Il canto del gallo
ËL CANTÈ DËL GAL
Coma chiel fasìa già tute le matin
ëdcò col di l’ha comensà a canté:
drinta sò gioch, sensa gnun sagrin,
la soa testa drita mach për saluté.
La soa bela crësta rossa bin solià
a dasìa ciàir ël sens ëd la coron-a:
përchè ’d col polì, chiel, a l’era ’l rè
e a lo controlava pròpi ’d...përson-a.
Andrinta na cort, ciàira e luminosa,
a-i caminava col nòbil bin soagnà:
con ël sò pass leger a spassigiava
blagand con soe piume bin pëntnà.
Chiel as fasìa bel con soe galin-e
ch’a lo cudìo pien-e d’amirassion:
për ël blagheur a j’ero soe...regin-e,
ma a deuvìo capì bin la situassion.
Ma ’n brut di ij làder a son passà
e dal polì l’han piàit tute le galin-e:
chiel për soa fortun-a a l’é scapà,
ma col brut di l’ha fai-je ...pròpi fin-e.
Për un pò ’d temp l’ha pa pì cantà
con ël sò cheur pien ëd soferensa:
peui con cole pole neuve l’ha trovà
na rason neuva për soa esistensa.
Al fond ëd costa stòria j’é na moral
ch’a val s’a-i é ’l sol e con la brin-a:
për podèj sempre sente canté ’n gal
basta ch’a-i sia davzin...soa galin-a.
(Attilio Rossi)
Il gatto l’ha tradotta dal chicchirichese, miagolandola così:
IL CANTO DEL GALLO
Come lui faceva tutte le mattine
anche quel giorno ha cominciato a cantare
dentro il suo pollaio, senza alcun pensiero,
con la sua testa dritta solo per salutare.
La sua bella cresta rossa ben eretta
dava chiaro il senso della corona:
perché di quel pollaio, lui, era il re
e lo controllava proprio di persona.
Dentro la corte, chiara e luminosa,
ci camminava con portamento nobile:
col suo passo leggero passeggiava
mostrando le sue piume ben pettinate.
Lui si faceva bello con le sue galline
che lo accudivano piene d’ammirazione:
per il damerino erano le sue… regine,
ma dovevano capire bene la situazione.
Ma un brutto giorno i ladri son passati
e dal pollaio han preso tutte le galline:
lui per sua fortuna se n’è scappato,
ma quel brutto giorno è stato la fine.
Per un po’ di tempo non ha più cantato
con il suo cuore pieno di sofferenza:
poi con le pollastre nuove ha trovato
una nuova ragione per la sua esistenza.
Alla fine di questa storia c’è una morale
che vale se c’è il sole e con la brina:
per poter sempre sentire cantare un gallo
basta che ci sia vicina… la sua gallina.
La morale della poesia è chiara: se c’è la gallina il gallo canta, sennò nisba.
A chi è piaciuta la poesia, dovrebbe piacere anche la favoletta che segue.
C’era una volta un gallo che aveva ricevuto in comodato d'uso gratuito, per un tempo determinato (si pensa, si crede, si spera) un Palazzo, e ne aveva fatto un pollaio: per poter cantare a piena gola non si era limitato a una sola gallina, ne aveva volute tante, e tutte lo consideravano un re, il loro re.
Lo stesso gallo possedeva una Villa, altro pollaio: anche qui voleva galline a josa, sempre per amore e per meglio cantare (Ar core non si comanda, diceva).
Aveva anche un’altra villa, isolana, pollaiola pure questa; per non pagare l’Ici l’aveva chiamata Certosa, inserendola tra i beni ecclesiastici esentati dall’odiata imposta. Più che una villa era un paese, in riva al mare, attrezzato di tutto: potevano mancare le galline? No, e lì ci portava le meglio, le più… più!
Per non farsi mancare niente aveva comprato anche una Vecchia capanna, oltreoceano (gli indigeni la chiamano Antigua, per non passare da maccaroni): qui le immancabili galline erano esotiche, sode, abbronzate e non chiedevano il versamento dei contributi dovuti dalle colf.
Cielo, non che per le altre versasse contributi: distribuiva posti di comando, dove le galline potevano sbizzarrirsi, per quanto un cervello di gallina consentisse di fare.
Per altre, esauriti gli ambìti posti di vertice, c’era l’approdo sicuro in televisione, che era un pollaio particolare, a suo tempo acquistato per amplificare i suoi chicchirichì.
