Legge Bacchelli

Atto I

La legge Bacchelli (n. 440 dell’8 agosto 1985) fu istituita per dare sostegno a personalità che, distintesi nel mondo della cultura dell’arte dello spettacolo dello sport, al termine delle rispettive carriere si trovino in condizioni disagiate.
Personalmente la ritengo una legge anticostituzionale, in riferimento all’articolo (che non cito, poiché è talmente ignorato che tutti lo conoscono) che dichiara l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte allo Stato.
Prevedendo interventi specifici per determinate categorie, esclude le altre, creando una discriminazione di fatto.
Il fatto che sia venuta alla luce nell’afa di agosto (che nell’85 era afa vera e caldo da solleone, non come il tepore estivo attuale) mi fa dubitare che sia nata nella frescura mentale che sarebbe indispensabile al momento di emissione di una qualunque legge dello Stato.

Atto II

Un paio di giorni fa, un certo F.C. (per la legge sulla privacy evito di citare nome e cognome per esteso; anche questa penso sia una legge sbagliata, o almeno fuori luogo, visto che nella caterva di nostre leggi è l’unica che viene rispettata, fino al parossismo), che di soprannome fa “il Califfo” (un soprannome non aggira la legge citata poco fa; l’individuazione del soggetto è criptata dal fatto che di Califfi siamo pieni. Uno è il Califfo Massimo, non il buon D’Alema nonostante anche lui abbia una discreta dose di califfità, che esplicita questo titolo in tutte le potestà attribuite appunto ai califfi), orbene questo F.C. Califfo ritenendo di appartenere alla ristretta cerchia dei benefattori culturali di questo Paese, ha richiesto l’accesso alla legge citata in apertura.
In una intervista a un noto quotidiano, e a voce in interventi televisivi, il Califfo ha detto espressamente di avere sperperato miliardi, di avere “avuto” oltre mille donne (ritengo che qui si sia frenato, secondo me “femmine” sarebbe stato più adeguato; le donne, pur conoscendole poco, credo siano altra cosa), di essere caduto fratturandosi, se non ricordo male, tre vertebre.
Questo incidente gli impedisce l’esibizione nelle piazze, fatto che lo priva del sostentamento e dello stile di vita cui era abituato.
Un senatore, Domenico Gramazio, ha preso a cuore la faccenda, ha rispolverato la legge citata e l’ha già presentata al ministro della cultura, Bondi, che si è impegnato a iniziare l’iter per l’assegno del vitalizio.
E’ di stamattina l’interessamento del governatore della regione Lazio, Polverini, che si è impegnata, cuore in mano, a dare adeguato sostegno al vivere dignitoso di F.C. Califfo.
Alla quale, in fase di ringraziamento, il nostro ha promesso di dedicare una canzone, perché “è una bella gnocca”.
Il Gramazio, in particolare, ha espressamente escluso che il fatto che F.C. “sia di destra da tempi non sospetti” abbia influenzato il suo pronto e disinteressato intervento, suscitato invece soltanto da spirito umanitario verso un Califfo che ha onorato la cultura italiana.
Va da sé che altrettanto spirito aleggia sul Bondi e sulla Polverini.
Dice F.C. che si trova costretto a vivere con ventimila euro l’anno di diritti d’autore, di dover pagare l’affitto, per il mangiare di arrangiarsi per strada (o cassonetti o Caritas o a scrocco, presumo).
Il vitalizio, se (ma è un dubitativo pro-forma, con questi spingitori ci sarebbe da protestare se non glielo danno) glielo dovessero assegnare, avrebbe altri circa ventiquattromila euro all’anno.
Occhio e croce, per chi non sa di matematica, quarantacinquemila euro l’anno.
Da arrotondare con qualche scesa in piazza, ogni tanto.

