Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2020

Il dono delle lacrime

Un tempo prerogativa femminile, il piangere dell'uomo era considerato segno di scarsa virilità, un qualcosa da evitare o, quantomeno, da evitare in pubblico. In tempi recenti questa espressione ha preso il valore di partecipazione; partecipazione a un dolore, a una commozione diffusa per avvenimenti che "toccano l'anima". Talvolta coinvolgenti, altre volte irritanti. Anzi, ormai il pianto maschile è divenuto sinonimo di una sensibilità preclara, tant'è che sono molti gli esempi, apertamente visivi, che offrono questa sensazione a chi ha la ventura di assistervi, meglio se in diretta sui social,  che riescono talvolta a capovolgere l'impressione che il piangente di turno fosse un duro, notoriamente un cinico. Anche i delinquenti incalliti hanno scoperto che il pentimento per le performance del passato   se irrorato da lacrime (l'abilità consiste nel saperle far scorrere copiose sulle gote, fino a sentirne il sapore sulle labbra) rende, a livello promoz...

Punto e a capo

Una vecchia barzelletta racconta di un tizio, fermo alla fermata in attesa dell'arrivo del bus. Che, come sempre, tarda a passare. Ma il tizio non ci fa più caso, è ormai abituato, sa che il giorno che quel mezzo fosse in orario sarebbe prossima la fine del mondo. Aspetta, sereno e rassegnato. Gli si era affiancata una persona, sconosciuta, si erano scambiati un breve sguardo, neanche un cenno di saluto (una moda di un lontano passato, obsoleta, ancora viva nei paesi del Sud che, a un nuovo arrivato, allo straniero, danno un buongiorno o un buonasera o un salve, che lasciano sempre un'ombra di dubbio iniziale: mi conosce, la conosco?...), anche costui non sembra agitarsi più di tanto per il ritardo. Una persona come tante... All'improvviso, il neo attendente il bus, senza alcun preavviso, quasi senza guardarlo, gli scaraventa in faccia un din-don che levati, uno schiaffone andata-ritorno, che lascia di sasso il poveretto che li subisce. "Ma lei è pazzo!", riesce a...