Una lettera aperta

Questo è un post pubblicato su Facebook oggi, 7 agosto.
Uno dei tanti che invitano alla condivisione, ma questo ritengo
meriti più di una condivisione, che dopo pochi istanti finisce relegata in un diario, che pochi o nessuno mai leggerà. 
C'è la tendenza a "capire" quei genitori che difendono a spada tratta i loro pargoli, anche quando sono artefici di delitti efferati. E non mi riferisco solo al caso Cerciello, le cronache sono zeppe di episodi in cui la strafottenza dei figli viene non solo giustificata ma supportata, talvolta in modo violento, anche a fronte di evidenze crude e incredibili.
Più nel piccolo, basta pensare a quello che succede nelle scuole o nei pronto soccorso, per vedere come sta girando il mondo.
I figli sono, sempre, un pezzo di cuore, e sarebbe inimmaginabile un genitore che lo scordasse. Ma esternare sui media, con una pervicacia che meriterebbe altro uso, le responsabilità del mondo intero per le malefatte dei propri figli, meno che a se stessi, alla fine li fa diventare odiosi quanto i figli teoricamente degeneri.
Non lo sono degeneri, e i loro comportamenti, dei genitori, avallano tale condizione.
Può essere che questa lettera.non sia vera, che sia frutto della fantasia di uno scrittore, destinata a stigmatizzare una situazione che ormai si è incancrenita, ma non per questo è priva di valore o fuori da un'attualità quotidiana.

Siamo TUTTI CRETINI (prelevato da un blog su Facebook)

Molti genitori, compresi quelli dei due giovani americani indagati per la morte del Carabiniere Mario Cerciello, dovrebbero leggere questa storia (Lory)
Un detenuto condannato alla pena di morte in attesa di esecuzione, ha chiesto come ultimo desiderio una penna e un foglio. Dopo aver scritto per parecchi minuti, il condannato ha chiamato la guardia carceraria e ha chiesto che questa lettera fosse consegnata alla madre.
La lettera diceva:

“Mamma, se ci fosse più giustizia in questo mondo saremmo in due oggi a essere condannati e non solo io. Sei colpevole tanto quanto me, anzi sei colpevole anche per la vita che perderò.
Ti ricordi quando ho rubato e portato a casa la bicicletta di un ragazzo?
Mi hai aiutato a nasconderla affinchè mio padre non lo scoprisse e non mi punisse.
Ti ricordi quando ho rubato i soldi dal portafoglio del vicino?
Sei stata con me a spenderli, nel centro commerciale.
Ricordi quando hai litigato con mio padre e lui se n’è andato?
Voleva solo correggermi, perché invece di studiare, avevo copiato il compito all’esame…. alla fine mi hanno scoperto e anche espulso.
Tu ti sei messa contro mio padre, i maestri e io alla fine non ho imparato nulla, oltre che a delinquenziale.
Mamma, io ero solo un bambino, dopo sono diventato un adolescente problematico e ora sono un uomo intollerante e aggressivo.
Mamma, io ero solo un bambino che aveva bisogno di correzione e non di approvazione. Ma comunque io ti perdono!
Chiedo solo che tu faccia leggere questa lettera al maggior numero di genitori nel mondo, affinché sappiano che hanno la responsabilità di crescere un figlio facendolo diventare un uomo, che potrà agire facendo del bene o del male….
Grazie mamma, per avermi dato la vita e per avermi aiutato a perderla.
Il tuo figlio delinquente
Volevo inoltre ricordarti che:
Chi si rifiuta di punire il figlio, non lo ama. Chi lo ama non esita a sgridarlo. (proverbi 13: 24)
L’ istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo (Nelson Mandela)
Istruzione e rimprovero comincia nei primi anni dell’infanzia e durano fino a l’ultimo giorno di vita (Pitagora)
Educa i bambini, e non sarà necessario punire gli adulti (Pitagora)

Commenti

Post popolari in questo blog

Lettera aperta ad Amazon

Meccanica celeste

Senza bussare