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Visualizzazione dei post da 2025

"Giuè", di Antonella Perrotta

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Se il titolo di questo romanzo fosse stato, per dire, "Giosuè", manco lo avrei iniziato a leggere.   Del Giosuè biblico so quel poco che basta per non passare da ignorante (in senso lato, ignorante del soggetto): erede di Mosè, al contrario del suo mentore che per passare alla storia ne aveva combinate di cotte e di crude, costui è ricordato per aver fermato il sole nel suo calare quotidiano, fatto che gli avrebbe consentito di terminare la strage dei suoi nemici del momento. Pare che Giosuè in ebraico significhi "Dio salva", e sicuramente da Lui fu salvato, addirittura andando oltre, visto che questo Giosuè è ricordato più per l'eliminazione fisica dei nemici (di Dio, ovviamente) che per altre opere più meritorie. Sono passati migliaia di anni, ma il concetto delle stragi in nome di Dio, nel corso dei secoli e tutt'oggi, non è cambiato. Non per niente, questo Giosuè risulta essere Santo per l'altrettanto Santa Romana Chiesa. L'altro Giosuè non potev...

Una storia calabrese (quinta parte)

Alla fine, visti ignorati tutti gli appelli, per costringere il Comune a dare una risposta, qualsiasi fosse, ho aderito a un servizio PEC. Appena accettata la registrazione non ho neanche atteso che si raffreddasse e ho inviato un messaggio in cui, con una gentilezza affatto corrispondente al mio stato d'animo, ho chiesto una spiegazione di quella che ritengo una colpevole inerzia. A questo punto, non è più tanto la non emissione del documento a irritarmi, quanto il silenzio assordante in merito a una vicenda che, ripeto, ha quanto meno dell'incredibile. Una vicenda che, per la sua fantomatica evoluzione, avrebbe richiesto una pronta risposta, una mossa tendente a insabbiarla, onde evitare la sua divulgazione. Inattesa, vista la sollecitudine passata, è arrivata la segnalazione del protocollato del messaggio, seguita da altro messaggio che in poche righe, tipicamente tecniche, mi dava i dati numerici della domanda, a far data dal 1986. Non so se collegato a questi, aveva chiama...

Licenziato!

Licenziato! Licenziato in tronco! Licenziato in tronco, senza preavviso! Pensavo di essere stato assunto a tempo indeterminato, invece avevo un contratto a tempo che non sapevo di avere tacitamente firmato. " Lei qui non può più mettere piede. Nella struttura, per qualunque sua necessità, potrà andare dove vuole... qui no!" . Nel darmi la coltellata non appariva spiaciuto, anzi mi è sembrato che un sorriso gli tagliasse il viso in due, da lobo a lobo. Per dieci anni sono stato fedele, puntuale, meticoloso...  " Faccia questo! ", e lo facevo. " Non faccia questo! ", e non lo facevo. " Si presenti il tal giorno, alla tal ora... ", e io quel giorno e a quell'ora ero presente; mezz'ora di anticipo, mai un minuto di ritardo. E la mia fedeltà è stata premiata con un licenziamento... in tronco... senza preavviso. Non dovrò più frequentare l'ambulatorio oncologico, i protocolli e le statistiche dicono che sono guarito. Amen.  

In morte di gatto

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9 giugno 2025: 𝐄𝐢 𝐟𝐮... (no, non è il referendum) Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percosso, attonito, anch'io al nunzio sto, muto pensando all’ultima ora di un gatto speciale che il suo prato verde mai più calpesterà. Ciao, Gigio, e grazie! 😢       

Tanto pe' parlà...

