In festa della Mamma

       ♥ Tanti cuori oggi, per la festa della Mamma; cardiologi a secco
           ♦ Tanti i quadri oggi, a onorare la Mamma; musei saccheggiati
           E quanti fiori oggi, tutti per la Mamma; i fiorai ringraziano 
           ♠ E oggi, ma solo oggi, niente picche (forse?)
       
Macedonia di pensieri in libertà.

Otto marzo festa della Donna, tredici maggio festa della Mamma.
In poco più di due mesi delle donne assassinate abbiamo perso il conto.
Di queste, buona parte erano mamme, alcune di bambini in tenerissima età, che non avranno più alcun motivo di festeggiare in futuro questo giorno di festa; altri, più grandicelli, la vivranno come si vive un incubo, senza fine.

Ha avuto la "fortuna" di perdere sua madre prima che questa gli potesse insegnare a sillabare 'mam-ma', che per tradizione è il primo termine che i neonati imparano.
E memorizzano per tutta la vita.
Anche in punto di morte, magari centenari ma ancora senzienti, pare sia la chiamata più gettonata.
Che segue quella citata per tutta una vita, nelle più svariate occasioni.
Col tempo si era reso conto che si tratta di una "fortuna" capitata a milioni di bambini. Come detto in apertura del post, quando non si perdono per cause naturali, c'è chi vigliaccamente incrementa la casistica.
Con tanta compagnia non ha neanche avuto il piacere di sentirsi un privilegiato.
Morta lei, a nessuno era venuto in mente di 'insegnargli' questo sostantivo.
E poi, insegnarglielo a che scopo?
Sapendolo, a chi avrebbe potuto rivolgersi chiamandola 'mamma'?
Crescendo se lo era insegnato da solo, mettendolo nella cartellina delle parole inutili, delle conoscenze fini a se stesse.
Un semplice singenionimo...
Una volta che aveva scoperto, secoli fa, che mamma deriva da mammella, quale mammella di madre lo avrebbe mai più allattato?

Oh, non piangete per lui: in realtà di madri ne ha avute a bizzeffe, ma nessuna ha potuto chiamarla 'mamma'. Non avendo imparato a tempo debito quel termine, con la crescita fisica non avrebbe più avuto alcun senso.
Madri/sorelle tante, padri/fratelli altrettanti.
Mamma nessuna, padre nemmeno.

La prima donna che gli era stata presentata come mamma era una Madonna.
Non poteva ricordare quale, fra le tante che per un lunghissimo periodo gli era stato chiesto (metaforico) di venerare, amare, pregare.
Ricorda, però, che una delle sue prerogative più osannate, inculcata, inoculata quotidianamente in menti assetate di 'sapere', era il fatto di essere vergine.
Su questa situazione non aveva mai avuto dubbi: chi lo circondava di affetto (e di ceffoni) era convinto di questo e lui non aveva motivo di metterne in dubbio l'autenticità.
Non aveva idea di cosa fosse una mamma, come avrebbe potuto disquisire su un'altra cosa, ad essa attinente, di cui nulla conosceva?
Allora, non aveva la più pallida idea di cosa fosse la verginità e cosa la rendesse così preziosa. Se qualche anima buona, meglio se non troppo pia, gli avesse spiegato, anche sommariamente, l'evoluzione della faccenda, avrebbe potuto meglio valutare quel concetto.
Tra l'altro, in illo tempore, parlando dell'olio si sapeva che era una spremuta di olive e basta; che l'olio potesse essere vergine, o addirittura più che vergine, si sarebbe saputo nei decenni successivi; e anche per questo dal 'poter essere' si era passati al 'dover essere', per legge, anzi, visto l'ambiente, per dogma.
Quindi, anche ne fosse stato a conoscenza, forse non avrebbe in alcun modo potuto collegare i due tipi di verginità; anzi, senza forse, lo avrebbe mandato in maggior confusione.
Che poi, a ragion veduta, lo avrebbe lasciato assolutamente indifferente. Il tipico caso in cui sapere e ignorare vanno a braccetto, danno lo stesso risultato, senza sottilizzare su considerazioni teo-filosofiche che lasciano il tempo che trovano.
Col passare degli anni, ancora si chiedeva a chi diavolo fosse venuta in mente l'abbinata madre/vergine, con un contrasto fisiologico evidente e innegabile, che ha fatto scorrere inchiostro a fiumi e scontri epocali tra chi la propugnava e chi la riteneva semplicemente improponibile.
A chi giovava il concetto che la verginità fosse indicativa della purezza di una donna, quando per l'uomo questo requisito non è previsto?
Una donna santificata da un martirio in nome della fede o da altri meriti, nel caso sia riconosciuta 'anche' vergine, acquisisce un ulteriore "pregio". Per l'uomo, anche lui fatto santo per martirio o merito, non risulta che ne venga esaltata anche la verginità.
Pensieri, a tempo perso...

