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Visualizzazione dei post da 2013

Fortuna e sfiga

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La fortuna è cieca assoluta da quando è nata, non ha  bastone bianco né lupo d'accompagno, sta immobile, in attesa che ci si sbatta contro; inutile cercarla, è provato che non esiste. La sfiga ci vede benissimo, esiste eccome!, e non aspetta che tu le vada incontro: ti cerca, e quando ti trova non ti molla più, fino a quando non alzi bandiera bianca.

Burocrazia: gioca 44

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Non sono un esperto del gioco del lotto, pertanto ciò che vado a scrivere va preso con beneficio d’inventario. Un numero singolo, tipo quello citato nel titolo, puntato da solo si dice “ambata”; è da quando ho saputo dell’esistenza di questa fregatura venduta come “gioco” che mi chiedo perché un numero solitario sia definito ambata, divenendo “ambo” quando al single si aggiunge un compagno. Dopodiché tutto procede con la sequenza progressiva della buona aritmetica: terno, quaterna, cinquina; che è il top della giocata, soprattutto se si vince. Il mio primo incontro con questo “sport” risale a un accadimento drammatico avvenuto dalle parti di Cuneo (tra l’altro una città a me molto cara) molti, ma veramente molti, anni fa. Non deve stupire che i numeri da giocare nascano il più delle volte da fatti tragici, avvenimenti eccezionali o da sogni, di solito con defunti che si materializzano “dando i numeri”, non nel senso metaforico della pazzia improvvisa ma fornendo direttamen

Giro d'Italia: spiccioli di ricordi

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È iniziato sabato il 96° Giro ciclistico d'Italia, e viene spontanea una scrollatina ai ricordi di un passato lontano, pur se non ancora remoto. Voglio raccontare un paio di episodi, legati a due Giri diversi, minuscoli frammenti di un mondo sportivo un tempo epico e oggi anch'esso tecnologizzato. Per introdurli ho pensato di mettere un'immagine, che nella sua semplicità antica li accomuna entrambi. La carbonaia: fumi verso il cielo, non trattenuti  1986: 69° Giro d'Italia Qualunque fatto sia accaduto nel corso di quel Giro, è stato, per così dire, cancellato da un evento tragico, che fin dalla prima tappa lo ha segnato come quantomeno sfortunato. Proprio in quella prima tappa, la Palermo-Sciacca, che il giorno avanti aveva visto il prologo a cronometro su Palermo, un ragazzo, il 22enne Ravasio, era stato coinvolto in una caduta, si era rialzato, era risalito in sella alla sua bici e aveva terminato il percorso di quella tappa... Sembrava una caduta com

C'è chi semina e c'è chi raccoglie

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Ingrandire con le opzioni, se lo faccio io esco dal blog. Ho scoperto che è sufficiente cliccare sulla foto  per portarla a livello di lettura

Affinché Primo Maggio sia

Francesco (che sono costretto a cognomizzare vista l'inflazione di questo nome) Zaffuto ha formulato sul suo blog una proposta per limitare i danni che la mancanza di lavoro sta provocando a livello nazionale, con particolare riguardo ai giovani e alle donne.  Il fatto che nel governo testé nato siano stati inseriti questi e quelle non deve trarre in inganno: quando si parla di lavoro non si intende «quel» lavoro, che ha avuto una sua passata dignità, ma oggi ancora tutta da dimostrare. Quando si parla di "lavoro" si intende quello che una volta era indicato come «guadagnarsi il pane» (anzi, ricordo che un noto personaggio aveva aggiunto «col sudore della fronte»), cioè quel tipo di lavoro che consenta di vivere dignitosamente e di programmare almeno un minimo di futuro. Altri blogger hanno pubblicato questo post, ma valendo più che mai il "ripetere giova", aderisco volentieri all'iniziativa. Pur ritenendola, Francesco lo sa, più che un sogno un'utop

Napolitano non dixit

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Il discorso di Napolitano, rivolto alle Camere riunite, sottotitolato per i non udenti. Ho un televisore vecchio, forse è per quello che nelle riprese andate in onda questi sottotitoli non si sono visti. Comunque ho l'impressione che lì ad ascoltarlo ci fosse una folta rappresentanza dei non udenti d'Italia.

