martedì 7 settembre 2010

Eterna poesia

(Avevo postato una cosina, e mi è successo come nel “Che cazzo fai!” di qualche tempo fa. Anteprima regolare, al ‘visualizza post’ mi sono trovato un testo da “ridi, pagliaccio!”: maiuscole disseminate come papaveri in un campo di grano, capoversi saltati, frasi a capocchia, parole neanche pensate, insomma tutto meno che un post. Dopo il vano tentativo di rimetterlo in ordine, ho rinunciato e l’ho eliminato. Ciononostante il titolo è passato in giudicato nei blog amici, facendomi passare per l’ennesima volta come leggermente squilibrato. Chiedo venia, anche se non è stata colpa mia).


Non so scrivere poesie.
Ma non so neanche ‘fare’ l’acqua.
A malapena ne ricordo la formula.
Nonostante ciò, quando la bevo mi ristora.
E ristora sia l’ignorante, come me, che il sapiente.
Gli umani, la fauna e la flora, di tutta la terra.
La poesia, nel mare di scienza che ci circonda, è come una goccia d’acqua.
Che ha una caratteristica unica: mentre tutte le altre scienze sono soggette a modifiche continue, ad aggiornamenti dovuti a nuove scoperte o a nuovi eventi, la poesia, come la goccia d’acqua è eterna.
I suoi messaggi erano validi nel passato, lo sono nel presente e lo saranno nel futuro.
Un esempio della sua perenne attualità lo avevo avuto, tra altre poesie, con quella di Francesco Zaffuto, che in un commento aveva riportato la poesia sul Belice del 1968, che calzava a pennello L’Aquila 2009.
Stamattina, su Italians di Severgnini ho trovato una poesia che mi ha colpito, e che vi offro, sperando di non incorrere in qualcosa di illegale.
La poesia è titolata SONETTO 66, di William Shakespeare, postata su Italians da Anna Paola Tantucci, tradotta da Pino Colizzi.
Quella di Zaffuto ha coperto, per ora, una dozzina d’anni, questa di Shakespeare ci arriva da 400 e passa anni addietro.
Forse è già abbondantemente conosciuta; io l’ho scoperta solo oggi, e per me è come se Shakespeare l’avesse scritta ieri.

                                         SONETTO 66 di William Shakespeare
             (da Italians di Beppe Severgnini, postato da Anna Paola Tantucci, traduzione di Pino Colizzi)

Stanco, alla morte domando la pace.
Vedo il merito viver mendico,
e sguazzare nel lusso l’incapace,
e rinnegare il più fedele amico,
e grandi onori ai disonesti dare,
e vergine virtù prostituita,
e artigiani perfetti diffamare,
e forza, da impotenti sminuita,
e arte dal potere silenziata,
e stupidi dettar legge all’ingegno,
e ogni verità manipolata,
e il degno servitore dell’indegno.
Ecco, è per questo che vorrei morire,
ma lascerei il mio amor solo a soffrire.

Cento anni dopo la ‘scoperta’ dell’America.
Sono cambiate un mucchio di cose da allora.
Per la poesia, per questa poesia, cosa è cambiato?

13 commenti:

  1. Non è cambiato assolutamente nulla
    e l'amore ci fregherà sempre.
    Bellissima e attualissima poesia.



    P.S. Il rospo è riuscito ad entrare dal cancello principale. Credo sia per questo che vedo la sua icona tra i miei seguitori e non il tuo bel muso nero. Lo so, sono esigente, ma se provassi ad uscire e a rientrare dall'ingresso principale? Che stress:-)

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  2. grazie gatto!

    hai ragione, questa poesia è assolutamente attuale e riproduce perfettamente il momento che stiamo vivendo.
    D'altra parte, non per niente il guglielmo è un poeta universale, perché ciò che ha scritto lo si può leggere in qualsiasi momento della stria dell'uomo e in qualsiasi società (in alcune più di altre)

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  3. Guglielmo aveva la scorta? :/ Noi credevamo, oggi non crediamo più. Risorgimento, nuovo Medio Evo! Che stanchezza! Vorrei poter dire al poeta: ma c… dici? e invece devo dargli ragione, ora e allora.

