Christmas Red (o Quindici uomini...)

Per questo fine anno ho avuto due sorprese. La prima, oserei dire la più inattesa, è la conferma che questo anno  ̷m̷a̷l̷e̷d̷e̷t̷t̷o̷ benedetto forse arriva alla fine. Credo che in passato un anno così  ̷o̷d̷i̷a̷t̷o̷  disamato non ci sia mai stato, perlomeno da quando il tempo viene calcolato in anni. L'augurio che corre in giro per il mondo è che quello a venire sia migliore; che poi, non dovrebbe sforzarsi molto per esserlo...
Succede che con il crescere degli anni (solo di quelli) lo scorrere del tempo appaia sempre più veloce. Sembrava sempre più veloce: questo che sta per morire è stato un anno lungo, neanche paragonabile ad alcuno dei precedenti, e neanche alla fame, che si usa cone raffronto come misura di lunghezza dello spasmo. Di solito i festeggiamenti per la dipartita del vecchio si fondono con quelli per l'anno in procinto di parto. Credo che il 2020 riceverà tante di quelle  ̷m̷a̷l̷e̷d̷i̷z̷i̷o̷n̷i̷  benedizioni che in nessuna religione conosciuta siano mai state emesse.

La seconda, inattesa pure questa, ma meno della prima, poiché preannunciata da tempo, con messaggi vagamente criptici da parte di uno scrittore già conosciuto, di cui avevo da poco terminato la lettura della sua ultima fatica. 
 
Mi riferisco alla copertina qui a fianco, che dal titolo ispirava quei pruriti tipici di un disagio neanche tanto inconscio. Questo Autore aveva già espresso dimestichezza con i depositi di persone defunte, altrimenti detti obitori, per cui la lettura di questo tometto faceva intuire di cosa sarebbe andato a raccontare. Nel corso della sua carriera ha pubblicato diversi libri, svariando su temi diversi, inizialmente su esperienze scolastiche; il suo primo Perle ai porci credo sia ancora oggetto di attenzione, sia per l'ironia caustica che per i messaggi, gli allarmi, che in retrofondo mandava a chi di dovere. Le risate erano garantite, i messaggi non credo siano stati raccolti o, se sì, prontamente cestinati da coloro cui erano diretti. Come sempre, quando questi provengono da chi vive sulla propria pelle qualsivoglia esperienza professionale. Oggi, in particolare, vale per i problemi della sanità, delle opere pubbliche, in generale della gestione della cosa comune; nel caso suo, del desso di cui parlo, il problema era (era?) la scuola. Problema era e tale è rimasto, elevato a potenza dalla pandemia ancora in atto.
Questi quattro racconti avevo già avuto di commentarglieli, con tanta simpatia e altrettanto timore. Avendolo conosciuto come scrittore saggio (aggettivo un po' forzato, ma siamo sotto Natale e il buonismo in questa occasione è ormai ancestrale), di una saggezza velata di simpatiche ironie ovvero altri con trame avvincenti, con questi mi aveva un po' spiazzato. 
D'altra parte il contenuto era già nel titolo, e non è che potessi aspettarmi racconti cuore/amore o abbracci/baci, tra l'altro già vietati in nome di un puritanesimo imposto da circostanze non più fortuite. È stata la scoperta di un lato oscuro, che mi ha lasciato (piacevolmente) sorpreso. Per dissimulare il piacere di quella lettura fuori dai suoi temi abituali, avevo commentato raccomandando alla su' signora e al suo bimbo, cresciutello quindi occhiuto, la massima attenzione verso il consorte, che mi dava l'impressione di essere uscito di testa. 
Il fatto che lui stesso avesse confermato la mia diagnosi, l'ha smantellata, sulla falsariga che nessun toccato mentale l'avrebbe ammessa.
Si era trattato di un aperitivo a quello che avrebbe in seguito proposto.
 
Con questo libro, digitale, di quelli che stai a casa, clicchi (voce del verbo cliccare, premere, pigiare) e in pochi istanti te lo trovi imbandito sul monitor, pronto per essere consumato...


  ... la cui copertina era chiaramente un richiamo alla prossima festività, che tanta bontà sparge ne' cuori  esuli a conforto, e diretto al cuore degli uomini di buona volontà. Essendo adepto di entrambi i gruppi, ho affrontato la lettura tenendo a portata di mano fazzolettini, torroncini (morbidi, ché quelli di pietra sono ormai un ricordo, questo sì tenero...), no birra, il cui brulichio su dal naso passa agli occhi favorendo possibili lacrimuccie di circostanza.
 
