mercoledì 22 marzo 2023

L'onore delle armi ai caduti

Per una migliore comprensione di questo post rimando alla lettura del pezzo pubblicato l'11 marzo.
In sintesi: nella notte tra il 16 e 17 febbraio un ragazzo 30enne era stato colpito da una serie di pallettoni che lo avevano lasciato in coma una decina di giorni, per poi morire.
Questo giovane aveva avuto una vita travagliata, pur essendo di buona famiglia e non privo di mezzi di sussistenza. Purtroppo era finito nelle maglie della droga, per il cui acquisto aveva venduto tutti i suoi averi, appoggiandosi poi alla madre. La quale, stanca di contribuire alla rovina del figlio, lo aveva denunciato, salvo ritirare la denuncia per via delle promesse del figlio di cambiare il suo registro di vita. 
Era stato affidato a una comunità, che aveva abbandonato poco dopo, per tornare alla vita sbandata precedente. Alcuni mesi fa il giovane si era ritrovato la macchina bruciata sotto casa; poco più di un mese fa colpi di fucile erano stati sparati verso il portone della sua abitazione.
Il ragazzo, dopo l'impallinamento, era stato lucido a sufficienza per indicare chi lo aveva colpito, prima di venire sedato e cadere in un coma irreversibile.
Il cammino della magistratura, pur con una strana lentezza, qualche giorno fa ha arrestato i colpevoli, associandoli alle carceri in attesa di giudizio. Naturalmente gli indiziati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. 
L'autopsia è stata effettuata solo adesso, dopo circa un mese dal decesso. Ci saranno stati buoni motivi per giustificare questa lentezza, così come i tempi per il fermo dei presunti colpevoli, nonostante da subito ne avessero i dati, comunicati, come detto, dalla stessa vittima.
La salma è arrivata, portata in chiesa, per la veglia notturna e la successiva cerimonia funebre, per essere poi avviata al cimitero.
Il Comune ha ritenuto di proclamare il lutto cittadino in concomitanza con il giorno del funerale.
Sono molti anni che abito in questo paese, ho visto morire persone che, con le parole e i comportamenti e le azioni, hanno dato lustro al paese e non solo: mai che sia stato emesso l'onore del lutto cittadino, che avrebbero ampiamente meritato.
Ho ipotizzato che, trattandosi di una famiglia molto numerosa, questo lutto sia stato proclamato in una visione para-elettorale anticipata; una semina che alle urne potrà, un domani, portare voti buoni.
Il Riposa in Pace non si nega a nessuno, fa parte della pietas dovuta a chiunque lasci questo mondo. Ma la pietas non può escludere la giustizia. Mi chiedo quale sia il messaggio di questa glorificazione, assolutamente immeritata. La Chiesa può santificare chi le pare, lo ha fatto e lo fa con generosità anche a fronte di crimini che gridano vendetta; un Ente laico non lo dovrebbe poter fare.
Il lutto cittadino prevede alcuni adempimenti, indicazioni da rispettare su base volontaria ovvero inseriti in un protocollo standardizzato. E questo protocollo sarà rispettato in occasione della cerimonia funebre.
Gonfalone del Comune, sindaco con fascia tricolore a tracolla, giunta al completo, vigili urbani in alta tenuta, corone di fiori all'entrata della chiesa. 
La messa di requiem concelebrata da un folto gruppo di sacerdoti.
All'uscita del feretro al termine della funzione, un fragoroso applauso, con lancio di palloncini bianchi verso il cielo e sparo di mortaretti, dimostrativi dell'affetto verso un ragazzo che, in vita, la società aveva respinto. Era stato chiaramente un "errore" impossibile da correggere.
Bene, fermo restando il rispetto per il defunto e, di riflesso per sua madre e i parenti tutti, ritengo queste manovre onorifiche una forma di falso ideologico. 
Tanto onore: perché, a chi, a cosa? Applausi: perché, a chi, a cosa?
Alla veglia, nell'accogliere le condoglianze, la madre ha ripetuto a tutti la stessa frase: "Me lo hanno ammazzato... ma anche loro hanno dei figli...". Chiaramente si tratta dello sfogo di una madre addolorata, ma nel contesto in cui si inserisce fa pensare a un futuro affatto sereno.
Chi vivrà vedrà...

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