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Una storia calabrese (sesta parte)

Eravamo rimasti al 1° luglio, con l'intervento del geometra terzo che era venuto a chiedere la copia del documento d'identità della subentrante nella titolarità della domanda di condono. In quell'occasione questi si era fatto sfuggire di avere in programma lo scarico dei documenti dell'alloggio nella piattaforma dedicata del Comune. Confidenza, forse non voluta, che aveva suscitato le domande riportate nel post precedente. Per tutta l'estate silenzio assoluto, quel silenzio che finisce per abbruttire chi lo subisce. Il 17 di settembre avevo inviato, stavolta via Pec,  una seconda lettera al Sindaco, ripetendogli tutta la cronistoria già inviata il 4 di maggio, rimasta inevasa. L'avevo aggiornata con la novità di quanto appreso il 1° luglio, comprese le domande che erano insorte a seguito della 'confidenza' del tecnico. L'unica risposta ottenuta: dall'ufficio protocollo la presa in carico della missiva. Dal Sindaco, o da chi per esso, nulla. L...

Passata la festa...

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  E un altro se n'è andato... Adelante, Pedro, con juicio!

Eh, sì...

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Pietre nello stagno

  «Il busto del Duce non lo butterò mai, è un regalo di mio padre» . Ignazio La Russa, presidente del Senato (08/02/2023). « Serve anche una riforma del Csm (Consiglio superiore della magistratura), che «prevede di spezzare le reni al correntismo cancerogeno per evitare la procedura delle affiliazioni a quella o a quell’altra corrente». Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia (04/12/2023). « …omosessuali non si nasce, qualora ci fosse uno scienziato, un genetista, un ricercatore che trovasse questo genoma, beh, potremmo cambiare idea. Ma ad oggi questo non è avvenuto, quindi se non c’è il genoma dell’omosessualità cos’è che comporterebbe la nascita in qualità di omosessuale? Qualcuno me lo spieghi, perché se la scienza riesce a spiegarmelo allora ci potrei ripensare». Roberto Vannacci, europarlamentare e vicesegretario della Lega (14/05/2024). « Ne ho le palle piene di immigrati che sbarcano in Italia e poi vanno in giro a fare i comodi loro» . Matteo Salvini, segretari...

"Non serve nascondersi" di Marco Proietti Mancini

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Il commento su questo libro ha un inizio un po' travagliato. Preso, con tutte le buone intenzioni di sciropparmelo sperando in un testo piacevole, già la lettura dei primi capoversi del primo capitolo, quello che avevo creduto fosse una specie di  incipit al resto,   mi aveva invogliato a bloccarne il proseguimento, accartocciando le pagine virtuali e mettendole in lista d'attesa per il caminetto invernale, questo non virtuale. Quello stesso incipit che ho proposto nel post precedente, senza alcuna presentazione o commento da parte mia, con l'intento di vedere se avrebbe provocato lo stesso impatto irritante che aveva suscitato in me. Ma un lettore appassionato, se anche trova una pillola amara, la ingoia, mettendo in conto di mettere all'Indice il farmacista che gliel'ha propinata. Sono arrivato fino alla fine del capitolo per darmi dello stupido, vecchio e rincoglionito. Il fatto è che di questo Autore conoscevo i suoi scritti su Facebook, e mi era sembrata una pe...

Maledetti!

Arrivano su barche vecchie e sporche, sono già sporche prima che ci salgano sopra, ma dopo che le hanno usate loro per arrivare fino a qui diventano peggio di porcili. Si ammassano come le bestie, ammucchiati, stipati dalle stive ai ponti, disposti a tutto pur di arrivare. È inconcepibile… bambini, vecchi, donne incinte… ma che cosa vengono a fare qui? Cosa si aspettano di trovare che non potrebbero avere a casa loro? A noi tocca lo stesso accoglierli e spendere soldi, curarli e nutrirli: fare tutto quello che serve per occuparci di loro. Scappano da casa loro perché si lamentano di starci male, ma poi quando arrivano qui e noi invece di cacciarli via ci occupiamo di loro, allora si lamentano perché facciamo loro domande, perché non li trattiamo bene, perché non capiscono la nostra lingua. Come se fossimo noi a doverci preoccupare di parlare la loro lingua! Come se fossimo noi ad averli invitati a venire! Si lamentano che devono aspettare troppo tempo sull’isola, che le stanze dove li ...

"Giuè", di Antonella Perrotta

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Se il titolo di questo romanzo fosse stato, per dire, "Giosuè", manco lo avrei iniziato a leggere.   Del Giosuè biblico so quel poco che basta per non passare da ignorante (in senso lato, ignorante del soggetto): erede di Mosè, al contrario del suo mentore che per passare alla storia ne aveva combinate di cotte e di crude, costui è ricordato per aver fermato il sole nel suo calare quotidiano, fatto che gli avrebbe consentito di terminare la strage dei suoi nemici del momento. Pare che Giosuè in ebraico significhi "Dio salva", e sicuramente da Lui fu salvato, addirittura andando oltre, visto che questo Giosuè è ricordato più per l'eliminazione fisica dei nemici (di Dio, ovviamente) che per altre opere più meritorie. Sono passati migliaia di anni, ma il concetto delle stragi in nome di Dio, nel corso dei secoli e tutt'oggi, non è cambiato. Non per niente, questo Giosuè risulta essere Santo per l'altrettanto Santa Romana Chiesa. L'altro Giosuè non potev...