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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Tema: racconta l'Italia

Era un tema ricorrente alle elementari. Lo svolgimento era abbastanza semplice, bastava accennare, almeno vagamente, alla dimensione territoriale, altrettanto vagamente alle sue risorse, alle sue bellezze, ai suoi mari, ai suoi monti... a qualunque cosa che consentisse di riempire i fogli del quaderno; una sufficienza era il premio da raggiungere, solo i secchioni puntavano a un 7. Il voto 8 era il top , ma sotto sotto, nei normoscarsi covava il dubbio che fosse influenzato da parentele o amicizie o altro peggio... Questo visto con l'ottica attuale, dove tutto puzza di brogli e in cui, mai come oggi, pecunia non olet; laddove il denaro ha preso l'abito del potere, con il corollario di favori e privilegi il cui 'profumo' viene saltuariamente percepito dalla giustizia che li dovrebbe punire. Giustizia a sua volta affatto esente dagli stessi 'peccatucci' che dovrebbe perseguire. Il territorio dell'Italia è abbastanza chiaramente delimitato da alcuni mari e da ...

Prevenire il virus Corona

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La prevenzione è uno dei capisaldi principali per evitare, in anticipo appunto, eventuali guai o disastri. Prevenire in campo sanitario è quanto mai importante; in nessun altro settore il prevenire evita, in seguito, di curare. Succede con la diffusione dell'uso dei vaccini, o con il martellante indirizzamento verso stili di vita che, solitamente, allontanano la possibilità di accidenti, sovente letali, che comunque avviano a cure costose e non sempre adeguate. Quando si parla di prevenzione, soprattutto a livello di politiche di prevenzione ancora prima che sanitarie, il nostro mondo si divide in due: c'è chi dice che troppa prevenzione crea allarmismo, c'è chi dice che la poca prevenzione porta alle epidemie, alle pandemie. Dalla troppa prevenzione non è possibile avere riscontri: succede niente, i virus sembra che ci sorvolino senza infettarci, e i detrattori trovano sponda per criticare un troppo che non avrebbe avuto motivo di essere. Per gli altri, quelli che il ...

"L'ubriaco" di Leonardo Maltoni

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L'imbarìgh Da quand ch’ho vèst che i’an i ciàpa via, che mor i dè senza un po’ ’d rimissiòn, ho mes da un chént la mi reputaziòn e am so zarchè e mi post in ‘t l’ustarìa. D’in sdài in ‘t’la scaràna ad lègn e ‘d paja, la nòta la’s strabìga pièn pianìn, un zìgar, un sbadài, un pér ‘d quartìn, do ciàcri, e ac-sé… a m’ingòz fin a la scaja. E cun la testa pèrsa in ‘t un élt mond cun la chitàra a bagàt una canzòn par zarché and chilzè via che magòn, ch’l’ha ardòt la mi vita a un mér ad piomb. L’ingarbòj ad tot i dè, d’incùa e ad ììr par un pér d’ori ài las in ‘t’un cantòn e vers e zìl a soffi un’uraziòn ch’im lassa sté pr’un po’ i mi pansìr. Pu a m’imbarìgh pien pien, cun discreziòn, a stagh so e a m’invèj longh a la stréda, a trabàl cùme un scàf a l’ingulfèda fin che a mardùs in péta a e mi purtòn… … E a lè a m’afèrum, e quési cun rispét a guérd cun i guzlùn in ti oc cla stéla che a guardèva, agrapé a cla burd...