venerdì 24 settembre 2010

SINISTRI

Non sinistri come gente di sinistra, e neanche come gente torva tipo i bravi (cfr Manzoni).

“Sinistri” come incidenti con l’auto.
Ho già raccontato della presa della patente.
In base al racconto, in un simpatico commento, sono stato invitato ad avvisare quando mi muovo in macchina; per mettersi in salvo.
Tipo: gatto al volante, pericolo costante.
Non ho fatto molti incidenti, quindi non distoglierò più di tanto dalla lettura di altri blog, molto più interessanti.
Senza ironia.
Ne racconterò uno e mezzo, per non suscitare timori in chi guida.
Il primo, indimenticabile come il primo amore, otto mesi circa dopo il patentamento.
Avevo comprato una fiat 500 di seconda mano, decapottabile, indietro fino sopra il motore.
Novembre inoltrato, circa le nove di sera, già buio, una nebbiolina che si posava sulla strada rendendola un po’ viscida.
Uscivo dal lavoro, e, dopo una per niente faticosa giornata, niente di meglio, avviando la macchina, che accendere una sigaretta.
A quei quattro o cinque poveretti che ancora fumano, almeno una volta nella vita sarà capitato quello che quella sera è capitato a me: sigaretta accesa tra le labbra, mani sul volante come da scuola guida, velocità ridotta sia per la nebbiolina sia perché non avevo fretta.
Non sono Bogart che per tutto un film teneva la sigaretta pendula, con le mani libere di cincischiare le sue bellocce; un paio di tirate, poi, salda una mano sul volante, con l’altra ero sono andato a toglierla, per far respirare lei e respirare io.
Succede che le tre tirate avevano attaccato la sigaretta alle labbra; prendendola, tra indice e medio, non si era mossa. In cambio mi ero bruciacchiato, e subito dopo la sigaretta era caduta a terra, sotto il sedile.
Primo pensiero: la macchina va a fuoco; secondo pensiero: recuperare la possibile fonte dell’incendio.
Così, senza abbandonare il volante come da scuola guida, ho cercato la cicca. Che, forse, era finita sotto il sedile lato passeggero.
Dico forse, perché non l’ho trovata; con gli occhi occupati a cercarla, la testa sotto il cruscotto, mano sempre sul volante, che invece della strada seguiva le mie manovre.
Sbadabam!
Un dentista aveva parcheggiato dove non avrebbe dovuto, cioè sulla mia strada.
Una bottarella alla capoccia, il davanti della mia 500 nettamente accorciato, il macchinone del dentista con un po’ di fanaleria posteriore sfasciata.
Prima sulla strada non c’era un’anima; dopo il botto i soliti guardoni.
Salta su uno: vattinne, che nessuno ha visto niente…
‘Forse’ non lo avrei fatto comunque, ma come potevo vattinnare con la batteria davanti completamente sfasciata…
Assicurato Sai, socio Aci, officina a duecento metri. Che culo, ragazzi!

Il secondo non era stato un vero incidente, direi piuttosto un attentato.
Avevo iniziato ad uscire con una ragazza; solite cosucce iniziali, ancora senza impegno; ero in un periodo di cernita, per cui saltellavo qua e là, evitando accuratamente posti comuni che potessero fare incontrare tra loro le figliole.
Questa ragazza aveva un’amica, Enrica, abbastanza disinvolta, ma soprattutto ficcanaso.
Premessa: nel frattempo dalla 500 ero passato a una Fulvia coupé, sempre seconda mano, gialla.
Poiché dal lavoro uscivo sempre un po’ tardino, avevo fornito la ragazza delle chiavi della macchina; a una certa ora prendeva il tram e veniva ad aspettarmi all’interno della vettura (fornita di radio e mangiadischi, mica balle).
Una di quelle sere, era venuta con l’amica Enrica ad aspettarmi.
Appena avviata la macchina, l’amica aveva cominciato a dire di sentire strani rumori, le sembrava che la macchina non fosse stabile… insomma a mettermi in allarme.
Non avendo rilevato a orecchio alcunché di anomalo, avevo proseguito verso una nota gelateria, avevamo preso una bella coppona ciascuno, e prima di ripartire, per sicurezza avevo fatto un giro intorno alla macchina.
Gomma posteriore destra quasi completamente a terra.
Basso, quindi maligno, avevo intuito subito che c’era qualcosa di strano.
Beh, subito… due giorni dopo.
Enrica aveva confidato alla ragazza di avermi visto in compagnia di un’altra, in un certo posto.
Tanto per farmi capire che non voleva interferenze, mi aveva sgonfiato la gomma per darmi un segnale.
All’epoca non c’era ancora la sindrome Bobbit, però un eventuale coltello in mano a una che ti sgonfia le gomme per un sentito dire, poteva diventare pericoloso.
All’epoca, a parte la macchina, avevo solo due gioielli: la gola e i pendenti.
Quando voglio so essere drastico, al limite della cattiveria.
Quindi fine immediata della relazione, grazie tante per quello che mi aveva dato, ma basta così. Addio per sempre.
E quando un gatto dice basta è un basta definitivo.
Forse  il ‘sempre’ e il ‘definitivo’ erano un po’ elastici, visto che due anni dopo l’ho sposata.


