mercoledì 22 settembre 2010

B come patente

Sei mesi fa ho compiuto quarantacinque anni.

Il tempo che passa porta ai ricordi; talvolta basta un profumo, un caseggiato, una piazza, l’incontro con una persona non vista da tempo, una lapide al cimitero…

O una nipote che si iscrive a scuola guida per la patente.

E il pensiero corre all’indietro, quando scuola guida per la patente l’ho “fatta” io.

E penso a quello che, con quella patente in tasca, mi è successo, di bello e di meno bello.

Non posso ricordare tutto delle migliaia di chilometri percorsi, ma gli incidenti, i “sinistri”, li ricordo tutti…

E il primo approccio col sesso, in una cinquecento decapottabile, con una “nave scuola” con un fisico doppio il mio.

Parto dall’esame.

Programma per quella mattina : intanto avevo lavorato fino a mezzanotte; alle 8,30 circa esame teoria e guida; subito dopo era previsto un viaggio in treno per il matrimonio di un amico, in una città a un centinaio di chilometri.

L’esame: come da copione, partenza col freno a mano (in seguito detto di stazionamento) tirato; non che fosse importante, visto che era bruciato, ma all’ingegnere già la partenza non era piaciuta.

“Svolti a destra”, fatto.

“Se hanno messo la freccia anche per la destra, forse è per essere messa, non le pare?”.

Freccia messa.

“Ma adesso siamo in rettilineo, se mette la freccia è per accostare. Deve accostare?”.

Non dovevo accostare, via la freccia.

Incrocio; fatto cento volte a scuola guida, sapevo di avere la precedenza: ho tirato dritto senza tentennamenti, e forse questa è stata l’unica mossa che mi ha salvato dalla bocciatura.

“Accosti a destra”.

Non c’era marciapiede, c’era il muro di un caseggiato; accosto in maniera perfetta, lasciando tra la vettura e il muro lo spazio esatto per aprire a malapena lo sportello.

“Ma i pedoni devono andare sulla carreggiata o sul marciapiede?”.

“Ma il marciapiede non c’è…”.

“Scenda, buona giornata”.

Eravamo in zona scuola guida, ho firmato l’avvenuto esame e sono andato a prendere il treno.

Naturalmente allora gli ingegneri non si sbottonavano sull’esito delle prove, quindi ero partito col dubbio: ce l’avrò fatta?

Nel bel mezzo del matrimonio, ho cercato un telefono e ho chiamato il titolare, Prospero, per avere il responso.

“Cazzate ne hai fatte, perfino sufficienti a far bocciare anche quelli che hanno fatto l’esame dopo di te… Comunque è andata!”.

Promosso, al primo colpo!

Io, sinceramente, non mi sarei promosso; ma evidentemente quelli che a me erano sembrati errori gravi, per l’ingegnere erano errorucci, bagatelle di gioventù, perdonabili.

Non voglio pensare che sulla promozione abbia pesato il fatto che con Prospero ci conoscessimo da una vita, o che con lui avevo anche una comunanza politica; diciamo che non eravamo fratelli e neanche amici.

Eravamo compagni.

Che, allora, molto allora, aveva un significato…



Segue… forse.

13 commenti:

  1. ... mi è capitata l'identica cosa nel lontano 1967 ma mi bocciarono...
    bando alle nostalgie, invecchiare è anche una buona cosa...ma per gli acciacchi no...
    saluti

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  2. Anche io sono passata al primo colpo, non ho fatto cavolate ma avevo ugualmente paura di non avere superato l'esame…e anche per me sono passati un bel po’ di anni…12…La vecchiaia avanza ne ho ben 30!

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  3. @ Francesco: già invecchiare, secondo me, non è una buona cosa; con gli acciacchi, poi...

    @ Martina: per l'ultima parte del commento ritieniti virtualmente sculacciata!

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  4. Questo racconto mi sembra un pò tipo..... caccia all'errore....
    Ti facevo molto ma molto più giovane!
    :)

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  5. se tu avessi fatto oggi l'esame, il tuo amico (e quindi non compagno) piddino non ti avrebbe salvato. :(
    (beh, non l'aveva fatto neanche il buon Prospero, probabilmente...)

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  6. Guidi ancora Gattonero?
    Se mi mandi la mappa dei tuoi percorsi abituali... giro al largo!
    E poi, dicono..."donna al volante pericolo costante..."
    Baci
    Giulia

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  7. Io mi ricordo soltanto che avevo una paura folle, che però ho guidato bene, e che c'era una nebbia della miseria... :-)

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  8. @ Vittorio: non lo potevo confessare apertamente, senza Prospero avrei superato l'esame solo per anzianità.
    Vedi tu: un esame fatto tra via san donato, piazza statuto, corso principe oddone, rientro da via don bosco sotto la ferrovia...
    Dovessi farlo oggi cercherei un'autoscuola samaritana, sai quelle che per tot euri garantiscono la patente.
    Sarebbe un rischio, ma a mali estremi...

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  9. @ Giulia: in quel segue... forse conto di racconticchiare i miei "incidenti".
    Chi dice "donna al volante pericolo costante" conta balle. Conosco una sola donna che corrisponde al detto, ed è mia moglie: non ha mai fatto incidenti grossi, ma cassonetti, marciapiedi, specchietti laterali suoi e altrui, ecc. sono suoi clienti fissi...
    E io pago!, diceva Totò.

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  10. @ Stefy: cosa vuoi, gli anni passano, i bimbi crescono, le barbe imbiancano...
    Uno, per cercare di apparire giovane, ricorre ai blog: solo lì si può raccontare impunemente una gioventù che fu e che, almeno per me, non tornerà cchiù.

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  11. ...sei comunista eh?
    quanti bambini hai mangiato ?

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  12. @ Re: pochi, erano neri, ma non di pelle, di cervello; indigesti puzzolenti e pure stronzi.
    Comunque, lo ero.
    Oggi, dama-trà, non dice più niente: da gente che vive di carità o di vitalizi contentino, ricevi sguardi di compassione, gli stessi rivolti agli animali in via di estinzione.
    I "proletari" votano chi sappiamo, discutere con loro fa vomitare, ancora di più perché sembrano in buona fede.
    Gli ex operai, al bar sono non dico comunisti, ma di sinistra, poi vanno in piazza e cantano 'grazie silvio'.
    Ho una discreta età, che mi consente di dire senza rimpianti: andate affanculo, i cazzi saranno vostri.
    E spero che ci sia un aldilà che mi consenta, almeno per una volta, di pisciare su queste teste di cazzo e al branco di troie che fanno da contorno a questo cesso.
    Ecco, mi hai fatto incazzare, che pacifista sei!

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  13. Oddio, mi vien da condividere parola per parola. Sarò mica una comunissssta anch'io?

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