Per non apparire un despota, si era circondato di polli e capponi, che potevano chicchireggiare a comando o su delega; talvolta sembrava lo facessero di propria iniziativa, e il gallo, fintamente incazzato, li puniva severamente, promuovendoli a più alti incarichi.
La favola finisce qui.
Come tutte le favole dovrebbe avere una morale. Questa non ce l'ha.
La morale di coloro cui è diretta è morta, la dignità è sepolta, la vergogna non esiste più.
Ohhh come mi piace la favola...non ho parole sul modo in cui l'italia e l'italiani si sono ridotti. Le parole sono finite.
RispondiEliminagrazie per la favola,un saluto Chiara
RispondiEliminaQuel giorno che di questo gallo ci faremo il brodo ci berremo su champagne.
RispondiEliminaCondivido: da quando c'è questo gallo a capo del palazzo/pollaio, mi vergogno di essere abitante/cittadina di questo posto starnazzante...
RispondiEliminaCiao!
P.s. Mi pare di capire che siamo colleghi (o no?): ho iniziato un laboratorio, per ragazzini di III media, dal titolo "la Storia siamo noi"...spero serva a qualcosa.
e in tutte le favole che si rispettino c'è l'orco, la principessa sul pisello eccetera eccetera… :(
RispondiEliminasarà ma il primo gallo ci ha messo due minuti a dimenticare le sue gallinelle.....
RispondiEliminala favoletta è una splendida metafora dei tempi moderni
Grande la favoletta, ma attento a non avere guai col Sindacato Galli: paragonarli a Coso Nostro, al fascista nano e figlio di putnana. Che male hanno fatto, poveretti? Non si fa, non si fa... :-))))
RispondiEliminaBella bella! :)
RispondiElimina...La morale esiste eccome!!le regole del rispetto ad esempio..sono regole morali...la dignità fa parte della nostra moralità...ora non ditemi che la dignità non esiste..vorrei vedere se foste villani che avidi di soldi vanno sempre a rubare dove sarebbe la dignità....il fatto
RispondiEliminaquindi di dire che la dignità non esiste solo per poter fare quello che si vuole è una questione di comodo...che è da allontanare...l'essere umano in quanto umano è dignitoso..così come ha dignità anche u cane un gatto una volpe ecc...siamo esseri viventi...abbiamo dignità e morale...la morale non è una creazione dell'uomo ...è una creazione di Dio..e Lui che ce l'ha insegnata se per
assurdo un giorno si dovesse scoprire che non c'è niente di vero..ringrazierò sempre Gesù per tutti gli insegnamenti che ci ha dato...la vera morale è la Sua..quando tutta l'umanità lo capirà..non esisterà più il male...prendiamocela con l'uomo non con Dio...
CIAOO BUONA SERATA LINA
Complimenti x la favola ... Mi sono divertita .. e la ptima volta che sono venuta da te , stanne certa che ci ritornerò
RispondiEliminaCIAOOOOOOO
@Lina:
RispondiEliminaLa mancanza di dignità, l'assenza di moralità, la scomparsa della vergogna, in questo post sono chiaramente riferite a un gallo in particolare, a delle galline 'speciali', a dei polli e capponi grati e reverenti per quanto hanno ricevuto e per quanto riceveranno se le cose non cambiano.
Lo spazzino ha una sua dignità e merita tutto il rispetto per una persona che fa un lavoro che magari noi (forse) non faremmo.
Una prostituta ha una sua forma di moralità, per paradossale possa sembrare. Quando diventa escort, e sbandiera il suo mestiere con tutti i mezzi messi a disposizione dai media gossipari, la sua moralità diventa immoralità.
Il pensionato che "ruba" una mela per fame e, scoperto, si impicca per la vergogna... spinge tutti noi a vergognarci che un fatto del genere sia potuto accadere (ed è accaduto!).
Fatti questi tre esempi, tu pensi davvero che Dio abbia dato a tutti quelli del pollaio descritto almeno una di queste qualità?
Una sola delle tre sarebbe bastata a indirizzare questo/i personaggi a un modo di vivere "umano"; l'assenza combinata di tutti e tre i requisiti li confina veramente in un pollaio, anzi, meglio, in un porcile.
@gattonero: non mi è arrivato alcun tuo messaggio. Dove lo hai inviato? Per "siamo colleghi" intendevo che mi pare di capire che sei un insegnante pure tu. Ciao!
RispondiEliminaChe belle parole ci fai leggere!
RispondiEliminaUn sonoro plauso e guarda, proprio perchè sei tu, nonostante l'età che avanza mi alzo anche in piedi toh!
