Una storia calabrese (seconda parte)
A parte i decessi, la vita nel nuovo paese e nella nuova casa si era instradata bene. Qualche momento di trepidazione per la scadenza dei pagamenti, ma niente di che preoccuparsi; a posteriori non erano neanche da definire sacrifici veri e propri. Il mio lavoro mi teneva lontano da casa per giorni, ma le "ragazze" se la cavavano benissimo. Non c'erano ancora i cellulari, che sicuramente avrebbero attenuato la preoccupazione costante; era prevista una chiamata al giorno, di sera, per scambiarci le notizie del giorno e i saluti. Nel 1985 era uscito un condono edilizio, per quanto ne so il primo di una serie di una serie infinita. Ne avevo sentito parlare, ma ero sicuro di non dovermi preoccupare, per cui me ne interessavo più per curiosità che per necessità. Gli allacci di acqua e luce risultavano regolari; la fognatura no, poiché il paese alla marina era stato costruito ex novo senza rete fognaria. Al borgo vecchio, nella zona collinare interna, manco a pensarci... L'i...
Buone feste!
RispondiEliminaLe feste sono sempre buone e belle, si mangia, si beve, si ride... insomma si fa festa. Ma è quando la festa finisce che comincia la vera "festa"... e le premesse non sono buone. E buone feste, queste in corso, anche a te!
Elimina(Detto questo come commento, che apparirà scritto da 'anonimo', consentimi di mandare una stramaledizione a chi si permette di regolare questo blog a capocchia sua. Dal 2010 ho sempre commentato come gattonero o pietro gattonero, e adesso mi ritrovo anonimo senza possibilità di riprendere il mio username originario, oltre a mettere un captcha che ho sempre rifiutato. Sciupeissu!).