Una storia calabrese (quarta parte)

Con questo quarto capitolo speravo di chiudere questa amarevole storia, invece mi sa che l'epilogo sarà rimandato a una quinta parte, tutta ancora da elaborare.

Eravamo rimasti alla quasi certezza dello sblocco della vicenda, che avevo supportato con una lettera al Sindaco, lanciata il 4 di maggio, subito dopo la pubblicazione della terza parte. Lettera che pubblico, trasformandola in lettera aperta, con la certezza che verrà letta con migliore attenzione di quanto (forse) è stata letta nell'originale.

Eh, sì, dopo un mese non un cenno di riscontro, di cenno di ricevuta, un simpatico vai al diavolo e non rompere i meloni a chi lavora... E intanto i 'meloni' li ho io e sono appoggiati al suolo... Non credo sarebbe cascato il mondo nel mandare una e-mail di riscontro, magari solo per dire, appunto, di non rompere, ovvero che non ti diamo retta perché sei vecchio, basso, brutto e antipatico... qualcosa che mi dicesse: esisti, resisti, vedrai che tutto finirà.

C'è chi aspetta tutta una vita per poi morire, cosa vuoi che siano quarant'anni per ottenere uno straccio di pezzo di carta. Resilienza, cittadino, anche se risulti essere di serie C.

E intanto sono passati oltre cento giorni dalla sfuriata regionale, e la mia Concessione Edilizia è ancora relegata nella tipografia di Gutemberg, dove la stanno componendo una lettera (tipografica) alla volta.

Temo che, come preconizzato nella lettera, con me cremato, sarà chi eredita a godere finalmente di questo dannatissimo pezzo di carta.

Deluso? Sì, perché negarlo...

Sono cittadino di questo paese da oltre quarant'anni, onesto ben oltre i limiti delineati, non ho mai fatto casini, quando ho rilevato qualcosa a mio danno l'ho fatto educatamente presente, quanto chiesto ho sempre pagato. Non ho mai chiesto un occhio di riguardo, né per la mia età, né per la mia condizione fisica.

Per molti altri così non è stato e così non è...


La lettera, pur bellina, non sono riuscito a ingrandirla di più e me ne scuso.

Che altro dire, arrileggerci in quinta parte, sempre a Dio piacendo...

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