SEGUE… sempre forse


 

12 commenti:

  1. hiihhi... fantastica la vecchia 500, che fascino aveva

    http://www.youtube.com/watch?v=DWtesJrLSNA

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  2. Mi hai fatto morire dal ridere!!!!!!Grazie Gatto!
    Però la Gatta ha carattere!
    Comunque la sigaretta in macchina, ha combinato tanti di quei guai a tutti che la metà delle macchine secondo me portano segni tangibili nei sedili o da altre parti.
    Io il mio il primo ed ultimo...spero incidente l'ho avuto per colpa dello stereo, cercavo di alzare il volume...risultato io non mi sono fatta assolutamente niente però ho causato un tamponamento a catena che ha coinvolto altre tre macchine tutte guidate da donne...(per fortuna),tot 4 persone + 3 ambulanze + una strada completamente bloccata. Da precisare subito che le signore, oltre una tiratina di collo non avevano niente,ma si sono comunque meritate una nomination all'Oscar per l'interpretazione dell'accaduto alla Mario Merola.Con tutto il rispetto.
    Ma la cosa più allucinante è che ho causato tutto quel casotto, con tanto di 20 m di frenata, beccando solo l'angolo dell'auto che mi precedeva e sai che macchina guidavo io?
    Una seicento! I poliziotti non potevano crederci che avessi fatto tutto da sola, chi rideva e chi mi pigliava per i fondelli per la fortuna avuta e per la stranezza dell'incidente. Boh, ...cose da donne.
    Heidi

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  3. gatto
    sei un portento comico

    a me è capitato qualcosa del genere con due bottiglie di vino che avevo incautamente appoggiato sul sedile del passeggero della mia cinquecento grigia con tettuccio apribile (quello che mi tagliavano sempre a volte per dispetto, a volte per fregarmela!).
    Ovviamente una frenata un po' brusca le stava per far cadere e per timore che si rompessero mi sono allungato per prenderle... perdendo il controllo del mezzo potentissimo e deviando su una macchina parcheggiata!
    vabbè, trecentomila lire e passata la paura...

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  4. @Itsas: a occhio i tuoi trecentomila di danno, vanno quasi alla pari con la mia vecchietta (la 500, non la moglie) che avevo pagato ducentomila lire. Sull'unghia.
    E' stata la mia nave-scuola, sia per la guida che per altro.
    Tornerò su di lei, poveretta (sempre la 500) perché le ho fatto strabuzzare i fanali...

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  5. Ahahah! Erano elastici....
    Bella storia però! :)

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  6. Ahahahaha grandioso... Io in vita mia ho solo un incidente all'appello... Da solo, sotto la pioggia, testacoda su una corsia di uscita dell'autostrada. Non so se sia stato S.Gennaro ma l'auto non si è sfondata nonostante un doppio urto sul guard rail e io non mi sono fatto niente e non ho causato la morte di nessuno.

    Da allora, con la pioggia, in curva, ho sempre l'impressione di andare in testacoda... E' una sensazione bruttissima, ma mi capita spesso.

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  7. Allora chi comanda è sicuramente LEI!
    :)

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  8. ssssssssssssssssssssss io faccio silenzio io la patente nun ce l'ho ò!!!!!

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  9. @Marianna: il silenzio è una dote preziosa, ma cosa aspetti a prenderla?
    Anche solo per poter raccontare sul blog le inevitabili cassate che farai agli inizi.
    E anche dopo: la vita in auto è piena di cassate...
    E anche fuori dall'auto, ovviamente...

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  10. E' stato quando la mia attuale moglie mi ha detto: "No, e sarà sempre no., che ho cominciato a farle il fil sul serio. (126 verde pisello)

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  11. @Stefy: premio ritirato, gatto straultraarcisuperextra onorato!

    LEI? Domata: come le giumente nel far-west, come le cammelle nei deserti, come le galline nei pollai, come le rane negli stagni...
    Devo costringerla, almeno in pubblico, a non darmi del lei. Nell'intimità riesce, con grande sforzo, a darmi del 'voi'...
    Il tutto senza colpo ferire: una museruola swarowsky e un guinzaglio D&G hanno fatto il miracolo: ogni tanto tenta di ribellarsi, ma con le mie nove code la riporto alla ragione.

    (Prima che me lo chieda: no, non legge questo blog, non legge nessun blog, va già bene se legge... Dirai: ecco perché... Risposta: ecco perché...).

    Ciao, grazie per il premio; se riesco ricambio a modo mio.

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