferenti gli apprezzamenti e gli applausi. È passato poco più di un anno da quando hai offerto la notizia del tuo male. Prima alle migliaia di tuoi ammiratori che, giustamente, ne sono stati addolorati e sconcertati. Poi nei social, tutti a diffusione planetaria; poi ancora nella carta stampata, periodica e quotidiana, a diffusione nazionale e locale... Del tuo coming out iniziale sono rimasto colpito, in particolare, dalla definizione del tuo tumore come "dono". Lo confesso, colpito e anche irritato. Mia cara, so che non leggerai queste mie righe, voglio credere nella leggenda che ti indica tornata in quell'Eden, in cui tutto si sa, tutto si vede, tutto si ricorda. Di tutti. Ma trattandosi di una leggenda senza riscontri oggettivi, nel dubbio ti dico perché quella parolina così semplice e solitamente be