Sinistri quattro
Ci eravamo sposati, avendo ancora in dotazione la 850 spyder.
Avevamo trovato alloggio in un paese della cintura, un palazzo nuovissimo, tant’è che i mobili, regolarmente acquistati a rate, li avevamo portati nella nuova casa passando su gradini di marmo ricoperti ancora con paglia mista a calce, per non farli rovinare sia dai muratori ancora all’opera, che da traslocanti maldestri.
Prima dei mobili, pulizia dei pavimenti e delle tracce di calce; pranzo al sacco, con panini e birra.
Il tempo utile, per me, era al mattino.
La testé divenuta signora proseguiva al pomeriggio, in serata mi raggiungeva al lavoro, e tornavamo all’alloggetto ammobiliato, nido provvisorio in attesa di quello definitivo.
Il pisolino, dopo il panino e la birra, nella vasca da bagno, una maglia arrotolata per cuscino.
Il posto di lavoro era a una quindicina di chilometri; una strada fiancheggiata da campi coltivati con qualche abitazione, qua e là, mi portava verso il centro città.
Stessa strada, per anni. Solo d’inverno, per neve o ghiaccio, preferivo un corso centrale, più trafficato, ma anche più curato.
Nella strada campagnola, il vantaggio era il quasi nullo traffico; lo svantaggio grosso erano la brina scivolosa e la nebbia.
In quel periodo, due incidentucoli.
Fermo allo stop, sguardo a sinistra in attesa del passaggio di auto in arrivo.
Un tizio dietro, anche lui sguardo a sinistra; forse per avere più visuale, aveva deciso che tra lui e la linea di stop non c’era nessuno.
Sbaam!
Scambio di cortesie reciproco: per me, lui avrebbe dovuto guardare ‘anche’ davanti; per lui, semplicemente io non dovevo essere lì, fermo allo stop.
Per fortuna era assicurato, sinistro risolto.
Il secondo, dovuto alla nebbia.
Al pomeriggio, andando al lavoro, poteva capitare che ci fosse il sole.
Alla sera, in primavera autunno inverno, in contrasto con il sole del giorno, sovente c’era nebbia; e quando dico nebbia intendo quella che la panna montata è vetro trasparente.
In città, all’uscita dal lavoro, il fenomeno era assente, forse ridotto dalle correnti d’aria tra palazzi, che la dissolvevano al primo formarsi.
Quella era una sera di nebbia-nebbia.
Già fuori dalla città, trovato il muro, avrei dovuto tornare indietro e andare per la strada alternativa, sicuramente più limpida.
Lo avessi fatto avrei avuto meno da raccontare, provocando la delusione in chi legge.
Quindi occhi strizzati, finestrino abbassato per non fare appannare i vetri, testa quasi fuori alla ricerca di un barlume di striscia bianca sull’asfalto e… avanti popolo!
Un incrocio, più intuito che visualizzato.
Al di là dell’incrocio, attraversato centinaia di volte, non avevo notato che ci fosse una cabina telefonica.
Proprio sull’angolo, cementata sulla destra.
Non l’avevo notata in pieno giorno, potevo notarla in piena nebbia?
Infatti, nonostante andassi a non più di cento all’ora, sono andato a sbatterci contro, in pieno.
Preciso: i cento erano metri, all’ora.
Evidentemente era stata cementata con lo sputo, perché, con la bottarella si era abbattuta.
E se dico abbattuta non intendo come la torre di Pisa; lo intendo nel valore più completo che si dà a quel termine.
Secondo il codice della strada allora vigente, avrei dovuto fermarmi a prestare i primi soccorsi a una cabina morente.
Invece ho detto il solito “mannaggia!” con contorno abbondante, ho messo la marcia indietro per scendere dal gradinetto, e, stavolta andando ai cinquanta metri all’ora, mi sono dileguato.
Nella nebbia, ovviamente.
Danni alla macchina: poco o niente.
Lo racconto adesso, perché so che sia i danni da sinistro che l’omissione di soccorso, dopo un secolo vengono cancellati dalla prescrizione.
Eppoi, le cabine le stanno eliminando tutte: ho dato una mano qualche anno prima.
Ci sentiamo ancora, se vi pare.
Avevamo trovato alloggio in un paese della cintura, un palazzo nuovissimo, tant’è che i mobili, regolarmente acquistati a rate, li avevamo portati nella nuova casa passando su gradini di marmo ricoperti ancora con paglia mista a calce, per non farli rovinare sia dai muratori ancora all’opera, che da traslocanti maldestri.
Prima dei mobili, pulizia dei pavimenti e delle tracce di calce; pranzo al sacco, con panini e birra.
Il tempo utile, per me, era al mattino.
