Lettera aperta a TIM.it
Gentile signora Tim, essendo stata abolita, circa ottant'anni fa, la forma comunicativa del Lei, e parendomi il tu troppo confidenziale, rispolvero il rispettoso quanto desueto Voi nell'inoltrarVi la missiva che segue. Un "Voi" che è rispettoso omaggio verso il Vostro ente metafisico, ma che ha valore di un "voi" diretto al Vostro sterminato (letto come infinito, senza confini; mai che alcuno leggesse distrutto, annientato; che è pensiero anni luce lontano dal mio conscio; dal mio inconscio non più di mezzo metro) gruppo che è supporto indispensabile alle Vostre molteplici attività. Ivi compreso il sottobosco che Voi ufficialmente disconoscete e ufficiosamente foraggiate. Come Voi ben sapete, con l'abolizione del "lei" era stata vietata anche la stretta di mano, che fino ad allora, tra contraenti, aveva più valore di qualunque contratto; non per motivi igienici (Papa docet), ma perché il braccio doveva essere teso verso l'alto, in memo