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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

"Il testamento cangiante"

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Ogni libro di Pezzoli ha caratteristiche sue proprie, che in qualche caso si riallacciano ad altri suoi pubblicati senza esserne prosecuzione. Ha messo al mondo tante creature, ognuna delle quali è opera a sé, nelle trame, nella stesura dei racconti, nell'esposizione complessiva. In alcune emergono simiglianze di personaggi che peraltro si adeguano ad età che avanzano, a situazioni via via aggiornate, a nuove visualizzazioni (più esattamente a visioni), che li rendono sempre attuali. E ogni libro ha una sua propria impronta, diversamente godibile, che richiede valutazioni singole: ciascuno trova una sua collocazione precisa, un sigillo che lo rende migliore nel suo specifico. Per dire, l'Autore nella presentazione di questo ultimo, si lancia nella definizione del suo essere il ' più ' tra quelli finora editati; e qui non sono d'accordo: il migliore dei suoi pargoli, secondo il mio personalissimo parere, resta Agonia di una fata e altri sfaceli. Per fatti miei, credo

"Oltrepassare" di M. Ciano

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Si tratta del secondo libro di questo Autore. Il precedente era titolato Zeig, dato alle stampe nel 2018, un romanzo distopico, che porta il lettore a un continuo cambio di passo per valutare due futuristiche possibilità di vita sulla Terra. È un invito a soppesare due mondi, uno perfetto e uno caotico. Dove quello  troppo perfetto appare asfissiante, e quello troppo caotico assolutamente devastante. Due mondi che il protagonista, Marselo, visita e rivisita alla costante ricerca di una via di mezzo, che, oggi più che mai, non esiste. In questo Oltrepassare,  ora in libreria, Ciano riceve il suo secondo battesimo di scrittore, e qui porta su carta pensieri e ricordi.  I suoi pensieri e i suoi ricordi. Che non sono solo suoi...  Qui la locazione del romanzo è più statica: impossibile non individuare il territorio in cui si svolgono gli eventi raccontati, e anche i pensieri e i ricordi dell'Autore appaiono chiaramente come pensieri e ricordi di tutta una popolazione indigena. Che li

LIDL! Anch'io?

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Da un po' di tempo a me delle ciambelle riesce solo il buco. Come ho avuto modo di raccontare in un post precedente, col geometra e con l'idraulico il buco è tuttora in via di perfezionamento. Adesso ho iniziato a impastare la ciambella di un  supermercato che il logo qui a fianco bene individua, e il buco perfetto è già in cottura. Questo, come molti altri, contribuisce a rendere appetitosa la monotonia dei telegiornali, che ormai dedicano i loro tempi a dare notizie che inducono alla depressione anche i menefreghisti più incalliti. Invogliano, questi mercati, ad effettuare acquisti come se nulla al mondo stesse accadendo, evidentemente i loro studi di marketing hanno una visione del futuro che noi umani non abbiamo la capacità di percepire. Noi umani che, in fondo, siamo tutti pesciolini affamati che non vediamo l'ora di abboccare a qualunque amo venga calato nell'acquario in cui crediamo di vivere. E le esche che nascondono quegli ami sono sempre presentate in modo c