Oggi, 27 dicembre, dovrebbe diluviare...

... invece, dopo un inizio nuvoloso, è pure uscito il sole.

Ci sono, nella vita, occasioni o, per meglio dire, situazioni che costringono a rivedere le proprie convinzioni, fino a poco prima garantite da esperienze accumulate da lunghissima data.
Passo al dunque, così non perdiamo tempo.

Lo specialista, in vista di un prossimo controllo, tra gli altri esami ha richiesto l'RX torace.
Nella visita di controllo precedente, questo esame mi aveva fatto fare i tuffi carpiati per riuscire ad ottenerlo. Telefonicamente, al CUP mi avevano rimandato al 2018; solo per avviare la prenotazione, con l'esame da prevedere sine die.
Mi ero rivolto a una clinica privata e, logicamente, lo avevo potuto avere la settimana successiva alla richiesta.
Eravamo a giugno di quest'anno.
Avevo saputo che le prenotazioni per gli esami clinici, oltre che al CUP era possibile tentarle allo sportello ticket, direttamente all'ospedale.
Molto dubitoso (si può dire?), stamattina, complice anche la giornata discreta, verso le 9,30 mi sono avviato verso la bolgia di attesa per l'accesso a quel benemerito ufficio.
Dicevo "bolgia", ché quella solitamente si trova in quei ritrovi, numerino di accesso bene in vista, occhiate e occhiatacce verso chi si presume voglia "accelerare" il colloquio saltando la coda.
Vuoto, non un'anima, come si dice.
Brutto segno.
Buttato lo sguardo oltre la porta, allo sportello c'era una signora..
Non ho preso il numero.
Dialogo allo sportello:
Io: "Vorrei prenotare questi raggi".
Lui: "Le prenotazioni, per quest'anno sono state chiuse; se ne parla dal 2 gennaio in poi".
Io, rassegnato: "Bene, ci vediamo settimana prossima".
Lui: "OK... ma, aspetta...".
Per una conoscenza profonda mi dà del "tu"...
Conoscenza profonda unilaterale, ovviamente.
Lui, di me, sa tutto: nome e cognome, luogo e data di nascita, residenza, codice fiscale; sa cosa chiedo e sa perché lo chiedo... È tutto nell'impegnativa.
Io, di lui, so neanche il nome...
I miei capelli grigio-pallido, evidentemente, invitano alla tenerezza; la stessa in uso verso un bambino.
Casualmente un po' cresciuto.
Lui smanetta per un po' alla tastiera del computer di servizio, poi...
"Mi dispiace...".
Io: "Non importa, ritorno più avanti...".
Lui: "No, no, mi dispiace che, se vuoi, puoi andare a a farti un giro e tornare qui verso mezzogiorno, direttamente in radiologia...".
Mi consegna il foglio di prenotazione.
Sono circa le 10, posso tornare a casa a prendere il referto precedente, utile per un confronto immediato sull'andamento toracico.
Prenotato per le 12,06.
Ore 11,45: consegnato il foglio al bancone della radiologia.
Nell'antistadio tre file di sedie, tutte occupate, una ventina di persone.
In attesa.
Prevista l'uscita per cena. A saperlo mi sarei portato un panino di prosciutto e formaggio, con una provetta da un quartino di vino rosso.
L'addetta: "Si accomodi, bisogna aspettare un pochino, chiamo io".
Ore 12,10, invito in sala raggi...
Mannaggia, ha ragione chi dice che quando c'era Lui (l'altro lui, non il mio di stamane) gli orari si rispettavano!.
Quattro minuti di ritardo, non ci posso credere... dove andremo a finire con questo passo?
12,20: fine dell'esame.
"Se vuole aspettare in sala d'attesa, le diamo subito il cd e il referto".
12,30: esco a rivedere il cielo.
E non diluvia...
Il mondo sta per finire.
Alleluja!


Commenti

  1. Sono contenta per questa performance positiva del servizio sanitario! Ti auguro un 2018 ricco di salute e serenità.

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    1. Cari auguri anche a te. Che la Sicilia ridiventi terra di serena felicità. Per tutti.

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  2. Ma è tutto vero? Lo giuri?
    Se le cose stanno così questo fatto (incredibile) sarà l'antipasto del nuovo anno che verrà.
    Buon 2018!

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    1. Lo giuro!
      È stato talmente incredibile che ho pensato bene di cronacarlo a futura memoria.
      Credo sarà evento irripetibile.. Speriamo sia di buon auspicio per un futuro più umanamente accettabile.
      Ma, su questo, non me la sento di giurarci.
      Cari affettuosi auguri.

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