Una storia calabrese (terza parte)

Come detto, ridendo e imprecando, il racconto del viaggio che portava alla concessione edilizia era arrivato all'anno 2013. Avevo ricevuto la copia della richiesta (citante le leggi, i decreti e gli articoli specifici, sulla base della mia domanda del 1956) di quantificazione del danno ambientale rivolta alla Regione.
Il tecnico che me l'aveva consegnata aveva tirato un sospiro di sollievo, assicurandomi che in un paio di mesi, massimo un anno, sarebbe arrivato il riscontro, avrei pagato la penale e finalmente la concessione sarebbe stata mia.

La bambina, nata nel '92, ha potuto frequentare la scuola materna, l'elementare, la media, il liceo, l'università... si è laureata, ha frequentato un master di specializzazione in Spagna, dopo tirocini in varie ditte si è fatta una sua partita Iva, si è affermata, è diventata completamente autonoma... 
Per dire che acqua sotto i ponti ne è passata, ma della concessione edilizia nessuna traccia.

Nel frattempo mia moglie era morta, io sto invecchiando, le stagioni non sono più quelle di una volta, muoiono i papi, cambiano i governi, si vive e si muore; la Terra, nonostante tutto e non si sa fino a quando, continua a girare intorno al Sole, siamo a un passo da Marte, il mondo si pasce di guerre e carestie e cambiamenti climatici... e io sono ancora in attesa della concessione edilizia.

A metà di quest'ultimo tratto di strada avevo telefonato all'Ufficio Tecnico del Comune (per l'incontro vis-à-vis bisognava prenotare, e l'onore non era concesso a tutti) per chiedere un intervento di 'sollecito' alla Regione. Non era possibile, non era previsto dai protocolli.
Avevo mandato una Pec alla Regione, in cui oltre a chiedere notizie della pratica, comunicavo il decesso di mia moglie (testataria con me della richiesta del 1986) e i dati dell'erede designata, nella persona della sorella. Mi dicono che la Pec abbia lo stesso valore della vecchia raccomandata... ma anche alle raccomandate non sempre è obbligatorio rispondere o quantomeno dare il riscontro di ricevuto. Nel mio caso era valso il "non sempre"...
Il Comune non poteva, la Regione non rispondeva, il tecnico mi rassicurava...

Succede che, finite le imprecazioni e senza alcun motivo per ridere, mi era venuta in mente la celebre frase del mugnaio di Sans Souci ("ci sarà pure un giudice a Berlino...") che, privato dell'acqua per il suo mulino a causa di una deviazione messa in atto da un barone prepotente, ridotto in miseria, con tutte le sue suppliche respinte da giudici corrotti, si era posto questa domanda che era di speranza in qualcuno superiore che gli avrebbe dato giustizia. Si era rivolto direttamente a Federico il Grande, della Prussia sovrano, che gli aveva dato ragione ordinando il ripristino del corso d'acqua verso il mulino e la punizione dei giudici corrotti. 
Nella scelta se ricorrere a un legale o tentare l'impossibile, mi ero affidato alla seconda ipotesi.
Pensato? Fatto! 

Il 16 febbraio u.s., domenica pomeriggio, avevo messo nero su bianco un paio di pagine formato A4, nelle quali ero riuscito a sintetizzare quanto fino qui raccontato, in calce avevo firmato e inserito tutti i miei recapiti, di casa, di posta elettronica e di cellulare. Lo avevo inviato via semplice email a un destinatario genericamente indicato come Presidente della Regione Calabria. Inviata in tarda serata, facile immaginare con quale prospettiva: il cestino. Avevo allegato la copia della richiesta del 2013 e la copia della Pec per il cambio di intestazione.
Avevo il caminetto acceso, avessi stampato le due paginette e le avessi gettate nel fuoco avrei avuto più speranza che il fumo salendo al cielo desse retta al mio grido di dolore.

Invece...

Lunedì 17 febbraio: mattinata tranquilla, lavoretti in giardino; non mi porto il cellulare appresso, se alcuno conosciuto chiamasse, o lo/la richiamo o richiama lui/lei. A causa degli scocciatori ho messo il filtro chiamate, per cui quelle da sconosciuti danno un breve trillo e non passano. Al rientro mi ero trovato una dozzina di chiamate bloccate, tutte dallo stesso numero, tutte fatte nel giro di una ventina di minuti, troppe per essere da un gestore in cerca di polli. 
Avevo chiamato, già predisposto a dare una risposta seccata nel caso che... 
"Pronto, parlo col signor Pietro? Chiamo dalla Regione in merito alla sua richiesta sul danno ambientale. Purtroppo alla sua pratica mancavano gli allegati, per cui era bloccata. Ho già contattato l'Ufficio Tecnico del Comune e ce li mandano subito. Lei dovrebbe farci avere al più presto la copia della dichiarazione di successione e la pratica potrà andare in Commissione mercoledì per la firma del decreto".
Il telefonista era l'ultimo anello a completare una mattinata che in Regione non sarà facilmente dimenticata. La mia lettera (scritta "a fondo perduto") aveva mandato su tutte le furie il Presidente, che aveva movimentato tutti gli Uffici interessati. Alle 10 del mattino era partita una mail dalla sua segreteria con la richiesta specifica di "intervento urgente", indirizzata agli Uffici interessati, che aveva messo in subbuglio tutto l'apparato.
 
Da quella mattina tutto era andato in voga a tamburo battente. 
Il 18 mattina avevo fatto avere la dichiarazione di successione e l'ufficio tecnico del Comune aveva inviato gli allegati prima mai allegati.
Il 19 il fascicolo era andato in Commissione, firmato il decreto.
Il 20, verso le 9 del mattino una mail mi aveva comunicato il quantum da versare, un'ora dopo avevo fatto il versamento, copia della ricevuta inviata via Pec.
Il 21, alle 9,05 era arrivato il tanto atteso documento di "chiusura del procedimento", a me via email e al Comune via Pec.

Il mio tecnico: vedrai che con la strizza dalla Regione, tempo qualche giorno e la concessione ti arriva a casa. Sono passati due mesi pieni e questa strizza mi sembra tanto sia stata solo una carezza sulle guance. Per un Ufficio Tecnico credo siano il minimo per il disbrigo di una pratica... Solo che prima di quei 72 giorni ci sono 39 anni di nebbia, imputabile sia al Comune che alla Regione, con pari responsabilià.

La richiesta priva di allegati da parte del Comune, il ricevimento della richiesta priva degli allegati senza premurarsi di richiederli, il mancato riscontro alla Pec di sollecito... credo siano motivi sufficienti di vergogna generale per tutti coloro che (chi colposamente e chi colpevolmente) si sono resi corresponsabili di una vicenda che alla fin dell'avventura finirà per avere un qualcosa di ridicolo nella sua drammaticità.
 
Una tragicommedia, appunto, purtroppo ancora in corso...

Che mi costringe a rinviare a una quarta parte l'epilogo, visto che non conosco il tempo che manca alla fine. 

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