Non è necessario esser caduti in guerra per riconoscersi in questa poesia, che non è d'augurio ma di compendio. Fa il paio con 'A livella di Totò... Entrambe, e chissà quante altre meno note, ci ricordano quanto siamo tutti uguali e della stupidità di rendercene conto soltanto "dopo", quando sono altri a riconoscere questo stato, essendo noi ormai parificati. Bianco, nero, giallo, verdastro sono soltanto colori, rubati all'iride e scioccamente affibbiati a fantomatiche razze. Il sangue è rosso per tutti, il cuore batte per tutti, i muscoli si tendono per tutti... Tutti amiamo e, purtroppo, anche tutti odiamo, per tanti motivi, per tante provocazioni, per tante ingiustizie. Odiare per scelta di razza è quanto di più odioso sia concepibile, poiché non ha alcuna motivazione se non quella di una mente completamente bacata. Fra cent’anni «Da qui a cent’anni, quanno ritroveranno ner zappà la terra li resti de li poveri sordati morti ammazzati in guerra, pensate
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