Sono un esperto di niente.
Contrapposto al tuttologo esiste il nientologo.
Se al mondo ce n'è uno, quello sono io.
Cominciando dai beveraggi (acqua, bibite, vini, liquori): non riesco a stare dietro alle autopsie delle bevande, in cui gli esperti riescono a captare profumi e sapori ormai inesistenti in natura (a parte la menta, il prezzemolo, il rosmarino, l'alloro, che mi abbondano in giardino); riescono a gustare essenze di frutti di bosco, fruttati di frutti esotici talvolta sconosciuti, annusano aromi di muschio di grotte montane (che io non so distinguere dall'odore d'alga di una caverna sottomarina), profumi di viola del pensiero...
La famosa
pansé, che mi riporta alla vecchia e ormai desueta canzone "
pansé mie,
pansé tue, le uniamo tutt'e due... ecc.", che, in barba alla censura che la voleva bloccare poiché 'vagamente' lùbrica, l'adolescente voglia di credere di sapere tutto e subito mi faceva immaginare come due ombelichi che, dopo essersi fissati uno verso l'altro sorridenti, si univano in un bacio, prima leggero, poi appassionato, infine frenetico; i francesismi erano ancora lontani a venire, ma anche adesso che qualche parola la mastico, pur se storpiata, la
pansé per me è memorizzata come "pancia", e credere che un profumo di pancia possa albergare in un liquido mi è difficile assai.
Questo in particolare per quanto riguarda i vini.
Che poi, da non molto, sono spuntati anche i degustatori di acqua.
Questi scoprono in quel liquido, che in natura mi pare sia tra i più semplici, svariate qualità e infinite possibilità di applicazione, bene reclamizzate da uccelli ammaestrati o da uno spermatozoo dentro una bottiglia che cerca disperatamente una spermatozoa con cui accoppiarsi.
In materia acquatica, però, non sono proprio a zero: per esempio, se nell'acqua che vado a bere ci fosse un ranocchio me ne accorgerei appena arriva in bocca e da qui lo metterei da parte per farmelo fritto; se invece ci fosse un branco di girini, sulla loro sopravvivenza, nel pur breve tragitto interno da percorrere, non avrei molta fiducia. E, comunque, all'uscita non farebbero
plin plin allarmanti, forieri di calcoli dolorosi.
Per i cibi la capacità di cernita è la stessa: sono un modesto consumatore finale, che ignora (e il più delle volte preferisce ignorare) quello che c'è a monte di ciò che gli arriva nel piatto. Fiducioso che chi glielo ammannisce sappia quel che fa. Fin'ora mi è andata bene, non capisco chi dice di avere mal di stomaco, non so di cosa parli.
Sia nelle bevande che nei cibi seguo una regola facile facile: se mi piacciono consumo, se non mi piacciono evito di ingurgitare.
Sono anche una schiappa in letteratura, sia essa di prosa, di poesia, biografica, o di altre branche dello stesso calderone.
Qui, più che altrove, ho l'abitudine di assaggiare prima tutto quello che mi capita a tiro d'occhi, poi quello che mi piace lo leggo e lo gusto a tutto pieno; se non mi piace sospendo la lettura e accantono, nessuno mi obbliga a soffrire per pubblicazioni che avrebbero dovuto essere mai partorite.
Passaparola... è il titolo di questo post, che a questo punto potrebbe far pensare più a una passata, di pomodoro o verdure varie, che a una parola da passare da uno all'altro.
Quelle precedenti erano solo due chiacchiere, come un aperitivo con cubetto di ghiaccio, spicchio d'arancia e cannuccia, per parlare di un libro che nell'ultimo periodo mi ha appassionato, o, per farla breve, mi è piaciuto.
Moltissimo.
Non sono capace di recensire quello che leggo.
Come non esperto, ben conscio dei miei limiti, non saprei fare una critica articolata, censire senza apparire censore, condensare in poche parole (l'aggettivo "conciso" è sparito dal mio vocabolario e non lo riesco più a trovare), e pure appropriate, il contenuto, che so, di 297 pagine di un libro.
Di questo ho avuto modo di leggere recensioni, profonde, esaurienti (talvolta fin troppo, più che recensioni a me sembravano trame, che rischiavano di svelare un contenuto che, a mio incompetente parere, sarebbe invece tutto da scoprire e da godere, in modo assolutamente soggettivo), erudite, precise addirittura nell'interpretazione del pensiero dell'Autore...
Esposte da gente che, chiaramente, se ne intende, è esperta.
E io, come detto, non lo sono.
Mi permetto, in via eccezionale, di proporlo qui perché mi ha trasmesso emozioni che vorrei fossero condivise da più gente possibile.
