La quercia
Uno legge il titolo del post e chi pensa a Pascoli ne ha ben donde. Mi sento (ci sentiamo, la sorella di Angela ed io) come quella quercia, abbattuta da un boscaiolo assassino. Anche noi sentiamo i violenti colpi d'ascia che, botta dopo botta, ci stanno abbattendo. Lo spirito è forte, sembra una quercia secolare, ma se non è sostenuto da un corpo efficiente resta una cosa astratta, che può attraversare i muri o spaziare nell'universo, ma se lo carezzi o lo spintoni trovi solo il vuoto. Eravamo rimasti ai primi, piccoli, progressi. Da allora, fino alla dimissione dalla clinica, lo scorso nove di aprile, le cose sono precipitate. Gli effetti collaterali del suo enorme progresso fisico li abbiamo subiti noi. I suoi piccoli passi iniziali si erano trasformati in una iperattività che per un lungo, eterno, periodo ha messo a rischio collasso le due querce. Ancora oggi, ricordando, riteniamo umanamente impossibile non chiudere gli occhi per settimane intere, giorno dopo giorno, e soprattutto notte dopo notte. Angela lo ha fatto. E noi appresso. Il secondo tentativo per toglierle il catetere era andato a buon fine. L'eliminazione di quel tentacolo era stata una bella conquista, ma le aveva dato una maggiore autonomia che, unita alla progressiva ripresa fisica, le aveva dato una capacità pedestre da maratoneta. Prima su e giù per il corridoio del piano, poi nella pineta interna, erano chilometri che si sciroppava, senza un attimo di sosta. E noi, nei rispettivi turni, sempre dietro, senza mai perderla di vista, a causa dell'imprevedibilità dei suoi movimenti. Per tutto il giorno, con la speranza che la stanchezza portasse a un corroborante riposo notturno, suo e nostro. Il neurologo che l'aveva visitata subito dopo il ricovero aveva prescritto delle gocce e delle compresse calmanti per mitigare l'agitazione perenne e favorire il riposo perlomeno notturno. Ogni tanto questi interventi medicali venivano recepiti, altre volte avevo il forte dubbio che fossero soltanto un placebo, un tentativo psicologico messo in atto più per noi che per lei. Il classico bicchiere d'acqua fresca... Di giorno e, quando le riusciva, anche di notte, nel suo peregrinare puntava ad entrare nelle stanze degli altri ospiti, mettendo mano in tutto ciò che attirava la sua attenzione: medicinali, vestiti, coperte e lenzuola, bottiglie con vari contenuti, e soprattutto cosette mangerecce, tipo frutta o dolciumi. Il bloccare sul nascere questi tentativi provocava una reazione irata, che si ripercuoteva sulle operazioni di cura e sostentamento. Il rifiuto dei medicinali e dei pasti erano conseguenza immediata di queste sue alterazioni. E anche qui avveniva un fatto che, oltre all'iniziale sconcerto, ci aveva allarmato in vista del ritorno a casa. Gli inviti a prendere le gocce o le pillole, come quelli per mangiare, come quelli per mettersi a letto la sera, se proposti da noi venivano sovente respinti; e se era "no", non c'era verso di farle cambiare idea; il troppo insistere la faceva alterare di brutto. Bastava fare intervenire un infermiere, o un operatore qualunque, foss'anche un addetto alle pulizie, e il rifiuto tenace si trasformava in sorrisi e nell'adesione immediata all'operazione richiesta. Il punto interrogativo era conseguente: non avendo a casa estranei che la convincessero, tra l'altro senza neanche insistere troppo, come avremmo risolto il problema? Dico subito che, dopo la dimissione, a casa si "accontenta" della nostra presenza e, salvo casi sporadici, accetta sia le medicine che i pasti. Ha saltato le une e gli altri, ma a livelli accettabili; le medicine no, ma nel pomeriggio un passaggio in cucina, magari per mangiare un paio di mele o una banana, ci scappa sempre. E' ancora restìa alla preparazione per la notte, fatta ancora di piazzamento del pannolone e del pigiama, e per farla andare a letto dobbiamo aspettare che le saracinesche oculari lambiscano le labbra, ma alla fine cede. I giri in pineta: raccolta di pinoli secchi e vuoti, pigne, erbette per fare insalata, asparagi selvatici (io non li riesco a vedere, lei li vedeva e li raccoglieva, unica erba eventualmente commestibile tra quanto estirpato); negli ultimi tempi raccoglieva scaglie di pigna, se ne riempiva le tasche o le affidava a me: sarebbero servite per fare il risotto. Quelle date alla mia custodia tornavano subito, di nascosto, al terreno, le altre finivano sul tavolo della stanza in attesa di smaltimento successivo. Dei progressi fisici mi pare di avere dato un buona idea; quelli del 'ponte di comando' sono ancora molto vaghi, sembrano le luci psichedeliche dei night, spruzzi di lampi colorati che girano in modo vorticoso, talvolta ricorrenti, altre volte unici e non ripetibili. Continuerò appena possibile, ma voglio che sappiate che è stata dura, e lo è tutt'ora, ma finché quel bastardo di boscaiolo non ci avrà tranciato del tutto, continueremo a 'tenzonare'. Quando mai fossimo abbattuti, il canto della capinera sarà sostituito dal miagolio del gatto. A presto. Spero.