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  4. @ Lorenzo: a parte il fatto che il Rospo, come tutti gli altri meno me, è un genio della tecnologia, 1) non saprei come uscire, e 2) comunque non so come diavolo si faccia a mettere il muso nel riquadrino dei follower. Mi accontento di esserci, anche così anonimato...

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  5. Si entra nella storia quando si riesce a dire qualcosa di indelebile. E qui a parte Shakespeare ci sei tu, che nel commento mi dici che sono un genio della tecnologia! :D Ora sei paragonabile al buon vecchio William!

    Stronzate a parte, sono versi che davvero lasciano di sasso... Il tempo non gli fa una mazza al sonetto 66... E capisci perchè uno come William lo fanno studiare a scuola.

    Vorrei tanto che nel 3012 un mio propropronipote aprisse il libro di letteratura europea e a pagina 122 leggesse il capitolo "Postrisorgimento progressista italiano d'avanguardia - gattonero e i suoi blog"

    Ma temo che per il 3012 saremo belli ed estinti...

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  6. @ Rospo: mai dire mai, ci facciamo ibernare un attimo prima e, con disposizione testamentaria vincolante, ci facciamo disibernare in quell'anno.

    (Ma cosa mi fai dire: nel 3012 mi sa che, di questo passo, ci saranno solo le idromeduse. Vallo a far capire a quelle teste di cazzo che stanno distruggendo tutto in nome del progresso.
    Torneremo (torneranno) prima alla clava, poi al fango, da dove la leggenda dice che proveniamo.
    Vien da pensare, e dire, 'son cazzi loro'; ma andiamo troppo in fretta, e mi sa che siano già cazzi nostri).

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  7. Secondo me dovresti aprire un foglio di word, scrivere tutto quello che devi. Poi fare un copia/incolla nel post. Così eviti di perdere tutto nell'etere.
    Le poesie mi piacciono tantissimo.
    Nemmeno io la conoscevo.
    Grazie.

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  8. Se poi la tua badante ti insegna a mettere l'icona solo dietro pagamento di tangente, se vuoi ti posso essere d'aiuto io, è gratis.
    :D

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  9. @ Steffy: che ci fai sulla terra? Gli angeli stanno in paradiso!
    La mia "badante", uora uora maggiorenne, con o senza tangente, ha detto che non sa come si fa.
    In cambio mi ha fatto vedere come fare con quello che hai detto tu, copia/incolla, e ci sono riuscito. In teoria non dovrei più perdere nulla. Salvo errori od omissioni.
    Se riesci a farmi avatarare per bene, da angelo ti promuovo ad arcangelo di prima categoria.

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  10. Allora sotto i sostenitori c'è scritto: Sei già membro accedi.
    Te lo ordino: ACCEDI!
    Entra, digita la tua password (non devi mai dirla a nessuno, OK?) :D
    Bene ora sei entrato. Rivisualizzi i tuoi sostenitori. Leggi opzioni? Ok apri la tendina. Clicca su impostazioni sito.
    Ok?
    A quel punto clicca su aggiungi una foto.
    Il gioco è fatto.
    Promossa????
    :D

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  11. La poesia si fonda sulla parola, sulla parola che cerca la verità. La parola è il più grande strumento della comprensione umana; senza la parola non può esistere alcuna scienza, sarebbe incomunicabile. Per questo anche in questo secolo tecnologico la poesia prepotentemente ritorna come un bisogno interiore
    “La parola, imperitura, è la primogenita della Verità, madre dei Veda e fulcro di immortalità.” (da i Veda). O anche: “In principio era il verbo”.
    Il tuo averla paragonata alla goccia d’acqua che serve per comprendere il tutto è una bella similitudine.
    Shakespeare, nel sonetto, mi pare che parla anche della parola ridotta a menzogna a strumento di potere e di mistificazione “e ogni verità manipolata”; di fronte a ciò la morte diventa quasi un rifugio; ma alla fine Shakespeare con le parole dell’ultimo verso ci chiede di guardare di nuovo al senso dell’esistere, al continuare nella ricerca.
    saluti

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  12. Benvenuto a Te e al Tuo nuovo avatar!
    Ti ho visto, sì, sì, Ti ho visto!

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  13. Bella bella.
    Copiata e stampata, sarà diffusa per ogni dove.
    Ma mi piace molto anche l'idea che pure chi non sa "fare acqua" può godere dell'acqua e ristorarsi.

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