Atto III

Sempre due giorni fa, leggo (a me piace leggere tutto) in un blog che poi cito, una lettera aperta che mi è sembrata talmente incredibile da poterla ritenere vera. Anche se mi piacerebbe non lo fosse.
La sintetizzo (guardate che vi ho sentito: maledetto gatto, se sintetizza il bel tempo non torna più!).
L’ha scritta un signore, M.C., di 48 anni, indirizzata ai più alti organi dello Stato.
Questo signore lavorava dall’85 alla sede RAI/Abruzzo, distaccato alla segreteria del TGR.
Nel febbraio 2010 gli viene diagnosticato un tumore al pancreas; da quel periodo è in malattia.
Uno dice: poveretto, speriamo che se la cavi.
Beh, non è questo il suo cruccio. La sua angoscia, che nella lettera espone senza mezzi termini, è dovuta a una legge (santa legge, come la Bacchelli) che prevede dopo 208 giorni di malattia (circa sette mesi) la decurtazione dello stipendio del 50%; dopo i successivi 8 mesi al 50%, lo stipendio verrà azzerato, e resterà azzerato fino allo scadere dei 24 mesi.
Con l’invalidità riconosciuta al 100%.
Dopo tale data la ditta (la RAI, stiamo parlando di RAI, di cui sparlare è come sparare sulla Croce Rossa) potrebbe procedere al suo licenziamento, sempre in ossequio alla stessa legge che gli sforbicia lo stipendio.
La sforbiciata, visto che parlare di cifre non è reato, lo porterà a 700/1000 euro mensili contro lo stipendi pieno di circa 2000 che percepiva.
Nella lettera M.C. parla anche di incongruenze che fanno accapponare la pelle: per favore, andate a leggerla per esteso.
La trovate su LIBERAL VOX dell’8 novembre scorso, il titolo del post è “Vivere col cancro con mezzo stipendio”.

Atto IV

Due vergogne a confronto.
Una strettissimamente personale (che coinvolge la cerchia che la sostiene), che la mancanza di dignità rende odiosa, nelle motivazioni e nella eventuale applicazione. Gli istrioni mi divertono, i marpioni mi irritano.
L’altra, non è vergogna di M.C.: è vergogna in primis della RAI e, a seguire, nostra, di tutti noi.

Commenti

  1. Lucida analisi,insomma una guerra tra poveri che bisognerebbe evitare,anche per quelli che non scrivono lettere pubbliche,e che dignitosamente cercano di sbarcare il lunario coi pochi soldi della cassa integrazione.

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  2. Se facciamo ricorso, come dici tu, alla "frescura mentale" per gli artisti e direi anche per chi si dedica allo sport abbiamo bisogno di ben altro.
    Abbiamo bisogno di un dispositivo di legge di solidarietà pensionistica. Chi lavora nel campo dell'arte o dello sport spesso incappa in brevi periodi di intensa fortuna e in grandi periodi di magra. Quando vivono nei periodi di grande fortuna debbono essere colpiti dalla contribuzione obbligatoria per costituire un fondo pensione di solidarietà. In questo modo per contribuire alla costruzione di una normale pensione all'artista anziano o invalido, partecipano Fazio, Santoro, Pippo Baudo, Totti, Gattuso ecc. ecc., e non l'astratto Stato che poi significa noi. Un normale dispositivo di contribuzione obbligatoria per la loro pensione, tutto qua.
    saluti

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  3. In teoria, in un mondo che si compiace della schifosa morale della schifosa fiaba della cicala e la formica, e in cui gli artisti e i liberi pensatori sono spesso ridotti alla fame, con grande gioia di chi, GIA' PRIMA, avrebbe voluto mandarli in miniera, a leggi come la Bacchelli sarei STRAFAVOREVOLISSIMO.
    Ma poi, nella pratica, sappiamo come va in questo lercio paesucolo mafioso: se non tieni gli amichetti giusti...
    Il caso di F.C. mi ha fatto a dir poco incazzare: non tanto e non solo per il fatto che questo tutt'altro che supremo artista nella vita ha dilapidato miliardi nel modo più becero e idiota, ma soprattutto per la sua sconcertante dichiarazione da tipico ignorante italovatikano: "Non posso comprarmi UNA TOMBA".
    E l'intelligenza di farsi cremare? Te la dobbiamo pagare noi, la putrida tomba del cazzo?

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  4. F.C. nel mio caso specifico e specificatamente in questo momento sta per FanCulo! FanCazzista! ecchediavolo! ma dico io, ci sono categorie molto più meritevoli di aiuti finanziari (non che io ce l'abbia con gli 'artisti') ma ci vuol anche un criterio di scelta, ha ragione lo zio, questo ha speso una fortuna per pagare le … ehm! bè s'è capito! Giacché le ha arricchite, contribuissero loro! Non so, mi vengono in mente tanti di quegli 'artisti' che son morti poveri in canna, ma che hanno continuato a professare, coerentemente, la loro ribellione nei confronti di sistemi 'benpensanti'. La tomba? Per coerenza dovrebbe esser seppellito sotto la "nuda" terra con una bottiglia per i fiori e una foto che lo ritrae mentre fa la mossa dell'ombrello. Almeno io vorrei esser seppellita così!