Tieni duro ancora Gatto!
RispondiEliminaNon oso immaginare quanto sia dura, ma so che puoi essere più forte del boscaiolo e ce la puoi fare, ci devi credere!!!
Ti abbraccio forte ^__^
Namastè
Le querce sono alberi molto forti, credo sia molto difficile riuscire ad abbatterli.
RispondiEliminaForza, forza!
Ce ne vuole molta, lo capisco.
Credo però che l'amore per tua moglia sia una grandissima fonte di forza.
Aspettiamo altre notizie!
Riesco a dire solo una timida, forse inadeguata, quasi balbettata parola: CORAGGIO!
RispondiEliminaE per quel troppo poco che può valere, torno ad abbracciarvi tutti ancora e ancora e ancora.
Sono sicura che continuerai ad avere questa tua forza e che tutto si sistemerà.
RispondiEliminaUn grande abbraccio! Ti aspettiamo.
Lara
Ne ho una di fronte a me... ora, resiste, fiera, testarda. Un abbraccio non potrebbe stringerne tutto il tronco. Posso afferrare una ghianda e vederci dentro tutto: per quel che possa servire, una stretta contenitiva e che spazi! *******
RispondiEliminaGatto... hai mostrato forza e coraggio a valanga... tieni duro... vedrai che avrai la meglio sul boscaiolo.
RispondiEliminaSiamo con te e... per quel che vale... siete nelle mie preghiere.
Un abbraccio forte
Tutto ciò ha del sovrumano.
RispondiEliminaQualunque cosa dicessi suonerebbe banale.
Per cui ti abbraccio forte come sai.
finalmente notizie e oserei dire buone notizie anche se per voi è ancora una strada in salita e "coraggio"è solo una parola.ma davanti una quercia piena d'amore nessun boscaiolo avrà la meglio.ciao gatto, un abbraccio fortissimo a te e angela .a presto spero
RispondiEliminaHo letto le ultime notizie e diversamente dalle altre volte mi è venuto da piangere.
RispondiEliminaC'è tanto dolore nelle tue parole, tanta stanchezza, ma anche tanta forza e la tenacia del non voler arrendersi.
"Fortuna" siete in due, tu e tua cognata..querce secolari difficili da abbattere.
CORAGGIO, carissimo amico..siamo con te..
Baci a voi tutti..ad Angela più grande :)
Un abbraccio, siate forti.
RispondiEliminaCoraggio
RispondiEliminaun abbraccio forte
....
RispondiEliminabuona settimana!
Mi hai tolto fiato... Posso solo annaffiare le vostre radici provate con un bicchiere d'acqua d'affetto.
RispondiEliminaUn abbraccio
Continua a stare su la quercia ne sono sicuro!
RispondiEliminaForza!!!!!
Posso solo dirti "forza!" anche se è banale.
RispondiEliminaUn abbraccio!
voglio aggiungermi al banale ma necessario incitamento alla vostra forza.
RispondiEliminaa presto
Sono con voi e con tutti gli amici che vi abbracciano.
RispondiEliminaè dura, lo so, ma c'è una sola cosa che noi uomini possiamo fare: continuare a lottare.
Ciao Piè...
Ke skifo di destino il nostro....ci alziamo una mattina e zacchete, la vita ci cambia d'improvviso. Le cose semplici quotidiane diventano utopie e, a volte, l'amore, si trasforma in odio, non per la persona che amiamo, ma per l'impotenza ad averla persa in ciò che realmente era. Angela, la tua Angela, gatto sarebbe triste se comprenderesse tutto lo stress che vi sta causando. A quali ritmi vi porta a vivere. Resta quercia, Gatto, non lasciarti abbattere.
RispondiEliminaT'abbraccio forte forte. So cosa stai passando. Un bacio anke x la cognata!
Elisena
Un forte forte abbraccio!
RispondiEliminaNon immagini quanto ti ammiro, sei veramente forte e coraggioso, un Uomo nel senso pieno della parola. Non posso che esserti vicina con le parole e dirti di non temere il boscaiolo né nulla altro perché sei quercia, hai radici forti e "le radici profonde non gelano" (cit. Tolkien)
RispondiEliminaTu si che hai messo in pratica l'invito di Vittorio Arrigoni: "Restiamo umani". Rimani umano nonostante la sofferenza di questa prova. Rimani a fianco della tua donna nonostante il dolore lancinante che può darti questa situazione.
RispondiEliminaGrazie per il tuo esempio. Un abbraccio sincero.
non so quanto possa contare in questo momento, ma volevo lasciarti i miei auguri (sperando in un miracolo) a te, ad Angela e tua cognata!
RispondiEliminaV'abbraccio!
Ciao, Gatto
Elisena
Passavo in cerca di buone notizie...
RispondiEliminaUn affettuosissimo augurio
spero che sia una pasqua serena per te e angela,sopratutto di speranza in un tempo migliore. un abbraccio a voi e a quell'angelo di cognata che vi è cosi vicino.
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