venerdì 11 giugno 2010

Giovedì, un giorno da leoni

Non so se capita a tutti di avere la convinzione di un giorno, diciamo, negativo nella vita. Che può essere a cadenza settimanale, mensile, annuale, o addirittura un giorno della propria vita che si preferirebbe non avere mai vissuto.
Io credo che il mio giorno da evitare sia il giovedì. Già in un post precedente avevo raccontato di un giovedì, quasi nella sua pienezza, comunque già ben messo come accadimenti della giornata.
Torno su un giovedì non lontano, ieri per la precisione.
Alla fine dell'esposizione vedrò di trovare una rima adatta, che completi il titolo, anche se so che la scelta sarà molto ristretta.
Adunque: sveglia, e poi tutte le operazioni che si fanno ogni mattina, da appena svegli a dopo colazione.
Le donne hanno fatto una capatina al mercato, per visitarlo con l'aria un po' fresca del primo mattino. Più che per comprare qualcosa, ci vanno per comareggiare con le conoscenti: tizio è all'ospedale, caia se la fa con, sempronia si è comprato, ma fino a ieri diceva di non potere... Insomma il solito scambio di pettegolezzi.
Io vado ad assidermi davanti al rettangolo finestra sul mondo.
Apro con i giornali: prima la politica (non che mi interessi in modo particolare, ma tutti i giornali aprono con la politica, e visto che il prezzo è lo stesso che la guardi o no, la guardo) poco di nuovo; poi la cronaca, che (a parte i morti sulle strade con investitori che fuggono e poi dicono che non si sono accorti, pensavano fosse un colpo di vento) si sta specializzando nel decantare le capacità investigative dei nostri detective, che dopo lustri pare riescano a trovare tracce indicative e probanti sui delitti meglio che su reperti freschi di giornata. E il capello, e le tracce ematiche, e i testimoni, e che quel giorno pioveva, ma all'ora del delitto c'era stata una schiarita che avrebbe potuto consentire la messa in atto del crimine.
E poi lo sport, oggi calcio, sui denti e più giù ancora: Bianchi, e non specifico chi è perché offenderei la perspicacia di chi si prenderà la briga di leggere questo scritto, squalificato per presunta bestemmia, mentre a bordo campo si faceva medicare un labbro, sfracellato da un avversario.
Intanto pare che il delatore di questo delitto sia stato un dirigente della squadra avversa; inoltre, il dubbio è che qualcuno nei pressi di Bianchi, magari un tifoso, abbia espresso un'opinione su qualche santo e, ignoto il tizio, si sia appioppato tale parere a Rolando, che era l'unico conosciuto in quella parte di bordo campo.
Conclusione: la notorietà non sempre paga in positivo, e si becca una giornata di squalifica.
Coincidente , questo alt, con la partita di ritorno che decide una stagione.
Quando si dice: il caso.
Già questo avvenimento avrebbe dovuto farmi capire che la giornata era no e poi no.
Invece...
Ho una poste-pay, una carta prepagata delle poste, su cui, fino a ieri mattina giacevano beati circa 5 euro, residuo di un capitale di 20 euro, scialacquati in spese voluttuarie.
Da tempo avevo in programma di ricaricare questa carta. Viste le premesse, avrei dovuto intuire che ieri non era il giorno giusto per l'operazione.
Non ho intuito.
Da un mese abbondante ho l'adsl che si diverte a boxare con me: c'è, non c'è, se c'è è come se non ci fosse, poiché mi segnala connesso e dopo un attimo se ne va dove dico io. Ieri mattina no, ha tenuto quel tanto da consentirmi di ricaricare la carta.
Pagina della posta, username, password, numero della carta, importo, esegui. Fatto tutto.
Erano circa le dieci e trenta, appunto di ieri mattina.
Verso mezzogiorno, sul cellulare mi chiama Poste Italiane:
"Poste italiane. E' il signor XXX?".
"Sì, sono io, mi dica...".
"Lei in mattinata ha effettuato due movimenti, uno dal suo banco posta e l'altro dalla sua carta".
"No, guardi, io ho fatto un solo movimento, di ricarica della mia prepagata...".
"Allora qualcun altro ha fatto il secondo movimento, che le ha prosciugato la carta, lasciandoci i 4,90 euro di prima del suo travaso di ricarica".
Inutile dire che il salto in alto effettuato non era di gioia.
"Cosa devo fare?".
"Stampi l'estratto conto della carta con gli ultimi movimenti, vada dai carabinieri a fare denuncia di disconoscimento dell'ultima operazione, quella in uscita; le dò un numero di fax a cui inviare sia la denuncia che la copia dell'estratto conto".
Telefono alla caserma, spiego sommariamente il fatto, devo fare una denuncia.
"Oggi, dopo le 17".
Bene, così ho avuto tutto il tempo per risalire a tutti gli antenati del succhiatore, per vedere se tra essi ci fosse almeno un santo della chiesa.
Santi neanche mezzo, tutti fior di delinquenti. Sono arrivato fino a una certa Eva, che pare sia stata una grandissima zoccola, e a quel santo di suo marito, Adamo, cornuto più che un cervo, di quelli più cornuti.
Visto che gli antenati erano tutti morti (spero, come minimo, morti ammazzati), mi sono dedicato alla discendenza di questo elemento, confezionando maledizioni e accidenti a cascata, a valanga, a slavina...
Ho fatto una, brevissima, pausa, quando sono arrivato al 2012. Poteva essere supelfluo andare oltre, viste le poche speranze di vita ulteriore della Terra avanzate da qualcuno che non ha altro cui pensare.
Ho detto breve pausa; il melius est abundare ha avuto la meglio, e ho fatto che continuare in saecula saeculorum.
Dopo le 17, in caserma per la denuncia: nel testo (a parte la difficoltà dell'addetto ad accettare il termine "disconoscimento" che lui, come me fino a stamattina, abbinava solo alla paternità) non ha voluto inserire il termine "figlio di Eva" riferito al ladro; dice che potrei ricevere una querela per offese dall'interessato.
Come se questi fosse fuori dalla porta in attesa dell'arresto.
E l'ha detto senza neanche sorridere.
Fax a Poste Italiane. Che servirà, probabilmente ai soli fini statistici. Il ministro di turno snocciolerà i dati sui furti informatici e le azioni messe in atto per limitarli.
Avrò la soddisfazione di sapere, senza orgoglio, che in quei numeri, da ieri, ci sono anch'io.
Una soddisfazione, che neanche le martellate sulle mani e sui denti avrebbero mai potuto darmi.
Tra l'altro credo che direttamente sotto l'apparecchio ricevente dei fax ci sia un cestino apposito, per la raccolta dei messaggi; con il riciclo della differenziata diventeranno quei rotoli volgarmente detti carta igienica.
Gli antenati e i discendenti li ho già serviti.
Al parassita auguro, ma di tutto cuore, di spendere i miei soldi in medicine, fino all'ultimo centesimo, ed esaurito il malloppo, di crepare investito da un autotreno.
Amen, con la speranza che sia davvero un "così sia".
La rima al titolo l'ho trovata, non la pubblico per un sussulto di dignità.