La testé divenuta signora proseguiva al pomeriggio, in serata mi raggiungeva al lavoro, e tornavamo all’alloggetto ammobiliato, nido provvisorio in attesa di quello definitivo.
Il pisolino, dopo il panino e la birra, nella vasca da bagno, una maglia arrotolata per cuscino.
Il posto di lavoro era a una quindicina di chilometri; una strada fiancheggiata da campi coltivati con qualche abitazione, qua e là, mi portava verso il centro città.
Stessa strada, per anni. Solo d’inverno, per neve o ghiaccio, preferivo un corso centrale, più trafficato, ma anche più curato.
Nella strada campagnola, il vantaggio era il quasi nullo traffico; lo svantaggio grosso erano la brina scivolosa e la nebbia.
In quel periodo, due incidentucoli.
Fermo allo stop, sguardo a sinistra in attesa del passaggio di auto in arrivo.
Un tizio dietro, anche lui sguardo a sinistra; forse per avere più visuale, aveva deciso che tra lui e la linea di stop non c’era nessuno.
Sbaam!
Scambio di cortesie reciproco: per me, lui avrebbe dovuto guardare ‘anche’ davanti; per lui, semplicemente io non dovevo essere lì, fermo allo stop.
Per fortuna era assicurato, sinistro risolto.
Il secondo, dovuto alla nebbia.
Al pomeriggio, andando al lavoro, poteva capitare che ci fosse il sole.
Alla sera, in primavera autunno inverno, in contrasto con il sole del giorno, sovente c’era nebbia; e quando dico nebbia intendo quella che la panna montata è vetro trasparente.
In città, all’uscita dal lavoro, il fenomeno era assente, forse ridotto dalle correnti d’aria tra palazzi, che la dissolvevano al primo formarsi.
Quella era una sera di nebbia-nebbia.
Già fuori dalla città, trovato il muro, avrei dovuto tornare indietro e andare per la strada alternativa, sicuramente più limpida.
Lo avessi fatto avrei avuto meno da raccontare, provocando la delusione in chi legge.
Quindi occhi strizzati, finestrino abbassato per non fare appannare i vetri, testa quasi fuori alla ricerca di un barlume di striscia bianca sull’asfalto e… avanti popolo!
Un incrocio, più intuito che visualizzato.
Al di là dell’incrocio, attraversato centinaia di volte, non avevo notato che ci fosse una cabina telefonica.
Proprio sull’angolo, cementata sulla destra.
Non l’avevo notata in pieno giorno, potevo notarla in piena nebbia?
Infatti, nonostante andassi a non più di cento all’ora, sono andato a sbatterci contro, in pieno.
Preciso: i cento erano metri, all’ora.
Evidentemente era stata cementata con lo sputo, perché, con la bottarella si era abbattuta.
E se dico abbattuta non intendo come la torre di Pisa; lo intendo nel valore più completo che si dà a quel termine.
Secondo il codice della strada allora vigente, avrei dovuto fermarmi a prestare i primi soccorsi a una cabina morente.
Invece ho detto il solito “mannaggia!” con contorno abbondante, ho messo la marcia indietro per scendere dal gradinetto, e, stavolta andando ai cinquanta metri all’ora, mi sono dileguato.
Nella nebbia, ovviamente.
Danni alla macchina: poco o niente.
Lo racconto adesso, perché so che sia i danni da sinistro che l’omissione di soccorso, dopo un secolo vengono cancellati dalla prescrizione.
Eppoi, le cabine le stanno eliminando tutte: ho dato una mano qualche anno prima.
Ci sentiamo ancora, se vi pare.
Prima macchina, 850 spyder...ancora con il foglio rosa, facevo scuola guida da sola, in campagna..l'esame l'avrei dato due mesi dopo alla motorizzazione...
RispondiEliminaho abbattuto un'intera fila di "passoni" (filari di vigna) a retromarcia in salita.
Abbondante smadonnata...fiancata aperta come un barattolo di sardine...fuga precipitosa prima che arrivasse il padrone della vigna col forcone..:D
Questa l'avevo raccontata mesi fa nel mio blog ...
RispondiEliminaPer una comodità riguardante l'uscita, infilo sempre la mia C1, blu marinaio..(non cominciate con le battute..quella non è un'auto..è un portachiavi ....oh..io son NANA...per me quella è una BERLINA!) nel garage a marcia in dietro.
Un pomeriggio di giugno, faceva molto caldo quel giorno all'O.K. Corral, ero con mia cugina e parlavamo sommessamente dei massimi sistemi galileani. Giunte al box, situato tra due palazzoni, distratta dalle chiacchiere, ho fatto le mie manovrine, ho inserito la marcia e a velocità sostenuta, da autista sicura di sè, sono entrata nel garage.
