domenica 15 luglio 2018

Era solo una gatta

Era "solo" una gatta, e si chiamava Neve...
A esser cavillosi, quasi sofisti, sicuramente pignoli, non è che si chiamasse così.
L'avevamo chiamata così noi, quando si era presentata in giardino. Tutta bianca, candore di neve, appunto, a parte i due punti neri degli occhi e il rosato tenue dell'interno delle orecchie; un rosato tipo confetto, ma era femminuccia e non avevamo voluto confonderle le idee sul suo genere.
Non faceva parte della nidiata che Micia (altra ex, anche lei 'andata' qualche mese fa) ci aveva scodellato in un sottoscala del giardino.
Di una nidiata di quattro erano rimasti il Grigio e il Bianco (che nell'immagine è quello stravaccato sulla destra di Neve); un altro Grigio, gemello di questo sopravvissuto e il Nero erano spariti uno dopo l'altro.
Quattro maschietti... senza disprezzo per le femmine, una benedizione. Liberi di scorrazzare ovunque all'esterno, contavamo sulla decimazione dei topi e, ci dicevano ma non è vero, delle serpi. E anche ai topi, a salvaguardia del ribrezzo che ci davano, dobbiamo provvedere con bustine e trappole, ché anche i gatti ormai sono sofisticati e non rispettano più le antiche leggi della natura.
Gatto mangia topo... quando mai!
Lo so, la nostra fantasia nel 'battezzare' i gatti che ci capitano a tiro è talmente ampia che potrebbe stare comodamente in un portacipria, ma ci sappiamo accontentare. Tanto non è mai che apprendano il proprio nome e rispondano alle chiamate. Rispondono ce c'è una ciotola a supporto, senza questa ritengono che quelli che cerchiamo siano sempre altri.
Uno era il Grigio 1, l'altro il Grigio 2, Bianco perché bianco il sottopancia e grigio il dorso, Nero con il sottopancia bianco e dorso nero.
E anche i gatti si accontentano, mai un reclamo...
Questa, Neve, era arrivata, non si sa da dove e non si sa, di preciso, da quando. Si era messa a debita distanza, studiando l'ambiente e valutando soprattutto noi e i possibili eventuali futuri compagni. C'era stata la solita pantomima di quando due animali di genere diverso da una diffidenza iniziale valutano l'ipotesi di passare a un rapporto quanto meno amichevole, se non affettuoso.
Era un'immigrata, il nostro giardino è sempre stato un porto di mare o una stazione ferroviaria; 'gente' che va 'gente' che viene, guarda, annusa, se gli sconfinfera rimane, se non gli piace se ne va. A noi non è mai venuto in mente di chiudere questo porto, e sì che di animali neri ne abbiamo visti, e anche di altri colori e razze non proprio ben viste.
Gatti neri (senza allusioni personali, grazie... io sono indigeno, e con regolare permesso di soggiorno a garanzia) e in tinta mista, serpi nere e grigiastre, ricci, una volta un rospo (Giorgio, qui la fantasia si era sbrigliata... in ricordo di cari ex colleghi di lavoro), merli, piccioni, passerotti, topi, topini di granaio...
Più che un porto o una stazione, un bed & breakfast; venivano, dormivano una notte o due, facevano colazione o pranzo quando ne trovavano, poi insalutati ospiti se ne andavano... salvo tornare tempo dopo, manco se il nostro giardino fosse stato casa loro (e, in fondo, lo è), ripetendo imperterriti lo stazionamento dubitoso delle volte precedenti.
Sulle femmine abbiamo ottimi motivi per essere diffidenti, non per i servizi che svolgono, che non hanno nulla da invidiare ai maschi (toh, la stessa situazione degli animali umani...), quanto per quello che viene definito "calore". Chi ha a che fare con i gatti sa che i maschietti che "vanno in calore" cercano in giro un'anima gemella purchessia (non per la vita, a loro basta quella sola volta, poi cambiano volentieri compagnia; indisturbati, senza accuse di molestie o altro) e, quando soddisfatta la voglia, se ne vanno altrove in cerca di nuove avventure; per le femmine, il discorso cambia nella parte conclusiva: quando scocca l'ora vanno anche loro in cerca della scintilla che ne calmi gli ardori, ma poi tornano alla base di partenza, sicure di una certa assistenza e cura per loro e per la prole.
Tornano pregne, detta in termini di ostetricia spicciola.
I quattro maschietti citati, a parte calorifiche adolescenziali effusioni con la stessa madre, seguivano la strada di tutti, e qualcuno, altrove, si sarà 'goduto' il dono delle nuove nascite.
L'arrivo di Neve era stato accolto con tripudio dai quattro dell'avemaria, che avevano subito iniziato a coprirla di gentilezze e coccole per conquistarne per primi le grazie.
In attesa della sua maturazione, che, in contrasto con un fisico minuto che ce la faceva ritenere ancora 'bambina' (come per i genitori umani, tanto per cambiare...), aveva già sviluppato i suoi desideri e aveva cominciato a fare l'occhiolino a destra e a manca. Senza offesa, era chiaramente una piccola zoccoletta.
Estropil, tante gocce quanto il peso... che due piume di piccione pesavano di più. Col dubbio che, vista sempre piccolina, potessero farle male.
Eravamo riusciti a calmare i suoi bollori in un paio di occasioni, poi avevamo deciso per la sterilizzazione. Intervento di un'antipatia unica, ma egoisticamente indispensabile per la sua (e soprattutto nostra) tranquillità.
Come accennato, Micia, la madre dei quattro, era morta qualche mese fa, non sappiamo né perché né percome; un Grigio, non sappiamo se 1 o 2, se ne era andato per fatti suoi; l'altro Grigio, idem come l'altro quanto a numerazione, va e viene, assente per giorni, si presenta ogni tanto, mangia e dorme per un po' di tempo poi sparisce di nuovo; il Bianco è rimasto in pianta stabile...
Neve pure, fino a stamattina.
Una volta operata aveva acquisito uno spirito fraterno e materno verso il Bianco, che faceva tenerezza. Se lo teneva sempre stretto, se andava in giro lei prontamente lo seguiva, se non con le zampe con lo sguardo, acchè non si allontanasse troppo. Mangiavano nella stessa ciotola, lei ingordamente, lui più calmo ma costante.
Quando poteva se lo tirava a sé per fargli le pulizie, leccate dalla punta delle orecchie a quella della coda. E il 'porcellino' lasciava fare, agevolandola e quasi indicandole dove andare più a fondo.

Si sa, il ciclo della vita prevede anche la morte: Nel mondo animale questo ciclo ha una sequenza che risale alla notte dei tempi. Forse a prima ancora...
Ristretto, seguendo la nota filastrocca, si sa che il cane mangia il gatto, il gatto mangia il topo, ecc.
È solo l'umano che ammazza tutto e tutti, che si presta a divorare anche se stesso se ciò gli porta un vantaggio...
Tante parole, solo per dire che Neve stanotte è stata vittima del cane di un vicino...
Tante parole, solo per non riuscire a dire un semplice, freddo, nudo "mi dispiace".







1 commento:

  1. È vero che Neve era arrivata dal nulla, "immigrata",
    ma il vuoto che lascia un animale di casa è sempre grande e doloroso.
    Le mie care gatte riposano in giardino e su ognuna di loro un led a carica solare si accende dal tramonto all'alba per ricordare la loro presenza a chi le ha amate.

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