2 commenti:

  1. Victor, non lo sapevo, ho battagliato tutto il giorno con questa stramaledetta adsl per battere il post; scrivevo e cancellava senza salvare.
    Dei due guai esposti, questo era quello che mi ambasciava di più: a questo punto non è finita, veramente!
    Se le cose vanno come dovrebbero, pensa tu, sono disposto ad attenuare, senza esagerare, le maledizioni a quel "figlio di Eva" che mi ha derubato.
    Che, naturalmente, non può essere che bianconero, che Dio lo strafulmini.
    La cifra del furto è ufficialmente secondaria, e non l'ho citata a proposito, ma aveva una sua bella valenza. Ecco perché la rima al titolo non poteva essere diversa da quella che, io per primo, ho pensato, e che presumo verrà spontanea a chiunque casualmente leggerà questo post.
    Ma se... ti garantisco, non me ne fregherà più di tanto.
    (Al limite, se lo prenderanno in culo i miei eredi, ma spero aspettino per almeno cento anni).
    Per la cosa più importante non dico niente, aspetto.

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  2. è successo qualcosa di simile anche a me, solo che i funzionari delle poste, non so come perchè è strano, hanno capito che un prelievo dalla Romania, subito dopo un mio prelievo dal posto dove vivo in italia, non era proprio probabile e quindi hanno bloccato tutto. Pensa che mi avevano persino telefonato, identificandosi come un presunto ingegnere nonsochi funzionario delle poste per chiedermi la password della carta di credito. Ovviamente non gliel'ho data e mi è andata bene per quella volta. Mia moglie non è stata così fortunata, ma devo dire che l'assicurazione della banca le ha ripagato tutto.

    per l'altro "problema", quello importante ovvio, un in bocca al lupo!

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