BBBBBBOOOOOOOOMMMMMM
Un fragoroso BOATO ha fatto tremare i vetri delle case e volar via tutti i maledetti piccioni della zona..
Un po' alla volta, persone sconosciute ed alcune a me anche ben note, purtroppo... hanno cominciato ad affacciarsi terrorizzate e incuriosite ai balconi. Mia cugina è scesa dalla macchina ed è venuta a parlarmi al finestrino: " - Vieni giù,dai..Grace..non è successo niente !
Io sbattevo la testa sul volante e bisbigliavo ad alta voce " CAZZO CAZZO CAZZO !" e poi ancora " CAZZO CAZZO CAZZO ! e di nuovo " CAZZO CAZZO CAZZO CAZZOOO !".
Cos'era successo?
Semplice...
Prima delle varie complicatissime manovre di posizionamento auto, avevo dimenticato di TIRARE SU LA SERRANDA ELETTRICA.
Ho sfondato la cler come in un accuratissimo CRASH TEST, solo che all'impatto frontale disassato, ho preferito l'urto pieno di CULO ! Avrei voluto trasformarmi in alcantara e mimetizzarmi sui sedili dell'automobilina dalle originali terga piatte. :-(
Gatto..inutile a NOI piace ABBATTERE e SFONDARE!
:D
@Chica: anche l'abbattimento di filari di vigna, dopo un po' va in prescrizione. Per la legge. Devi sperare che quel contadino non legga il tuo commento: sai, i contadini la legge se la fanno col fucile da caccia...
RispondiElimina@GRACE: avevo appena finito di leggere il tuo racconto, che doveri istituzionali mi hanno chiamato altrove. Qualcuno vedendomi alla guida, ampiamente sogghignante, avrà pensato: "Peccato, così giovane e già così scemo!"; ovviamente era miopissimo, non per lo 'scemo' ma per l'altro aggettivo.
Al rientro, la prima cosa che sono andato a vedere è stata se avessi avuto la spudoratezza di mettere un commento alla mia irrisoria disavventura con Prospero a fianco.
Non hai avuto il coraggio di inserirti, e questo va a tuo merito.
Non capisco come abbia fatto a sfuggirmi questo episodio, che dici di avere postato mesi fa.
Se lo avessi letto, puoi giurarci che ti avrei chiamato in causa in quello mio.
Leggendo quel mio postucolo, ti immagino stravaccata sul divano, con l'ombelico sogghignante e un PFUI! gigantesco verso la mia, a questo punto, sciocchezzuola.
E penso, altresì, all'invasione di augelli, da te chiamati a testimoniare la tua... ahem!... non so come definirla... autosodomizzazione (al confronto, la mia era una tenera innocua affettuosa palpatina) può andar bene?
Con "Sinistri cinque" penso di chiudere i racconti ad essi relativi.
Bene, dopo questa tua, ti anticipo che tutta la mia carriera sinistrofica non riuscirà, fino a oggi, a pareggiare questo tuo sfondamento di innocente serranda.
Per concludere: dopo di te, solo il diluvio, forse, è peggio!
(Sono in casa, e posso continuare a ridere: tanto qui lo sanno benissimo che sono un pochino scemo. Purtroppo sanno anche che "fui" giovane).
Un bacio ghignante te lo meriti tutto!
Nel caso decidessi di venirmi a trovare, sappi che la serranda del mio box è sempre aperta: potrai entrare di davanti e di dietro a occhi chiusi.
La prima sera in cui avevo la patente mi sono fatta un giro in centro con tutte le amiche stipate nella mia panda bianca 750...fortunatamente non è successo nulla ma ho rischiato di rifare la fiancata ad una fiammeggiante BMW, se non fosse stato per i riflessi che fortunatemnte avevo e spero di avere tutt'ora avrei fatto un bel danno!
RispondiEliminaUna volta facendo retromarcia sono finita sulla macchina dell'attuale moglie di mio padre...un'arpia con la faccia da mocio Vileda...lui terrorizzato è riuscito con le sue sole mani a rimettere in senso il paraurti dell'amata...
RispondiEliminaMadame non ha mai saputo niente.
Huèèè, ma state tutte bene!!!!!
RispondiEliminaHeidi, ovviamente, non voluta?1?
;-)
RispondiEliminaEh, no... provvedi a chiudere il box o niente!
Che faccio? Sfondo una porta aperta? Hahahah!
Non sono mica banale io!
Bacio Pie' :)
Peccato per la 850 e per la gloriosa cabina telefonica. A me viene in mente solo un urtello dato a una fiat uno parcheggiata davanti alla mia famigerata panda. La fiat uno era senza freno a mano e ha dato il via a un domino di auto fino all'urtone finale all'auto blu di un 'onorevole' odiatissimo! ahahahahhaahha! che godimento! son uscita di soppiatto e me la son filata! 3333)
RispondiEliminaOvviamente volevo dire in sesto e non in senso ma comunque il senso.......che confusione!
