Due mondi paralleli?
Corriere della Sera, aprile 2018
L’ultima volta che Pietro — chiamiamolo così — ha visto i compagni di classe, una terza elementare di Riccione, gli si sono rovesciati gli occhi all’improvviso. È caduto per terra, il corpo scosso dai tentacoli dell’epilessia. Il ritorno a scuola dopo il ricovero preoccupa i suoi genitori: e se gli altri alunni lo facessero sentire a disagio? Invece all’uscita Pietro sembra tranquillo e, quando la madre gli chiede come è andata, si limita a farle un sorriso. I bambini non rispondono mai alle domande dei grandi. Finché un giorno la mamma di Pietro entra in classe e scorge un cartello appeso alla parete. Sotto il titolo «Incarichi di emergenza», la maestra ha predisposto un dettagliatissimo piano di pronto e mutuo soccorso. In caso di nuovi attacchi, Lia dovrà prendere il farmaco nel secondo cassetto. Nel frattempo Tommaso (o Alberto, in sua vece) sarà già schizzato a chiamare i bidelli, mentre Leo F. e Giordano allerteranno gli insegnanti delle classi adiacenti, Giulia o Leo A. prenderanno il cuscino e Gaia e Josef pescheranno il cellulare nella borsa della maestra, che si occuperà della prima assistenza, coadiuvata da Diana. La madre di Pietro scopre che in classe suo figlio non è un emarginato, ma un privilegiato. Il capitano di una squadra dove tutti hanno un compito preciso e un obiettivo comune, sotto la regia di una maestra così immensa e discreta che avrebbe preferito che un gesto d’amore organizzato con tanta cura rimanesse un segreto tra lei e i suoi bambini.
Corriere di Calabria, aprile 2018
Entrava urlando in classe e disponeva per i suoi alunni un regolamento di comportamento ben lontano da quello previsto nei manuali scolastici. Chi non lo rispettava veniva punito, minacciato, e questo contribuiva a creare un clima di paura e di terrore. Tutto questo avveniva in un istituto di scuola elementare a Xxx, località marina della provincia di Xxx. Gli agenti della polizia di stato hanno notificato alla maestra sessantenne di storia e geografia, accusata di maltrattamenti a danno di minori, una misura di sospensione dall’attività di insegnamento per un periodo di sei mesi. Le indagini coordinate dalla Procura di Xxx non sono ancora terminate, gli agenti stanno acquisendo nuovi elementi oltre a quelli necessari per aver disposto la misura cautelare della sospensione. «Diversi genitori hanno denunciato quello che stava succedendo ai loro figli – spiega il commissario Xxx -. Abbiamo constatato la veridicità delle denunce attraverso un’attività investigativa e le intercettazioni». L’insegnante sessantenne aveva creato un clima di terrore che minava la tranquillità dei bambini e proprio l’angoscia della quotidianità vissuta nelle cinque ore a scuola ha spinto molti di loro a raccontare tutto ai genitori. «L’operazione – dice il questore Xxx – è particolarmente delicata e riguarda una fascia di cittadini che hanno bisogno di protezione oltre che tutela. Quello che succedeva nella scuola turberebbe ulteriormente l’intero ambiente ed è per questo che ho deciso di non fornire immagini di quello che succedeva in aula».
L’ultima volta che Pietro — chiamiamolo così — ha visto i compagni di classe, una terza elementare di Riccione, gli si sono rovesciati gli occhi all’improvviso. È caduto per terra, il corpo scosso dai tentacoli dell’epilessia. Il ritorno a scuola dopo il ricovero preoccupa i suoi genitori: e se gli altri alunni lo facessero sentire a disagio? Invece all’uscita Pietro sembra tranquillo e, quando la madre gli chiede come è andata, si limita a farle un sorriso. I bambini non rispondono mai alle domande dei grandi. Finché un giorno la mamma di Pietro entra in classe e scorge un cartello appeso alla parete. Sotto il titolo «Incarichi di emergenza», la maestra ha predisposto un dettagliatissimo piano di pronto e mutuo soccorso. In caso di nuovi attacchi, Lia dovrà prendere il farmaco nel secondo cassetto. Nel frattempo Tommaso (o Alberto, in sua vece) sarà già schizzato a chiamare i bidelli, mentre Leo F. e Giordano allerteranno gli insegnanti delle classi adiacenti, Giulia o Leo A. prenderanno il cuscino e Gaia e Josef pescheranno il cellulare nella borsa della maestra, che si occuperà della prima assistenza, coadiuvata da Diana. La madre di Pietro scopre che in classe suo figlio non è un emarginato, ma un privilegiato. Il capitano di una squadra dove tutti hanno un compito preciso e un obiettivo comune, sotto la regia di una maestra così immensa e discreta che avrebbe preferito che un gesto d’amore organizzato con tanta cura rimanesse un segreto tra lei e i suoi bambini.
Corriere di Calabria, aprile 2018
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