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Visto che nessuno ne parla, mi ci azzardo io: parliamo di referendum. Oggi e domani si vota una serie di quesiti referendari, relativi al lavoro e alla cittadinanza degli stranieri. Lunedì 9, alle ore 15 circa, ci sarà un boato che manco i gol della nazionale di calcio (risatina sardonica, dedicata alla mancata vittoria [eufemisticamente parlando] di ieri sera, venerdì). Sarà dedicato al raggiungimento del quorum; meglio, di un quorum. Parlando di ‘quorum’ in ambito referendario si intende, di solito, quello che dice di un quasi ormai mitico 50%+1 di aventi diritto/dovere al voto che hanno deciso di portarsi alle urne e, appunto, votare. Solo dopo lo spoglio delle schede potrà esserci un altro (piccolo) boato, nel caso la risposta risulti positiva per chi (o coloro) che hanno sponsorizzato il referendum stesso. ‘Piccolo’, perché? Le crocette messe sul SI o sul NO, in questa tornata, passeranno in secondo piano, che ‘vinca’ il positivo o il negativo avrà un seguito nella elaborazione d...

Una storia calabrese (quarta parte)

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Con questo quarto capitolo speravo di chiudere questa amarevole storia, invece mi sa che l'epilogo sarà rimandato a una quinta parte, tutta ancora da elaborare. Eravamo rimasti alla quasi certezza dello sblocco della vicenda, che avevo supportato con una lettera al Sindaco, lanciata  il 4 di maggio, subito dopo la pubblicazione della terza parte. Lettera che pubblico, trasformandola in lettera aperta,  con la certezza che verrà letta con migliore attenzione di quanto (forse) è stata letta nell'originale. Eh, sì, dopo un mese non un cenno di riscontro, di cenno di ricevuta, un simpatico vai al diavolo e non rompere i meloni a chi lavora...  E intanto i 'meloni' li ho io e sono appoggiati al suolo... Non credo sarebbe cascato il mondo nel mandare una e-mail di riscontro, magari solo per dire, appunto, di non rompere, ovvero che non ti diamo retta perché sei vecchio, basso, brutto e antipatico... qualcosa che mi dicesse: esisti, resisti,  vedrai che tutto finirà. C'è c...

Una storia calabrese (terza parte)

Come detto, ridendo e imprecando, il racconto del viaggio che portava alla concessione edilizia era arrivato all'anno  2013 . Avevo ricevuto la copia della richiesta (citante le leggi, i decreti e gli articoli specifici, sulla base della mia domanda del 1956 ) di quantificazione del danno ambientale   rivolta alla Regione. Il tecnico che me l'aveva consegnata aveva tirato un sospiro di sollievo, assicurandomi che in un paio di mesi, massimo un anno, sarebbe arrivato il riscontro, avrei pagato la penale e finalmente la concessione sarebbe stata mia. La bambina, nata nel '92, ha potuto frequentare la scuola materna, l'elementare, la media, il liceo, l'università... si è laureata, ha frequentato un master  di specializzazione in Spagna, dopo tirocini in varie ditte si è fatta una sua partita Iva, si è affermata, è diventata completamente autonoma...  Per dire che acqua sotto i ponti ne è passata, ma della concessione edilizia nessuna traccia. Nel frattempo mia mogl...

"La danza del falco" di Simona Fruzzetti

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  La Fruzzetti, con questo lungo racconto, è uscita dal suo seminato solito e direi, a lettura ultimata, che è riuscita in un intento che ritenevo quantomeno difficile: si è semplicemente superata. Nei suoi precedenti romanzi, tutti godibilissimi, si era sempre cimentata in una forma di salto in lungo; in questo ha voluto provare un salto in alto, pienamente riuscito, dopo il paio di precedenti assaggi nel genere thriller.    Il libro conferma appieno quanto promesso nelle presentazioni, infatti si tratta di un giallo a tutto tondo... ma inserito in un arcobaleno di descrizioni che inducono sensazioni variegate, dove non mancano accenni all'umorismo tipico che distingue l'Autrice, con ampi tocchi di umanità che rendono il romanzo, in alcuni passaggi, piacevolmente amaro. In qualunque romanzo il rischio di spoilerare  è dietro ogni capitolo, tanto più lo è in un racconto giallo. Pertanto sono costretto a ponderare bene ogni parola per non rovinare la sorpresa a chi, d...

