venerdì 21 agosto 2020

Era ferragosto

Siamo solo a metà agosto e già fa caldo. E il caldo, contrariamente al freddo, dà alla testa. E il caldo sarà un'ottima attenuante generica per questo post, che senza questo, avrebbe mai visto la luce.
Il caldo talvolta sovente fa sbracare. E non alludo all'immagine qui a fianco; non mi permetterei mai di contraddire ragionamenti che, lo ammetto, non fanno una grinza.
Visto che di questo benedetto Covid-19 da mesi non se ne parla più, colgo l'occasione per esprimere un parere in merito. Scevro da ogni intento di negazione o di sostegno a tesi che, a ben pensare, fanno semplicemente defecare.
Fino a poco prima, su questo dannato virus avevo delle convinzioni che oserei definire granitiche. E come un masso di granito, alla prima crepa si sono sfaldate di fronte alla lucida esposizione di "perché" che la mia dabbenaggine aveva trascurato.
Il caldo rende nebulose le domande, figuriamoci le risposte... La simpatica corrispondente qui a fianco invita a porsele, le domande, dandone implicitamente le risposte. Un po' il tipico detto marzulliano "fatti una domanda e datti una risposta", passato alla storia dopo i ripetuti passaggi nella televisione notturna, ma qui più concentrate, senza tanti arabeschi filosofici.
La censura del cognome dell'autrice (che presumo donna, anche se dopo le Andrea che spuntano qua e là, comincio ad avere dei dubbi anche su questa), comunque non l'ho attuata io. Credo che Anita sia un vezzeggiativo del suo vero primo nome, ma potrebbe anche essere un ingenuo pseudonimo, che vado a tentar di sviscerare. Senza impegno.
Dovrebbe trattarsi di una certa Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, all'epoca 'in' Garibaldi. Non ci metto la mano sul fuoco, ma potrebbe essere.
Di questa nota eroina l'autrice del post ha tutte le caratteristiche: ci vuole un eroismo veramente eroico per esternare quanto propone, nonostante le sue tesi siano chiaramente inconfutabili.
Nel testo ci sono piccoli errori di battitura, i famigerati refusi, che, trattandosi di personaggio sudamericano, e ormai quasi arcaico, hanno diritto a tutta la venia concedibile.

Comincio dalla considerazione sui politici, che è quella che più mi ha intrigato.
Già, perché nessun politico risulta ammazzato dal virus? Da questo a dedurre che se nessun politico ne è morto, la possibilità che questo dannato accidente non esista, e mai sia esistito, finisce per avere una valenza pesantissima.
No morte di politici, no virus: mi pare un'equazione che rasenta la perfezione, una quadratura del cerchio che non necessita di algoritmi.
Sui politici che ingrassano a spese nostre non metto lingua; è argomento talmente controverso che, per me, affrontarlo sarebbe impresa titanica. D'altra parte sono convintissimo che, senza la creazione di questo malanno, i detti non avrebbero avuto altre occasioni per arricchirsi.
E su questo non ci piove.
A seguire, ma è un mio abuso dello spazio disponibile, non risultano alla morgue cadaveri di politici morti per fame: corro troppo deducendo che la fame non esiste?
Su fatti rilevabili, ma non accertabili, ci sarebbe anche la povertà: e su questa casca l'asino. Contrariamente a quanto si pensa la povertà esiste, eccome. La prova provata? È piuttosto recente e, nonostante i mezzi di comunicazione non ne abbiano minimamente accennato, a causa di un passaparola dirompente è divenuta di dominio pubblico. Senza che il fatto abbia suscitato altra sensazione se non quella di una soddisfazione velata nello scoprire che anche i politici possano essere poveri. Certo non bisogna sfruculiare sulla differenza che intercorre tra povertà e miseria, che sarebbe autopsia lessicale demagogica; stiamo fermi al fatto che la povertà esiste. Punto.

Altro: sulla liberazione della prigioniera in Libia ha perfettamente ragione. Non si fosse convertita all'Islam, il suo rilascio avrebbe avuto una ragione valida. Convertendosi ha rinunciato alla cittadinanza italiana che, come tutti sanno, è sancita dal battesimo e ne è inscindibile condizione per mantenerla. Contrasta un pochino con l'usanza, in un lontano passato, di accettare la conversione di ebrei e pagani che aderivano per salvare la pelle... ma sono cose del Medioevo, ormai desuete. Questa ragazza, per salvare la pellaccia, si sarebbe convertita all'islamismo, che è religione invisa ai più. e non se ne capisce il perché. Fosse passata agli anglicani o ai valdesi, un pizzico di rispetto lo avrebbe potuto ottenere, ma così, dai, se l'era veramente cercata. Anche il fatto che sia stata liberata in corso di l'ok daun non poteva deporre a suo favore: ma come si fa a farsi liberare in piena crisi sanitaria quando aveva avuto circa un anno e mezzo per farlo? Interrompendo tra l'altro la diuturna lotta che i nostri padri tutelari stavano conducendo verso il virus. E se fosse risultata positiva, col rischio di infettare tutta la penisola, così come hanno fatto, e stanno facendo, quei farabutti di migranti, aime positivi (quindi chiaramente infetti), di cui al capoverso successivo? Brava Anita, hai capito tutto!