RispondiEliminaYin
@EE: non giocare con l'età, che tocchi un punto, ahimé, dolente. Vuoi parlare di cose allegre? Tié, parliamo di dentisti o di tasse: ma l'età non me la toccare...
RispondiEliminaPerò, ecco, bisogna dire che mi pare naturale che i gatti abbiano un cattivo rapporto con i galli.
RispondiEliminaUna volta un mio gatto me ne portò uno morto. Cioè, intendo dire: ho le prove.
(Però, ecco, 'sti galli non piacciono neanche a me. Forse sono felino anch'io).
Bella anche la storia del gatto! Oltre che quella del gallo, va da se! Ma ce ne sono di gatti così abili nella reale amara metafora?
RispondiEliminaCaro Gatto, tutti i giovedì qui fanno il mercato e si vendono polli arrosto a quantità industriale, io detesto l'odore e vado dritta ma ti assicuro che se al posto di un pollo ci fosse il gallo in questione, mi metterei seduta in prima fila con tanto di pop corn tra le mani.
RispondiEliminaInoltre,spezzo una lancia a favore delle galline vere, vorrei far notare infatti che almeno loro usano il sedere per fare le nobilissime uova e non come retrobottega quando la bottega non basta...
@Heidi: il pollo arrosto a me piace, intanto perché posso mangiarlo con le mani, senza che monsignor Della Casa o Lina Sotis (maestra di bon ton moderno) mi possano riprendere; mi c'inzacchero sempre volentieri.
RispondiEliminaIn merito alle galline della favola, quelle che fanno le uova mi stanno bene, quelle che non fanno le uova ma offrono la botteghina potrebbero starmi bene pure loro (si arrangiano come possono).
Quello che mi brucia, e non in senso metaforico, è il fatto che il retrobottega se lo prendono da me, da te, da milioni di pennuti/spennati contro la loro volontà.
E mi brucia ancora di più sapere che una buona parte di quei pennuti sia felice della situazione, e, sostenendolo, lo incitano a continuare l'opera sodomizzatrice.
Ma un paio di galline capaci di mettere a posto il Nostro Gallo e ammaliarlo e soddisfarlo a tal punto da fargli veneire meno la voglia di dedicarsi alla politica, possibile che non si trovano. Forse il Nosto Gallo è troppo innammorato di sè, della sua cresta, delle sue penne e potrà finire solo come Narciso.
RispondiEliminaho dimenticato di inserire un paio di punti interrogativi ??
RispondiElimina@Francesco: visto che la controparte non esiste, e lo sappiamo tutti, l'unica via d'uscita pare sia solo quella di sedersi in riva al fiume ed aspettare.
RispondiEliminaTu hai un'età, di cui ti rammarichi pur essendo uno splendido piccioncello: Lui (lo metto maiuscolo solo per distinguerlo da un 'lui' qualunque) ha la sua.
Il fatto che l'età delle sue 'conquiste' si stia abbassando, mi fa credere che "già l'ora s'avvicina", in cui l'inversamente proporzionale deve avere il suo peso, nonostante gli Scapagnini di turno.
Nella situazione politica (faccio per dire) attuale, a malincuore devo ammettere che è la soluzione più auspicabile.
Ebbene, uniamoci ai polli e capponi, e gridiamo tutti in coro: "Viva il gallo!", come fossimo al funerale di un re d'Inghilterra.
Insciallah!, se Dio vuole.
Sei proprio il mio gattone preferitoooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!smaketeeeeee!
RispondiEliminaciao Gatto!
RispondiEliminaSono appena arrivata, ora faccio un giretto e sbircio di qua e di là :)
a presto
Caro gattonero...siamo messi proprio male, eh???
RispondiEliminaleggere la tua favoletta, però, da ancora un'illusione di libertà di parola e di pensiero...nei campi attorno al pollaio :-)
Ciao
R.
Eppure... Eppure anchì'io, dopo aver letto, ho sentito un po' di speranza. Se c'è ancora gente che palra e spiega, e racconta queste cose, un po' di speranza c'è pure...
RispondiEliminaUna visita veloce al tuo blog, chat noir, sul quale mi soffermerò con tranquillità dopo che avrò espletato il mio compito di schiava del sistema (vado a lavorare).
RispondiEliminaGrazie per i commenti :)
A presto
Marilena
Come papera, non posso che provare una profonda indignazione. Per il nostro Paese/pollaio, intendo dire. Per il modo in cui, per il modo in cui non riusciamo a fare assolutamente niente perchè non vada in altro modo. Come Martina, però, ormai di parole sento di averne dette fin troppe.
RispondiEliminaOh come stiamo messi...
RispondiElimina