mercoledì 3 maggio 2023

Aprile, quando era dolce il dormire

Veramente tutto aveva avuto inizio con Marzo pazzo: il marito di una donna, anzianotta e pure malmessa di salute, aveva chiesto aiuto per un malore della moglie. Un malore che le aveva procurato una crisi d'ansia che la spingeva alla fuga dalla casa, con un'apnea pericolosa, la cui mancanza d'aria la portava ad atti di violenta ribellione a chi cercava di tranquillizzarla. Dopo oltre un decennio, avevamo allertato il 118 che, dopo averla flebolizzata, se l'era portata in ospedale. Dopo un paio di giorni di controlli era stata dimessa e il palazzo era sprofondato nel solito apparente tran-tran.
Fine primo tempo.

Aprile 2023, un mese da dimenticare. Per un palazzotto con poche anime stanziali, una quattrina di famiglie e un paio di singoli, dire che è stato un periodo movimentato potrebbe essere letto come un qualcosa che ormai è all'ordine del giorno in tutti i paesi e le città. Basta leggere  le cronache o seguire i tiggì.

Tutto era iniziato il lunedì dopo la domenica delle Palme, con la caduta della ragazza dal balcone sopra di noi. Ne ho già parlato diffusamente in un post apposito, che qui mi limito ad aggiornare.
La ragazza era stata dimessa dall'ospedale dopo qualche giorno, fisicamente abbastanza integra, psicologicamente assai meno. Nel frattempo i carabinieri avevano proseguito le indagini, ufficialmente secretate, ufficiosamente divulgate.
Sembra che la dichiarazione del padre della ragazza non collimasse con la nostra: avrebbe dichiarato che la ragazza non era caduta, tanto meno si era buttata, dal balcone. Secondo la sua versione, avrebbe fatto il giro del palazzo, sarebbe entrata nel nostro giardino passando da una porticina (chiusa dall'interno con chiavistello), avrebbe camminato lungo tutto l'esterno del nostro alloggio, sarebbe salita sul piccolo balcone della cucina, lo avrebbe scavalcato, adagiandosi poi sul terreno... in attesa dei soccorsi.
Questo per sentito dire; in effetti dai carabinieri non abbiamo avuto segnali di messa in dubbio della nostra versione che, al di là del percorso impossibile, dava la ragazza incosciente fino al ricovero in ospedale. Con la madre rintracciata quaranta minuti dopo il fatto e il padre arrivato dopo un'ora; per cui qualunque versione abbiano potuto dare sa di fuffa lontano un miglio. 
Un miglio che avrebbe potuto essere 'verde', se in quel giardinetto ci fosse stato un manufatto di cemento. 
Anche perché, dopo quindici giorni esatti, la ragazza, nuovamente sola in casa, ne era uscita, scalza e infreddolita e piangente, chiedendo a gran voce aiuto, prima al palazzo vicino (silenzio assoluto), poi alle famiglie residenti. Avevamo allertato il 112, erano intervenuti i carabimieri, che per tutta la mattinata erano stati con lei tranquillizzandola, in attesa dei genitori dai quali avere una spiegazione in merito alla disperata richiesta di aiuto. Erano arrivati anche tre addetti dei servizi sociali per verbalizzare le sue dichiarazioni e vedere cosa fare per aiutarla. 
Anche allora, buona ultima era arrivata la madre che, come buongiorno ai carabinieri, li aveva accusati di essere entrati in casa senza mandato...
Fine del secondo tempo.

Nel corso dell'ultima decade del mese, in tarda serata il pizzaiolo del ristorante aveva avuto un malore: ambulanza, rimesso in piedi sul posto, una crisi epilettica forse dovuta a stress da lavoro, frenetico in vista dei ponti e ponticelli prossimi.
Fine terzo tempo.

Tra via-vai di ambulanze e di carabinieri, il mese sarebbe già stato ampiamente da ricordare.

Ma il peggio doveva ancora venire. Anzi, il peggio era già in atto da un bel po', ma con tutto 'sto trambusto era passato (quasi) inosservato.
Un giovanotto dell'ultimo piano da un po' di tempo dava segni di strane stranezze: fischiettava in continuazione, salendo o scendendo le scale, ogni tanto cacciando urla senza senso compiuto, dialogando con se stesso a voce alta, tenendo concioni  dal terrazzo, rivolti verso l'infinito; un infinito in cui era compreso tutto il circondario, nessuno escluso.
L'allarme era scattato quando dai fischi e dalle parole era passato ai fatti: lo sbattere il portone d'entrata, il prendere a calci le porte degli appartamenti, i dispetti alle macchine parcheggiate, in particolare a quella degli stranieri con svirgolamento degli specchietti e rigatura delle fiancate, i gesti di malocchio verso altre... 
L'aggressione verbale violenta, non giustificata e gratuita, verso una signora del palazzo aveva fatto drizzare le antenne, creando intorno al soggetto un prudenziale vuoto.
Come succede spesso, la definizione comune, peraltro generica, lo aveva etichettato come pazzo. 
Fino a quando la madre, venuta appositamente dal paese di residenza abituale, non aveva fatto il giro delle "parrocchie" e, piangendo, aveva comunicato a tutti, amministratore compreso, che il figlio è affetto da uno stato di disturbo depressivo bipolare, che è in cura da uno psichiatra, che non prende le medicine che questi gli propone; chiedeva perdono per il fastidio che dava... Che, forse, il fatto di essere disoccupato, lo aveva gettato in una prostrazione psicologica sfociata poi in depressione.
Che no, non era un pericolo, né per sé né per gli altri. Visto il comportamento del giovanotto, è una rassicurazione che lascia il tempo che trova.
Infatti, come messaggi tranquillizzanti, aveva prima preso a calci, in tarda serata, la porta di casa dei genitori della ragazza già traumatizzata da quanto successole nei giorni appena precedenti; e in seguito aveva preso a pugni e sfasciato lo sportello in legno della nicchia che racchiude il contatore della luce scale e dell'autoclave; con un pugno aveva sfasciato l'interruttore della luce delle scale facendone saltare la mascherina, che aveva poi calciato verso la porta di un locale.
Nei due mesi precedenti aveva cambiato posto di lavoro tre volte: nel primo era durato un paio di settimane, nel secondo tre giorni, nell'ultimo una settimana. A detta della madre, posti lasciati per incompatibilità ambientale con i sistemi lavorativi proposti.

Aprile è passato, maggio si dice sia il  mese degli asini (ma non ne so il perché), speriamo sia il mese buono per entrare in un periodo di antica, quasi dimenticata, pace in terra. 
Perlomeno in questa mia povera terra.

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