Tanto pe' parlà...
Visto che nessuno ne parla, mi ci azzardo io: parliamo di referendum.
Oggi e domani si vota una serie di quesiti referendari, relativi al lavoro e alla cittadinanza degli stranieri.
Parlando di ‘quorum’ in ambito referendario si intende, di solito, quello che dice di un quasi ormai mitico 50%+1 di aventi diritto/dovere al voto che hanno deciso di portarsi alle urne e, appunto, votare. Solo dopo lo spoglio delle schede potrà esserci un altro (piccolo) boato, nel caso la risposta risulti positiva per chi (o coloro) che hanno sponsorizzato il referendum stesso.
‘Piccolo’, perché? Le crocette messe sul SI o sul NO, in questa tornata, passeranno in secondo piano, che ‘vinca’ il positivo o il negativo avrà un seguito nella elaborazione dei dati, regione per regione.
Questo referendum, in realtà è un sondaggio prettamente politico, a tutti gli effetti. Più reale e realistico di quelli di Pagnoncelli (non è l’unico, ma è l’unico di cui conosco il nome): abbiamo due fronti, che (teoricamente) si dividono la torta politica elettorale.
Uno si batte (più o meno strenuamente) per ottenere il famoso quorum del 50%+1 nel votare il referendum come tale, indipendentemente dal risultato: per questo gruppo la vittoria sta nell’adesione, in minima parte nella risposta ai quesiti proposti. Il boato citato, che scoppierà alle 15 di lunedì… sarà di natura esclusivamente politica (“abbiamo vinto, vinceremo!”).
L’altro gruppo evita di dare indicazioni sulle risposte ai quesiti proposti: si batte (apertamente e strenuamente) e invita alla diserzione dalle urne. Nel caso il suo invito producesse il 50%+1 delle defezioni, il boato sarà appannaggio di questo gruppo, che risulterà politicamente vincente (“abbiamo vinto, rivinceremo!”).
In entrambi i casi, vittoria dell’uno o dell’altro, si tratterà di una vittoria di Pirro, di boati di giubilo fini a sé stessi:
- nel caso dei propugnatori del referendum (eventuali vincitori) fino a quando staranno in fila sul muretto a vedere chi piscia più lungo (espressione metaforica, anche l’unica donna del gruppo partecipa al ‘gioco’) questa vittoria sarà solo una ricca mangiata che porterà a un lungo digiuno per digerirla.
- in caso di ‘vittoria’ dei diserzionisti si tratterà di una fleboclisi ricostituente e di un lenzuolo provvisorio a coprire errori e gaffes. Qui c’è il vantaggio che non c’è gara di pisciata: anche qui è la donna che la fa più lunga (sempre in metafora).
Detto questo, tanto pe’ parlà, silenzio stampa e… a lunedì.
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