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Visualizzazione dei post da 2025

"Non serve nascondersi" di Marco Proietti Mancini

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Il commento su questo libro ha un inizio un po' travagliato. Preso, con tutte le buone intenzioni di sciropparmelo sperando in un testo piacevole, già la lettura dei primi capoversi del primo capitolo, quello che avevo creduto fosse una specie di  incipit al resto,   mi aveva invogliato a bloccarne il proseguimento, accartocciando le pagine virtuali e mettendole in lista d'attesa per il caminetto invernale, questo non virtuale. Quello stesso incipit che ho proposto nel post precedente, senza alcuna presentazione o commento da parte mia, con l'intento di vedere se avrebbe provocato lo stesso impatto irritante che aveva suscitato in me. Ma un lettore appassionato, se anche trova una pillola amara, la ingoia, mettendo in conto di mettere all'Indice il farmacista che gliel'ha propinata. Sono arrivato fino alla fine del capitolo per darmi dello stupido, vecchio e rincoglionito. Il fatto è che di questo Autore conoscevo i suoi scritti su Facebook, e mi era sembrata una pe...

Maledetti!

Arrivano su barche vecchie e sporche, sono già sporche prima che ci salgano sopra, ma dopo che le hanno usate loro per arrivare fino a qui diventano peggio di porcili. Si ammassano come le bestie, ammucchiati, stipati dalle stive ai ponti, disposti a tutto pur di arrivare. È inconcepibile… bambini, vecchi, donne incinte… ma che cosa vengono a fare qui? Cosa si aspettano di trovare che non potrebbero avere a casa loro? A noi tocca lo stesso accoglierli e spendere soldi, curarli e nutrirli: fare tutto quello che serve per occuparci di loro. Scappano da casa loro perché si lamentano di starci male, ma poi quando arrivano qui e noi invece di cacciarli via ci occupiamo di loro, allora si lamentano perché facciamo loro domande, perché non li trattiamo bene, perché non capiscono la nostra lingua. Come se fossimo noi a doverci preoccupare di parlare la loro lingua! Come se fossimo noi ad averli invitati a venire! Si lamentano che devono aspettare troppo tempo sull’isola, che le stanze dove li ...

"Giuè", di Antonella Perrotta

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Se il titolo di questo romanzo fosse stato, per dire, "Giosuè", manco lo avrei iniziato a leggere.   Del Giosuè biblico so quel poco che basta per non passare da ignorante (in senso lato, ignorante del soggetto): erede di Mosè, al contrario del suo mentore che per passare alla storia ne aveva combinate di cotte e di crude, costui è ricordato per aver fermato il sole nel suo calare quotidiano, fatto che gli avrebbe consentito di terminare la strage dei suoi nemici del momento. Pare che Giosuè in ebraico significhi "Dio salva", e sicuramente da Lui fu salvato, addirittura andando oltre, visto che questo Giosuè è ricordato più per l'eliminazione fisica dei nemici (di Dio, ovviamente) che per altre opere più meritorie. Sono passati migliaia di anni, ma il concetto delle stragi in nome di Dio, nel corso dei secoli e tutt'oggi, non è cambiato. Non per niente, questo Giosuè risulta essere Santo per l'altrettanto Santa Romana Chiesa. L'altro Giosuè non potev...

Una storia calabrese (quinta parte)

Alla fine, visti ignorati tutti gli appelli, per costringere il Comune a dare una risposta, qualsiasi fosse, ho aderito a un servizio PEC. Appena accettata la registrazione non ho neanche atteso che si raffreddasse e ho inviato un messaggio in cui, con una gentilezza affatto corrispondente al mio stato d'animo, ho chiesto una spiegazione di quella che ritengo una colpevole inerzia. A questo punto, non è più tanto la non emissione del documento a irritarmi, quanto il silenzio assordante in merito a una vicenda che, ripeto, ha quanto meno dell'incredibile. Una vicenda che, per la sua fantomatica evoluzione, avrebbe richiesto una pronta risposta, una mossa tendente a insabbiarla, onde evitare la sua divulgazione. Inattesa, vista la sollecitudine passata, è arrivata la segnalazione del protocollato del messaggio, seguita da altro messaggio che in poche righe, tipicamente tecniche, mi dava i dati numerici della domanda, a far data dal 1986.    Il 29 giugno ho mandato una  pec...