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  5. Purtroppo la lettera di M.C. è assolutamente verosimile. Testimonia le incongruenze di uno Stato e indica una parte di quanto in parlamento ci sarebbe di serio da fare se solo questo non fosse ostaggio di un bivacco di manipoli composto da servi con l'unico scopo di salvare il culo al loro capo e raccogliere le scorregge che vengono loro in cambio elargite...
    Per fare leggi ci vuole gente vera, scelta dalla gente e non eletta perchè in cima a una lista chiusa, che abbia il coraggio di indagare e capire le conseguenze delle leggi che scrive, che capisca cos'è un cancro del pancreas con le sue devastanti conseguenze e che veda la differenza tra un lavoratore e un parassita che per aver scritto due pezzi di merda pretende di aver diritto a proseguire a spese altrui il suo sciagurato stile di vita.

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  6. Per non parlare di quando, pur soffrendo di quella terribile malattia, non ti viene neanche riconosciuto il diritto alla pensione!

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  7. a me Franco Califano è stato sempre, terribilmente sui coglioni.
    Che rischi di morir povero non è problema, BASTA CHE MUOIA!!!

    ps. come avrai capito oggi non sono politically correct

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  8. Mi son trovato nella situazione di malattia per circa due anni. Nel senso che avevo avuto un grave incidente stradale. E per fortuna che avendo ragione l'inps ha incassato i miei stipendi dall'assicurazone, e per fortuna che non sono stato licenziato. Me se avessi avuto torto?

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  9. Quanno io sarò vecchio
    e leggerò le tue lettere d'amore
    accanto ar foco
    rivedrò co' la mente a poco, a poco,
    li giorni 'n cui t'amai.
    Li baffi appassiranno sotto ar pianto
    mentre ricorderò quel tempo lieto
    e a te ripenzerò nel mio segreto
    se la memoria non sarà annata ar vento.
    Te sembrerà de sentì la voce mia
    tra le lame der vento dell'inverno
    me sentirai gridà la notte e er giorno
    la nostra vita è stata 'na pazzia.
    Ritorneranno l'attimi sereni
    co' la mia mente zeppa der mio bene
    vecchietta bella mia ritorna vieni
    strignete a me che moriremo 'nzieme
    a meno che nun ce danno l'assegno.

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  10. Io dico solo una cosa e non aggiungo altro, se si da assistenza a lui allora bisognerebbe darla a tutti; Ma visto che il mondo gira intorno ai furbi ecco che arriva Califano.

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  11. Ieri una radio romana ha affrontato lo stesso argomento, con toni meno morbidi. Hanno detto che F.C. percepisce per diritti d'autore dalla SIAE 20.000 euro l'anno. Che Elsa Morante è morta di stenti senza che lo Stato intervenisse a darle una mano (tra i due c'è una enorme differenza..culturale). Oggi scopro che la stessa Legge da una parte toglie e da un'altra dà. Sempre sulla pelle di poveri, malati. Ma a che gioco stiamo giocando?

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  12. Brunetta per colpire i furbi e gli scansafatiche o meglio i "fannulloni" ha messo in croce chi ha patologie serie, dandogli una spintarella non verso quel paese, ma verso l'altro mondo.
    Io questo modo di gestire le leggi a piacimento non lo sopporto, è veramente ingiusto...

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  13. caro Gattonero, hai posto un problema reale.
    Certo, il vitalizio con la legge Bacchelli a F.C. mi indigna...Mentre chi è ammalato di tumore ha lo stipendio decurtato. Assurdo. Triste.

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  14. bravo gatto a prersentare una storia assurda, se non fosse italiana....
    insomma questo prima si spende tutto andando a p.....e e poi ci chiede i soldi per andarci di nuovo?

    BBBoooohhhhh

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  15. Senza infierire facendo riferimento alla scelleratezza del personaggio, ma che cxxxx vuole uno che percepisce una rendita pari a quella di un insegnante in pensione dopo 35 anni di servizio?
    Ma quello che piu' mi disgusta e' l'attenzione che viene data a queste assurde richieste..

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  16. Legge di m. questa Bacchelli. Diamo vitalizi a chi sperpera miliardi. L'ennesima contraddizione di uno Stato indecente. Illuminante questo post comunque... grazie gatto.

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  17. Sì, ecco. Perfettamente condivisibile: diamo soldi a chi li ha avuti e sperperati e intanto neghiamoli a tutti gli altri.

    Sono d'accordo con te.

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