Coincidenze

Premesso che la malignità è passatempo tipico di quelli avanti con l'età, si diventa comari a tutto campo per riempire i vuoti di memoria occasionali. Cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco: nei commenti su zio Facebook per alcuni sono più che giusti, per altri affatto giustificati e per altri ancora, direbbe Pagnoncelli, non sanno o non entrano nel merito. Uno sguardo al passato, riferito alla morte dei vari Papi, porta a una riflessione che sicuramente si fonda sulla malignità citata in apertura di post.  Vediamo che nel dopoguerra abbiamo avuto sette decessi papali, che sono stati onorati con quest'ordine: Pio XII zero lutto, Giovanni XXIII zero lutto, Paolo VI un giorno, Giovanni Paolo I (Luciani) un giorno, Giovanni Paolo II tre giorni, Benedetto XVI zero giorni di lutto, non più in carica, Francesco 5 giorni di lutto. Che (ma guarda il caso!) sono a cavallo del 25 Aprile, festa nazionale da sempre mal digerita da una parte specifica di cittadini, ...

Una storia calabrese (seconda parte)

A parte i decessi, la vita nel nuovo paese e nella nuova casa si era instradata bene. Qualche momento di trepidazione per la scadenza dei pagamenti, ma niente di che preoccuparsi; a posteriori non erano neanche da definire sacrifici veri e propri. Il mio lavoro mi teneva lontano da casa per giorni, ma le "ragazze" se la cavavano benissimo. Non c'erano ancora i cellulari, che sicuramente avrebbero attenuato la preoccupazione costante; era prevista una chiamata al giorno, di sera, per scambiarci le notizie del giorno e i saluti. Nel 1985 era uscito un condono edilizio, per quanto ne so il primo di una serie di una serie infinita. Ne avevo sentito parlare, ma ero sicuro di non dovermi preoccupare, per cui me ne interessavo più per curiosità che per necessità. Gli allacci di acqua e luce risultavano regolari; la fognatura no, poiché il paese alla marina era stato costruito ex novo senza rete fognaria. Al borgo vecchio, nella zona collinare interna, manco a pensarci... L'i...

Una storia calabrese (prima parte)

Anno Domini 1981, dicembre.   Non era ancora 'sceso' in politica l'ormai mitico, nel bene e nel male, Silvio Berlusconi, anzi credo che avesse appena iniziato il suo cammino di successi che lo ha portato all'Olimpo terreno prima di avviarlo a quello eterno. La sua scesa è passata alla Storia, con ben altro destino di quella sulle fiancate di alcuni scuolabus ( scesa bambini ) come invito a una maggiore attenzione verso altri mezzi in transito. La mia scesa è avvenuta in sordina, ai primi di dicembre di quell'A.D. 1981, quando avevo messo piede in Calabria non più per i periodi feriali, come nei dieci anni precedenti, ma per diventare cittadino calabrese, stanziale, prossimo indigeno. Ero giusto a metà del cammin della mia vita, ma allora non lo sapevo. Avevo un  piano abbastanza chiaro su quello che avrei voluto fare per sistemarmi al meglio e, nel contempo, sistemare i suoceri, già anziani e malmessi in salute, e la cognata, che li accudiva amorevolmente, pur ne...

Testo del Manifesto di Ventotene

Se ne parla e se ne straparla, ma non so quanti hanno avuto la pazienza e la necessaria apertura mentale per   leggere, possibilmente attentamente, il testo di quel Manifesto . È lungo, credo che la sua lettura prenda quasi il tempo di una puntata del "Grande Fratello". C'è chi lo ha definito 'obsoleto' basandosi sul fatto che è di ottant'anni fa. Da buon ultraobsoleto ho avuto modo di rilevare che la più parte delle critiche gira intorno a due righe che, opportunamente estrapolate, danno adito ad una interpretazione di parte che il resto del testo meglio chiarisce. Ho sottolineato due piccole parti, due righe più due righe, che mi hanno colpito per via di reazioni e non reazioni. Lo offro in lettura a chi ne abbia voglia, convinto della sua attualità. Il testo del Manifesto di Ventotene  "Per un'Europa libera e unita"   Ventotene, agosto 1941  I - LA CRISI DELLA CIVILTA' MODERNA   La civiltà moderna ha posto come proprio fondamento il princi...