RispondiEliminaNo, non l'ho fatto volontariamente, è che sono talmente abituata a non considerare lei che non vedo neanche la sua macchina...
Oggi sono andato a pagare l'assicurazione della mia macchina. C'era una tua foto alla parete.
RispondiEliminaA quanto pare guidi come una vecchia signora inglese.
RispondiEliminadicci la verità Gatto, la prossima volta ci parlerai di quando hai parcheggiato per la prima volta in garage la tua nuovissima 600 blu nuova fiammante!
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=RoNfljg5ifw&feature=related
questo sei tu! :D
@Mago: qualche volta come mister Bean; non sempre, però.
RispondiElimina@Rospo: ho riso come se si trattasse di un altro; non frequento molto YouTube, ho approfittato per vedere anche gli altri video. In almeno un paio mi sono riconosciuto.
Ma quel bastardone che rideva alle "mie" spalle, per caso mica eri tu?
Oh gattonero,avrei una domanda che più che sinistra l'è una curiosità.E mi son chiesta:ma al felino che tipo di topa garberà?
RispondiEliminaQuella bianca di Pompei,
o quella nera dei Pigmei?
Quella rossa Ticinese,
o quella gialla Pechinese?
Ti ringazio anticipatamente,se sarai così gentile da soddisfarmi nella risposta ciao.
Mi stupisco sempre di quanti "graffi" raccolga la mia auto, e non si lamenti mai. Il peggio lo ha passato quando ho tentato di abbattere un paletto sparti traffico della Asl dove lavoro. Quel maledetto non voleva proprio saperne di farsi sdradicare!
RispondiEliminahai visto quanta roba mo forse faccio pure il riassuntino di tutto quello che mi è successo hiihihihihihihihih te lo sei preso il caffè ?????
RispondiElimina@Citronella: non sono razzista. Per me Pompea Pigmea Ticina Pechina sono tutte bene accette.
RispondiEliminaOgni tanto, quando posso, esco dal seminato:
Purché sia porcella,
purché sia maiala,
ma oggi la più bella
è della cinghiala.
Non sei razzista,
RispondiEliminama di sicuro sei:
un gran chiavista,
un gran gourmet,
un portatore sano,
indispensabile per la
riproduzione del genere umano,
gatto unico e assai raro,
ti meriti il titolo di Gran Figaro.
:)))))))))))))
Me ne sono persi due io o questi sono sinistri due?
RispondiEliminaAnyway, mi piace molto come scrivi.
Gatto nero, sei proprio buffo??!! Bè, anch io due picciini incidentelli, risolti, con le dovute scuse, senza dare mano al portafoglio, sempre allo stop.. "e non ti ho visto, che eri, ferma.".
RispondiEliminaSIGHT Agli STOP mi fermo sempre!! Forse saro' invisibile :_D non so.. :-D
Tutto, si è risolto, bene.. senza fare constatazioni amichevoli.. e un po' di ppaanicc per me, passato, dopo, che entrambi ce ne siamo andati!!!
Gatto sei troppo forte...
RispondiEliminanel senso che stendi anche le cabine...
mi chiedo...
cosa accadrà alle donne che sono sulla tua strada???
Buona settimana
Grazie Gatto,ho letto i tuoi commenti,ed oggi è il mio primo mesiversario che compio qua.Mi fa piacere che ciò che scrivo ti piaccia,e naturalmente il piacere è reciproco.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la lista dei follower quella c'è già,strano che tu non l'abbia vista,forse perché non è affollata come la tua?
Un saluto condito con un'affettuosa grattatina ciao :))
ciao gatto che combini?
RispondiEliminaIo m'annoio ò! e so passata da te , come sai non ci possono essere sempre novità che pizzaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ti saluto vado a fammè un caffè ciaoooooooo gattoooooooo
Ma non mi dire!!!
RispondiEliminaAnche tu festeggi oggi???
Wowowowowowow!!!
E allora...
AUGURONIIIIIIIIIIIIIII.... hehehehehehe
Ciao Gattone ti lascio un paio di frrr frrr frrrrr per augurarti una splendida serata!!!
Bacione e miaoooooo!!!
che ignorante che sono !!!!
RispondiEliminanon ho letto il post ed ero passata così .....
ma auguriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
e scusaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaamille volte !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Gradevole da leggere. Dispiace per la cabina. Ma meglio la cabina che una gattina...
RispondiEliminaCiao!
... ma come mai hai questa serie si sinistri sinistri?
RispondiEliminaE comunque non pensavo che avessi questo cuore crudele e lapideo!
Quella povera cabina! Non si fa... Non si fa..!