Gli Autori erano sintetizzati in quel AA.VV. che la mia perspicacia aveva prontamente letto come Autori Vari. Ma si fa presto a dire autori vari, quando il presentatore scrive libri firmandosi con due pseudonimi, di cui uno so per certo essere il suo nominativo vero, quello sui documenti di identità, forse sulla patente, forse persino nelle sue firme... ma non ho ancora capito quale dei due sia quello genitorialmente ereditato. 
Il Red che completa il titolo dell'opera credo sia stato un adeguamento alla situazione generale che vede il rosso come tinta più diffusa, accettato come il fumo negli occhi, per cui il presentatore ha voluto affondare il coltello nella natica come segno del suo sprezzo di fatti terreni che non lo toccano. Oppure, avendo già partorito un Giallo e nero nel lontano 2015 ha voluto evitare sovrapposizioni che qualunque rompiglioni (chiedo venia per l'autocitazione) un domani avrebbe potuto rinfacciargli. Comunque sia, il rosso è natalizio, al pari dell'oro, dell'incesto e della birra...
Sorpresa: non sono due gli Autori Vari, ma ben quindici... gli stessi quindici che danno il sottotitolo a questo post. E sono tutti e quindici sulla cassa di un morto (una ciascuno), non so se ballano e bevono rum, sicuramente hanno sfornato una serie di racconti, tutti e ciascuno protesi a far godere le feste in un modo originale, non stereotipato da secoli di racconti e consuetudini, che hanno fatto presa in sentimenti che nel corso dell'anno sono assolutamente banditi.
Una botta (piacevole e leggera come una carezza) alle mie convinzioni mi è arrivata dalla constatazione che, dei quindici uomini, undici sono donne. Il che fa capire quanta "bontà" possa trasudare dai loro racconti quando danno libero sfogo alle loro fantasie. A ennesima dimostrazione che la diversità di genere è un'invenzione; perlomeno quella mentale...
La tentazione sarebbe di dire che si tratta di quindici racconti 'uno più bello dell'altro'. Ma la mia malignità mi vieta di proporre quel giudizio, partendo dal presupposto che l'ultimo, nella cronologia della lettura, si beccherebbe tutti i meriti, visto che risulterebbe essere classificato come migliore del precedente, e il precedente a sua volta del precedente... a ritroso fino al primo, che, manco a dirlo, è l'Autore binominato. 
In effetti ero partito col pensiero di "votare" ciascun racconto, e nel prosieguo della lettura, al termine di ciascuno mi ero impegnato con un "questo lo voto", che alla fine mi ha fatto ritrovare con quindici voti assegnati, un "a pari merito" che, non essendoci premi in palio, avrebbe consentito un podio lungo almeno trenta metri... per seguire le direttive governative ed evitare sanzioni, virtuali ma sempre antipatiche.
Lo Special Edition è la ciliegina sulla torta, che fa sperare in future edizioni ordinarie.

Dicevo dei premi non in palio: questa raccolta, digitale fin che si vuole, ha un costo che definire irrisorio è riduttivo. Un caffè e mezzo, al costo corrente di un caffè al bar, che per ogni vendita darebbe a ciascun Autore la cifra pazzesca di 10 €/cent. Lordi... tolte le tasse, tolte le spese varie (acronimabili come SS.VV.), l'iscrizione alla SIAE, più le imprevedibili varie&eventuali, mi sa che lasceranno a debito qualcosa... e non mi pare che ci siano ristori in vista per questo genere. Il Potere ritiene che chi ha tempo, voglia e fantasia per scrivere, lo faccia senza bere, senza mangiare, senza pagare bollette; i monopattini e le biciclette... quelle sì, sono spese che uno Stato serio può, e deve, supportare. 
Senza voler spingere a spese folli, chi ha un tablet colga al volo l'occasione: pagare questa cifra per un po' di ore di lettura è un regalo che ciascuno si può fare senza ricorrere a prestiti o mutui, magari rinunciando a un caffè al bar (tra l'altro dannoso, e ve lo dice uno che se ne risucchia una decina ogni giorno... a casa, dalla moka).
E buona lettura; per non apparire di parte, buona lettura qualunque essa sia... se si tratterà di questa, di questo libro intendo, avrete quindici grazie garantiti.   

Commenti

  1. Mi era sfuggita la tua recensione. Chiedo venia e ti ringrazio. Di nuovo buon Natale.

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