Diverso il discorso su un'altra importantissima prerogativa di quella che gli veniva (ripeto: quotidianamente e in tutte le salse) proposta come mamma: oltre che sua risultava anche madre di Dio, e oltre ancora madre di miliardi di altri esseri umani, viventi e defunti.
Dei quali, sia detto per inciso, non poteva fregargliene di meno.
Ma una piccola operazione matematica lo aveva erudito su quella che sarebbe stata la sua giusta posizione nel creato: se la madre di Dio era anche sua madre, valeva il conto elementare del due più due, lui era fratello di Dio.
Quindi anche lui era dio: un dio minore, forse un mini-cadetto, ma comunque qualcosa di più dello scarabocchio che sembrava fosse.
Venuto a conoscenza di quello che sarebbe dovuto essere il suo rango non si era montato la testa, anzi...
Con una forza di volontà sovrumana (appunto) aveva tenuta ben nascosta la sua scoperta. Si ero reso conto che il divulgare questa notizia avrebbe potuto metterlo in un sacco di guai.
Intanto con le lezioni di catechismo: se alla classica ripetitiva domanda "Chi è Dio?" gli fosse sfuggito un "Lo sono anch'io!", magari sussurrato per modestia, la reazione immediata sarebbe stata un trasferimento dalla struttura educativa in cui era coatto a una struttura ri-educativa, dove con elettroshock, botte e sedativi a secchiate, avrebbero cancellato dalla sua mente questa, per loro insana, convinzione.
E la "Basaglia" non era ancora manco in embrione.
Sapeva, già allora, di gente che per molto meno era finita sul rogo, bruciata viva...

(Esperienza diretta, a mo' d'esempio: nel corso di una discussione tra compagni di scuola, a un ragazzo indigeno era sfuggito un "Mi diu mac..." prontamente recepito da un assistente borbonico come bestemmia. Il ragazzo si era salvato dalla lapidazione immediata solo per il fatto che nel cortilotto della ricreazione non c'erano pietre. Portato davanti al sinedrio, aveva avuto la fortuna di incocciare in un giudice togato (erano tutti togati, anzi tonacati) suo corregionale, che aveva giustamente tradotto la 'bestemmia' in un più accettabile "Io dico solo...", assolvendolo, con l'invito ad evitare in futuro altri rischiosi accostamenti che espressioni dialettali avrebbero potuto provocare in menti ottusangole e fanatiche).

A parlarne nelle periodiche confessioni, neanche pensarlo: già gli ispirava poca fiducia un tizio (forse un prete) il quale, al di là di una fitta grata che lo rendeva irriconoscibile, poneva domande a non finire, anche su temi che a lui parevano delicati e privati, quasi inquisendolo alla ricerca di chissà quali segreti. Al primo simposio tra confessionisti avrebbe spiattellato il fatto di avere per 'cliente' un dio in incognito che lo faceva partecipe della sua posizione in vista di una possibile, e altamente improbabile, elezione al soglio romano.
Cielo, in questo caso c'era la quasi certezza che la camicia di forza l'avrebbero messa all'eretico... ma qualcosina sicuramente l'avrebbero avanzata anche per lui.
Riepilogando: senza mamma, fratello di un dio che lo ignorava o lo aveva ripudiato, con un altro fratello che, secondo la Storia, era finito maluccio (è vero, risorto dopo tre giorni, da poco ne è stato festeggiato il trionfo... ma non era a sua conoscenza che l'evento si sia ripetuto con altri figli, fratelli suoi anonimi), per cui aveva ragione il saggio quando diceva che il tacere allunga la vita e la rende meno perigliosa.

Ragionando a freddo: sua madre, oltre a tutte le qualità personali che le sono state attribuite, ha realizzato molte lucrose iniziative, sparse in tutto il globo, riuscendo perfino a inserirsi in un libro sacro gemello del vangelo, e che è guida di una religione che ha tra le priorità assolute l'eliminazione fisica della concorrenza: il Corano.
Quindi tra potenza economica, politica e spirituale, altro al mondo non c'è...
Teoricamente dovrebbe essere stato inserito, sempre in illo tempore, non tanto in una ipotetica iscrizione dinastica quanto nell'asse ereditario di tutto questo bendidio.
Forse era stato "ospitato" per tanti anni, ignorato/cancellato dal vivere comune, proprio con lo scopo di estrometterlo da questo diritto sacrosanto?
"La maschera di ferro", scritto e cinematografato anni dopo, poteva essere un plagio della sua prigionia?
Tante domande, nessuna risposta.
Resta il fatto che aveva passato la sua infanzia, la sua adolescenza, la sua prima adultità, circondato da decine di madri mascherate da sorelle, da una madre virtuale universale... ma di una mamma vera manco l'ombra.

Ultimo paragrafo della storiella: è tradizione, quando ci si sposa, che i suoceri diventino "mamma e papà", con scambio reciproco della nuova parentela.  Non avendo appreso questi termini quando sarebbe stato il momento, non aveva potuto inaugurarlo al momento del fatidico sì.
Forse per il fatto di non avere avuto una mamma da offrire in cambio di quella nuova, adeguarsi all'usanza in età quasi adulta lo avrebbe ritenuto ridicolo. Affetto, e tanta cura essendo entrambi già anzianotti e malandati in salute, questo sì, a vagonate.
Ma erano rimasti suoceri, e la moglie, figlia loro, non aveva mai insinuato la possibilità di chiamarli 'mamma e papà'.

Per finire in gloria: auguri a tutte le mamme, a quelle che già lo sono e a quelle che lo saranno.
La speranza, e l'augurio, è che tutte si salvino da questa incomprensibile e inaccettabile follia che sta attraversando la Terra, che porta a massacrare quanto di più caro e prezioso e unico ci sia: la mamma, appunto.













Commenti

Post popolari in questo blog

Lettera aperta ad Amazon

Meccanica celeste

Senza bussare