Coincidenze
Premesso che la malignità è passatempo tipico di quelli avanti con l'età, si diventa comari a tutto campo per riempire i vuoti di memoria occasionali.
Cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco: nei commenti su zio Facebook per alcuni sono più che giusti, per altri affatto giustificati e per altri ancora, direbbe Pagnoncelli, non sanno o non entrano nel merito.
Uno sguardo al passato, riferito alla morte dei vari Papi, porta a una riflessione che sicuramente si fonda sulla malignità citata in apertura di post.
Vediamo che nel dopoguerra abbiamo avuto sette decessi papali, che sono stati onorati con quest'ordine: Pio XII zero lutto, Giovanni XXIII zero lutto, Paolo VI un giorno, Giovanni Paolo I (Luciani) un giorno, Giovanni Paolo II tre giorni, Benedetto XVI zero giorni di lutto, non più in carica, Francesco 5 giorni di lutto.
Che (ma guarda il caso!) sono a cavallo del 25 Aprile, festa nazionale da sempre mal digerita da una parte specifica di cittadini, oggi ben rappresentata in parlamento, al senato e al governo.
Non so se la frase fosse sua, comunque a lui è stata attribuita (manco lo cito, poiché chi fu lo sanno anche i sassi): a pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci s'azzecca.
Eh, sì, perché "lutto nazionale" significa riduzione all'osso della presenza, altrimenti precettata, a tutti gli eventi che non siano di beneficienza da parte delle istituzioni. Un modo semplice e gratuito per ridurre al minimo sindacale le cerimonie del 25 Aprile.
Come dire che del 25 Aprile 2025 se ne riparlerà nel 2026... se tutto va bene. Perché se non è detto che sia prevedibile un'altra morte di Papa al momento giusto, c'è sempre un premierato che bussa alla porta. E quello, il 25 Aprile ce l'ha sul gozzo fin dai suoi primi essere, nel 1943 e nel 1945. Bolo tramandato ai posteri da chi all'epoca le aveva buscate, dopo avere affossato centinaia di migliaia di vittime.
Tanto per ricordare, o quantomeno per non dimenticare...
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