Poi qualcuno dirà che sono di bocca buona, e in effetti lo sono: come non esiterei a disprezzare un piatto presentato da un grande chef o un vino decantato da un grande sommellier, così non mi tirerei indietro dall'osannare un piatto di pasta e fagioli (con cotiche) fatto come dio comanda.
Idem per quello che leggo.
Lo spunto, o la spinta, per questo post me l'ha data un piccolo episodio che lo riguarda direttamente.
Avendo ricevuto due copie del libro, avevo programmato di regalare il doppione a una prof che conosco e apprezzo.
Insegna matematica e fisica in un liceo scientifico.
Una prof con questa specializzazione fa subito pensare a un monolito fatto di numeri e formule, per cui il dono di questo libro avrebbe potuto apparire come un gettare perle ai porci (a margine, altro bel libro di altro autore), con tutto il rispetto.
In cambio del panettone con spumante che mi aveva portato, le avevo allungato il tomo; forse per avere in mano una prova tangibile dell'insulto alla sua serietà professionale, aveva voluto che glielo autografassi.
In vita mia, non breve purtroppo, ho 'autografato' solo una dozzina di volte, su altrettante farfalle per l'acquisto dei mobili quando mi 'fui' sposato.
Beh, per un attimo mi ero sentito importante.
Due giorni dopo mi aveva chiamato al telefono, sghignazzante (nel libro, in effetti, è previsto "anche" lo sghignazzo) mi aveva letto un passo che in quel momento aveva suscitato la sua ilarità, e di questa aveva voluto farmi partecipe.
Mi son detto: se questa lettura ha fatto breccia in un blocco di granito matematico, potrebbe essere di gradimento anche agli amici di blog che, come me, in questo momento hanno più che mai bisogno di qualche attimo di evasione (signor Monti, apra gli occhi, non è di quella fiscale che sto parlando, pur se, neanche tanto marginalmente, in questa fuga dalla realtà è coinvolto anche lei).
Ne espongo qui sotto e alla buona l'immagine: non sapendo nulla di fotomontaggi, come supporto ho racimolato qualcosa a portata di mano.
Che poi, visto il risultato, se volessi passarvi una
sola, avrei fatto 'sta faticaccia?
Avrei potuto fare copia-incolla dal blog dell'Autore schiaffando semplicemente l'immagine della copertina, vista colà in alto a destra, magari facendo allo stesso un piacere, invece di farcire il tutto col prolisso di tante parole.
Indubbiamente, se fosse andato da Vespa Bruno, il ben noto
talent scout, nell'altrettanto notorio salotto di Porca a Porca, il risultato della sua visita sarebbe rimbalzato per mari e per monti (minuscolo per evitare fraintendimenti), rendendo questo post giustamente superfluo.
Purtroppo questo Autore è un po' schizzinoso (lo metto in italiano, poiché non ricordo come si scrive nel famigerato originale), e non si è voluto presentare in quel ces.., pardon, in quel postribolo a causa di una idiosincrasia congenita nei confronti di un ospite particolare, fisso, di casa là dentro, come si dice.
Si tratta di un tizio che mentre il popolino si arrabbia come manco li cani, o si adira come fanno perfino i cristiani, lui si altera.
E, per farlo meglio, lo fa con cinque/sei centimetri di rialzo dei tacchi, dando per buona la versione che di lui offrono le vignette in suo onore.
Bon, chi è arrivato fin qui, prenda atto del mio capolavoro (non il libro, che mai fosse mio non sarei qui a sproloquiare in questo misero blog; starei già spaparanzato
pansé all'aria in qualche paradiso, meglio fiscale che quell'altro) di costruzione fotografica, e si dia da fare, colmando la lacuna del non averlo letto o addirittura di non averlo già in casa.
Che sarebbe un'omissione delittuosa.
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Il libro in questione non è quello del gatto, che qui fa solo da sostegno nel primo gradino. Quello giusto è quello in fronte verticale, posato sui quattro piedestalli sottostanti.
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Sintetizzando
Titolo: Quattro soli a motore
Autore: Nicola Pezzoli
(più noto come Zio Scriba a 613 nipoti ufficiali, per altre migliaia sparsi per il mondo, più uno su Marte, solo lo Zio per antonomasia)
Editrice: Neo. edizioni (Castel di Sangro - AQ)
Prezzo: Euro 15
(= lit. scadute 29.044,05 - $ usa&getta 19,92 - £ inglese 12,21 -
Fr. svizzero 18,13 - Rublo russo 601,97 - Yuan 123,93 - Yen 1736,75 - Barattabile con beni di consumo a lunga scadenza, con trattamento di riguardo verso prosciutti vini liquori formaggi/stagionati lingotti/oro-argento-mirra; con molta riserva sono accettati anche bond tedeschi, ma solo obtortocollo)