lunedì 6 gennaio 2020

Parliamone, fino all'ultimo respiro

Laddove le autorità si disinteressano, anzi, diciamocelo francamente, altamente se ne fregano, l'unica voce rimasta è quella di cittadini virtuosi, liberi nella mente e nel cuore. Condivido volentieri lo scritto di una cara amica, pur sapendo che chi dovrebbe leggerlo non lo farà. Non è accettabile che il destino di un territorio, il futuro di migliaia di cittadini, sia così balordamente abbandonato. E non è accettabile, pur essendo apprezzabile, che le grida di dolore vengano diffuse, e sovente giustamente ascoltate, da un TG ufficialmente satirico, che affida le proteste alla voce di un pupazzo di rosso vestito.  

Ivania Avolio
4 h
Cari vi inoltro questo SMS che vi chiedo di leggere anche se lungo perché magari a qualcuno di noi può venire in mente qualcosa che si può fare:
lo so che qui è difficile che vengano letti post lunghi ma io ci provo. lo leggeranno solo quelli che hanno tempo ma io ci tengo molto. So che tanti faranno finta di non averlo visto ma spero che lo leggeranno degli "amici" che proveranno a fare qualcosa, ne vale la pena.
Una storia d’impegno, di amore e di bellezza.
C’era una area fortemente avvelenata a San Giuseppiello, Giugliano in Campania, terra dei fuochi. Poi c’era un progetto di bonifica, come tanti altri, tanti milioni di euro, denaro pubblico. Ne sarebbe risultato un lavoro enorme, di asportazione di terra e veleno per portarlo chissà dove, con costi enormi. Bruttura su bruttura, devastazione su devastazione, distruzione su distruzione che avrebbe arricchito solo la camorra. Sappiamo che è così che funziona, la camorra inquina, la camorra si occupa delle bonifiche. Invece è successo che il commissario alle bonifiche ed un gruppo di studiosi della facoltà di agraria dell’università di Napoli, coordinato dal prof. Massimo Fagnano hanno realizzato un progetto differente, improntato all’attenzione ed alla cura della terra. E così nei terreni sequestrati ai clan, dov’erano stati sotterrati veleni e rifiuti industriali è stata attivata un’opera di recupero totalmente affidata alla tecnologia ed alla Natura. Un intervento alternativo, pulito, a basso costo: sono stati piantati 20.000 pioppi, le cui radici stanno assorbendo i metalli pesanti in profondità. Il terreno è stato cosparso di compost arricchito con batteri capaci di metabolizzare gli idrocarburi. Il tutto è costato “solo” 900.000 euro rispetto ai molti milioni di euro che prevedeva il progetto iniziale. In questi anni gli alberi sono diventati un bel bosco, sono ritornati gli animali selvatici e gli uccelli, arrivano gli alunni delle scuole, le macchine monitorano la diminuzione dei veleni, un vero miracolo. Eppure l’area non è stata affidata, il commissario da qualche settimana è in pensione e la Regione Campania non ha ancora individuato né il successore né un organismo a cui affidare il bene bonificato. Intanto da qualche mese è già cominciata la devastazione degli uffici e delle apparecchiature.
Un modello virtuoso, efficace ed efficiente, una sperimentazione ecosostenibile, un esempio di legalità che si potrebbe replicare nelle mille terre avvelenate del nostro Paese rischia di essere dimenticato e, fatto gravissimo, di essere distrutto e le persone che vi hanno lavorato lasciate sole ed esposte. Persone che hanno avuto il coraggio di intraprendere percorsi differenti, di non utilizzare denaro pubblico per opere costose ed inutili, di occuparsi della nostra terra con cura per recuperare natura e bellezza. Vorrei portare a conoscenza i grandi movimenti ambientalisti italiani di questa storia. Non vorrei apparire troppo esigente se affermo che se ne dovrebbe occupare la Politica, Libera, la Magistratura, le Associazioni, , Cittadinanza Attiva, i Giornalisti sensibili ed attenti al tema e che non si lasciasse solo chi ha provato a costruire un modello di risanamento della nostra terra in maniera seria, attenta e naturale, mettendosi anche contro il grande potere della camorra. Se ci siete datemi una mano a diffondere e a condividere questa bella storia prima che diventi una storia triste.

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