Licenziato!

Licenziato! Licenziato in tronco! Licenziato in tronco, senza preavviso! Pensavo di essere stato assunto a tempo indeterminato, invece avevo un contratto a tempo che non sapevo di avere tacitamente firmato. " Lei qui non può più mettere piede. Nella struttura, per qualunque sua necessità, potrà andare dove vuole... qui no!" . Nel darmi la coltellata non appariva spiaciuto, anzi mi è sembrato che un sorriso gli tagliasse il viso in due, da lobo a lobo. Per dieci anni sono stato fedele, puntuale, meticoloso...  " Faccia questo! ", e lo facevo. " Non faccia questo! ", e non lo facevo. " Si presenti il tal giorno, alla tal ora... ", e io quel giorno e a quell'ora ero presente; mezz'ora di anticipo, mai un minuto di ritardo. E la mia fedeltà è stata premiata con un licenziamento... in tronco... senza preavviso. Non dovrò più frequentare l'ambulatorio oncologico, i protocolli e le statistiche dicono che sono guarito. Amen.  

In morte di gatto

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9 giugno 2025: 𝐄𝐢 𝐟𝐮... (no, non è il referendum) Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percosso, attonito, anch'io al nunzio sto, muto pensando all’ultima ora di un gatto speciale che il suo prato verde mai più calpesterà. Ciao, Gigio, e grazie! 😢       

Tanto pe' parlà...

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Visto che nessuno ne parla, mi ci azzardo io: parliamo di referendum. Oggi e domani si vota una serie di quesiti referendari, relativi al lavoro e alla cittadinanza degli stranieri. Lunedì 9, alle ore 15 circa, ci sarà un boato che manco i gol della nazionale di calcio (risatina sardonica, dedicata alla mancata vittoria [eufemisticamente parlando] di ieri sera, venerdì). Sarà dedicato al raggiungimento del quorum; meglio, di un quorum. Parlando di ‘quorum’ in ambito referendario si intende, di solito, quello che dice di un quasi ormai mitico 50%+1 di aventi diritto/dovere al voto che hanno deciso di portarsi alle urne e, appunto, votare. Solo dopo lo spoglio delle schede potrà esserci un altro (piccolo) boato, nel caso la risposta risulti positiva per chi (o coloro) che hanno sponsorizzato il referendum stesso. ‘Piccolo’, perché? Le crocette messe sul SI o sul NO, in questa tornata, passeranno in secondo piano, che ‘vinca’ il positivo o il negativo avrà un seguito nella elaborazione d...

Una storia calabrese (quarta parte)

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Con questo quarto capitolo speravo di chiudere questa amarevole storia, invece mi sa che l'epilogo sarà rimandato a una quinta parte, tutta ancora da elaborare. Eravamo rimasti alla quasi certezza dello sblocco della vicenda, che avevo supportato con una lettera al Sindaco, lanciata  il 4 di maggio, subito dopo la pubblicazione della terza parte. Lettera che pubblico, trasformandola in lettera aperta,  con la certezza che verrà letta con migliore attenzione di quanto (forse) è stata letta nell'originale. Eh, sì, dopo un mese non un cenno di riscontro, di cenno di ricevuta, un simpatico vai al diavolo e non rompere i meloni a chi lavora...  E intanto i 'meloni' li ho io e sono appoggiati al suolo... Non credo sarebbe cascato il mondo nel mandare una e-mail di riscontro, magari solo per dire, appunto, di non rompere, ovvero che non ti diamo retta perché sei vecchio, basso, brutto e antipatico... qualcosa che mi dicesse: esisti, resisti,  vedrai che tutto finirà. C'è c...