Passato, presente, futuro, bacio

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passato Presente Futuro Un bacio al volo a chi se ne va

Sinfonia del 730/13

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Francesco (in barba alla privacy, con l’inflazione dei Franceschi che c’è in giro, devo aggiungere il cognome) Zaffuto, nel suo blog politico-economico-indignados  La Crisi 2009 ha iniziato da par suo la descrizione dell’odissea per la compilazione del 730/13; è alla seconda puntata, e ha già ben descritto alcune novità di questo modello, che anno dopo anno sta diventando sempre più stellare. Per la gioia dei pensionati non-baby, ossia con qualche annetto e poco-nulle competenze webbaiole (i baby-pensionati non hanno problemi, nella capacità di gestione web sono quasi alla pari dei baby-prodigio delle scuole materne), l’Inps (in crisi economica, forse prossimo al fallimento) ha deciso d’ amblé di non mandare più i Cud ai propri “clienti”; annullando il suo cartaceo pare che ottenga un risparmio, non quantificabile dai non addetti, ma sicuramente consistente. L’operazione segue quella della cancellazione dell’ invio del modello ObisM, che inizio anno avrebbe dovuto comunicar

Ricordo pasqualino

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Un suspir E piôv a zil ròt e l’aqua la s’insteca stra i còp slabré e zò par al duzàj. Sbalutêdi da e lans d’una vintê, e sbrèsa al goz, dri la vidariê. Luntân e sbat un òs, e ogni böta cl’arbomba l’è un suspir ch’u s’amöla da e baracôn dla nòt. E pasa l’infarmir par amurtê al lus, e in chêv dla sêla e da l’utom avis. Sol cl’òm smanarlê u n’i da bêd. U s’adâna int’ e lët, tòt ingiavlì, e sturzend la bòca a la finëstra, e rugia cun la bêva e j’òcc svars ê : “A voj turn ê a ca! A ca, da mi fiôla!...”. Dis en fa, li l’al fè srê, pasèndal par mat: la ca, za vinduda, pr’andê a stê in zitê… (Sergio Chiodini – 1979) (Un sospiro: Piove a dirotto  e l’acqua si infiltra / tra i coppi sbrecciati e giù attraverso le grondaie. / Agitate dall’ansimare di una ventata, / scivolano le gocce, lungo la vetrata. / In lontananza sbatacchia una porta / e ogni colpo che rimbomba / è un sospiro che si abbandona / dal baraccone della notte. / Passa l’infermiere a

Due ricette come pesce d'aprile

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Crapiètt' ccu patàn' all' fùrn Ci vuòn: - 'nu crapiètt' nustràn' 'i 'na trjina 'i chil nètt, - cipùdda, rosmarin, - rùa cucchiaràt' 'i gràss 'i puorch', - rùa chil' 'i patàn' munnàte, - uògliu e sal' q.b. Piglia 'u crapiètt' pulizzàt', ascjiugàl', càccia 'a càpa e tutt' 'i còs' rinta (stintin', ficatu, rìni e purmùni), fall' 'a pièzz giùst' e mintil' 'nta 'nu bèll' tjian' grànn' ccù assajia cipùdda fàtta a fedd', assajia rosmarin', rùa cucchiaràt' 'i gràss' 'i puòrch' e 'nu poch' 'i sal'. Mintic' 'nu poch' r'àcquae 'mpilal' 'ntù fùrn' e fàll' còc'. Arricuòrdat' ch' mintic' còc' sicci vò 'n poch' r'àcqua mintacèlla.  'Ntramènt' piglia n'àta tièdda, mintic' i patàn' munnàt' e fàtt'a spicch&#

Poche parole

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Pausa dell'intervallo

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La Festa della Donna  è una bella cosa, dura un giorno solo,  otto di marzo. "Far la festa" alla donna  è un'altra cosa, e dura,  vigliacca e infame,  per il resto dell'anno.