È vero, non so quando quel messaggio è stato siglato, ma se accenna al fatto che eravamo quasi usciti dalla pandemia, mi pare sia addirittura futurista, visto che a tutt'oggi ne siamo affatto usciti. Ed è pur vero che quegli sbarchi c'erano già da molto prima che il virus prendesse il sopravvento. È altrettanto evidente che gli sbarchi antichi avvenivano da navi da crociera, con tutti i confort che tali natanti offrono. Infatti, ricordo benissimo che da quei mezzi (perlomeno a detta di chi se ne intende) scendevano uomini sani e aitanti, donne appena ingravidate, anziani con ricche pensioni e bambini paffuti e rosei pur nella loro negritudine. Ma era chiaramente una finta, erano già malati (infetti appunto) ed erano gli avamposti delle truppe d'assalto che li avrebbero seguiti a breve, i veri conquistatori del nostro territorio. I primi sbarchi erano tutta una finta per ingannarci: presentandosi così, belli e pasciuti, erano stati accolti con l'entusiasmo che si riserva ad un nuovo filone del turismo. Il vero volto di questi barbari lo abbiamo scoperto in pieno l'ok daun, quando da barchini super attrezzati sono scesi individui macilenti, ridotti pelle e ossa, donne che della donna non avevano alcuna parvenza, anziani preveggenti che si portavano appresso la fossa in cui avevano già almeno un piede...
Sono questi ultimi, untori in pelle bruna o nera, che si sono infiltrati nelle residenze sanitarie assistite (acronimicate in RSA) di regioni nordiche, seminando morte e distruzione e contagi in quelle che prima erano dei sancta sanctorum per anziani abbienti, che là avevano affettuosa assistenza sanitaria e amore fino alla fine dei loro giorni, fine peraltro rara, visto che avevano a disposizione il meglio del meglio di tutto. E tutta la parentela poteva andarli a visitare, in orari compatibili con i tempi di cura indispensabili a mantenerli vivi, sani e vegeti.
Risalendo tutto lo Stivale, pare senza colpo ferire o con piccoli botti qua e là, hanno invaso le regioni che sostengono tutta l'economia nazionale, colpendole mortalmente; e colpendo, per via indiretta, tutto il territorio nazionale.
Sbarcati nottetempo dai Navigli, dal Po, dal Tanaro e dai laghi della zona, travestiti da parenti degli ospiti, li hanno infettati a decine, aiutandone parecchi a giungere alla pace definitiva. Ci sono Procure a iosa che indagano come ciò sia potuto accadere, con parenti che chiedono giustizia (compreso il ripristino della pena di morte per quei migranti untori, colpevoli di tanto scempio). E, ovviamente, infettando parenti in visita e addetti alla manutenzione di quelle strutture; manutenzione tecnica e umana. È noto, infatti, che già in tempi non sospetti, erano quotidianamente frequentate da milioni di visitatori che, incolpevoli, hanno ingenuamente diffuso anche fuori da queste il virus maledetto.
E anche qui, Anita for ever.

Visite a Marte: qui sono costretto, a malincuore, a dare torto alla nostra eroina. I fantastilioni che si spendono per arrivare su quel pianeta sono stati pianificati proprio in funzione della possibile scoperta non solo di un vaccino specifico, ma di una cura a tutti i mali che ci affliggono, compresa la vecchiaia. Purtroppo, per ora, non mi pare sia l'uomo ad essere ammartato su quel suolo, si tratta solo di macchinari sperimentali che, se sopravviveranno ai vaccini di cui sono stati imbottiti, ci diranno come procedere al meglio e in totale sicurezza nella via della sanità perpetua. Come un antibiogramma urinario sapranno dirci in maniera dettagliata: questo ok, questo no, quello meglio gettarlo...
Lo dico sottovoce: quando ciò dovesse avvenire sorgerà un piccolo problema di peso per la nostra amata Terra. Infatti è già in atto un'operazione per alleggerirla, iniziando dalla eliminazione di tutti gli animali inutili, che ci tolgono ossigeno e nutrimento senza pagare la minima tassa. Abbinata a questa, è prevista anche la distruzione delle foreste non chiaramente redditizie; così lo spazio vitale per i sette miliardi di abitanti del pianeta sarà ampliato, raddoppiato. E, sempre nei piani, anche lo scioglimento di tutti i ghiacciai perenni, sui monti e ai poli, sarà ulteriore terreno di sopravvivenza.
Oggi, e domani quando sanificato il pianeta, il peso sulla terrà sarà comunque sostenibile?
Quando da sette arriveremo ad essere quattordici miliardi di abitanti, viventi sulla Terra, quanto questa potrà sopportarne il peso?
La voce ricorrente è che sia già in corso una "pulizia" radicale degli anziani, anch'essi ormai pesi inutili e superflui, di cui sarebbe possibile fare a meno senza che il globo ne patisca, per una società cui necessita sempre più di un posto al sole, ma solo per chi resta.
Credo sia una malignità, infatti nella sua saggezza Anita non ne parla.

Accolgo l'invito finale della dolce Anita, e vado a provare a riflettere.
Fatelo anche voi finché fa caldo, che alle prime frescure autunnali dovrete sospendere la riflessione, onde evitare un possibile intervento TSO.