Una storia calabrese (terza parte)

Come detto, ridendo e imprecando, il racconto del viaggio che portava alla concessione edilizia era arrivato all'anno  2013 . Avevo ricevuto la copia della richiesta (citante le leggi, i decreti e gli articoli specifici, sulla base della mia domanda del 1956 ) di quantificazione del danno ambientale   rivolta alla Regione. Il tecnico che me l'aveva consegnata aveva tirato un sospiro di sollievo, assicurandomi che in un paio di mesi, massimo un anno, sarebbe arrivato il riscontro, avrei pagato la penale e finalmente la concessione sarebbe stata mia. La bambina, nata nel '92, ha potuto frequentare la scuola materna, l'elementare, la media, il liceo, l'università... si è laureata, ha frequentato un master  di specializzazione in Spagna, dopo tirocini in varie ditte si è fatta una sua partita Iva, si è affermata, è diventata completamente autonoma...  Per dire che acqua sotto i ponti ne è passata, ma della concessione edilizia nessuna traccia. Nel frattempo mia mogl...

"La danza del falco" di Simona Fruzzetti

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  La Fruzzetti, con questo lungo racconto, è uscita dal suo seminato solito e direi, a lettura ultimata, che è riuscita in un intento che ritenevo quantomeno difficile: si è semplicemente superata. Nei suoi precedenti romanzi, tutti godibilissimi, si era sempre cimentata in una forma di salto in lungo; in questo ha voluto provare un salto in alto, pienamente riuscito, dopo il paio di precedenti assaggi nel genere thriller.    Il libro conferma appieno quanto promesso nelle presentazioni, infatti si tratta di un giallo a tutto tondo... ma inserito in un arcobaleno di descrizioni che inducono sensazioni variegate, dove non mancano accenni all'umorismo tipico che distingue l'Autrice, con ampi tocchi di umanità che rendono il romanzo, in alcuni passaggi, piacevolmente amaro. In qualunque romanzo il rischio di spoilerare  è dietro ogni capitolo, tanto più lo è in un racconto giallo. Pertanto sono costretto a ponderare bene ogni parola per non rovinare la sorpresa a chi, d...

Coincidenze

Premesso che la malignità è passatempo tipico di quelli avanti con l'età, si diventa comari a tutto campo per riempire i vuoti di memoria occasionali. Cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco: nei commenti su zio Facebook per alcuni sono più che giusti, per altri affatto giustificati e per altri ancora, direbbe Pagnoncelli, non sanno o non entrano nel merito. Uno sguardo al passato, riferito alla morte dei vari Papi, porta a una riflessione che sicuramente si fonda sulla malignità citata in apertura di post.  Vediamo che nel dopoguerra abbiamo avuto sette decessi papali, che sono stati onorati con quest'ordine: Pio XII zero lutto, Giovanni XXIII zero lutto, Paolo VI un giorno, Giovanni Paolo I (Luciani) un giorno, Giovanni Paolo II tre giorni, Benedetto XVI zero giorni di lutto, non più in carica, Francesco 5 giorni di lutto. Che (ma guarda il caso!) sono a cavallo del 25 Aprile, festa nazionale da sempre mal digerita da una parte specifica di cittadini, ...

Una storia calabrese (seconda parte)

A parte i decessi, la vita nel nuovo paese e nella nuova casa si era instradata bene. Qualche momento di trepidazione per la scadenza dei pagamenti, ma niente di che preoccuparsi; a posteriori non erano neanche da definire sacrifici veri e propri. Il mio lavoro mi teneva lontano da casa per giorni, ma le "ragazze" se la cavavano benissimo. Non c'erano ancora i cellulari, che sicuramente avrebbero attenuato la preoccupazione costante; era prevista una chiamata al giorno, di sera, per scambiarci le notizie del giorno e i saluti. Nel 1985 era uscito un condono edilizio, per quanto ne so il primo di una serie di una serie infinita. Ne avevo sentito parlare, ma ero sicuro di non dovermi preoccupare, per cui me ne interessavo più per curiosità che per necessità. Gli allacci di acqua e luce risultavano regolari; la fognatura no, poiché il paese alla marina era stato costruito ex novo senza rete fognaria. Al borgo vecchio, nella zona collinare interna, manco a pensarci... L'i...