Quando la follia è affatto poesia

Per allentare le tensioni niente di meglio che una innocua barzelletta. Divisa in due possibilità di lettura.

Prima parte:

Fermata di un autobus, un folto gruppo di persone, c'è chi fuma, c'è chi sgranocchia, c'è chi legge il giornale, c'è chi digita sul tablet, c'è chi ascolta musica in cuffia, c'è chi sussurra al cellulare, c'è chi guarda in continuazione se il dannato bus arriva o meno...
Un po' separate, ci sono altre persone che, almeno apparentemente, si ignorano tra di loro, proprio come quelle del gruppo precedente.
All'improvviso, una di queste, un tipo robusto e con un'aria apertamente prepotente, batte un cinque affatto amichevole in faccia al suo vicino, una sventola che lo fa traballare e quasi cadere a terra.
Al colpito viene spontaneo gridare: 
"Ma lei è pazzo!".
Il tizio robusto e con un'aria apertamente prepotente ribatte: 
"Sì, e allora?".
Il gruppo di persone guidate dalla guida si precipita in soccorso al colpito, cercando invano di bloccare l'aggressore, visto che questo continua imperterrito a menare schiaffoni in faccia al derelitto.
Qualcuno chiama il 112 chiedendo l'intervento urgente della Croce Verde (ente apposito per gli interventi di sapore psichiatrico). Purtroppo questa risulta soppressa poiché direttamente collegata alla chiusura dei ricoveri per malati mentali. 
Fine prima parte.

Seconda parte: 

La location non è più la fermata di un autobus, ma una piazza, un grande slargo con un nome strano, incomprensibile ai più, Мир на площі Землі. 
Una piazza affollata, con gruppi e gruppetti che se la cantano e suonano ciascuno a modo proprio, con lingue diverse, una specie di Babele nel XXI secolo, che per capirsi tra loro avevano da tempo deciso di usare negli scambi orali la lingua dell'unico Paese non facente parte del gruppo ufficiale dei presenti, l'inglese.
Così il nome della piazza era stato tradotto in lingua inglese, rendendolo leggibile a tutti: Place on Earth Square, Piazza-Pace-in-Terra.
Che, in fondo definiva la situazione, perlomeno apparente, che regnava in quel tempo su tutta quella piazza.
Pace interrotta da un tizio, robusto e con un'aria apertamente prepotente, che all'improvviso batte un cinque affatto amichevole in faccia al suo vicino, una sventola che lo fa traballare e quasi cadere a terra.
Al colpito viene spontaneo gridare: 
"Ma lei è pazzo!".
Il tizio, robusto e con un'aria apertamente prepotente, ribatte: 
"Sì, e allora?".

Cambia lo scenario, non è più una piazza ma una cartina geografica, con i Paesi distinti da colori per una loro più agevole individuazione. In seguito allo schiaffone che il tizio robusto e con un'aria apertamente prepotente ha appioppato al suo vicino, i diti (licenza poetica) scorrono sulla cartina alla ricerca del Paese colpito, ché l'altro, vuoi per la sua estensione vuoi per la sua Storia, era già ben localizzabile.
Geograficamente, sia il Paese colpito che quello colpente, fanno parte di una entità genericamente definita Europa. Che, a sua volta, si divide in tre tranci: quella composta da più Paesi aggregatisi nel tempo, detta Unione Europea (UE); quella più orientale detta Federazione Russa, semplificato in Russia; e quella centrale che, detta in termini culinari, non sarebbe né carne né pesce. Infatti si sente in parte europea e in parte russa. 
Di questa fa parte una regione detta Ucraina.
Riepilogare i fatti nudi e crudi sarebbe pleonastico. Tutti sanno, e sappiamo, come sono andati. Allo schiaffone russo (proditorio quanto basta a richiamare gli antichi ricordi di un drammatico 1° settembre  1939), appioppato il 24 febbraio 2022 all'Ucraina l'UE ha risposto come poteva, sostenendo le ragioni dello schiaffeggiato e fornendo a questo gli aiuti materiali che la reazione al vile attacco richiedevano.
Sulla megalomania del capo degli aggressori non ci nevica, il fatto che sia unanimemente definito pazzo neanche ci piove... e il fatto che costui rigiri la frittata dichiarando di essere lui l'aggredito è conferma di una sanità mentale latente.

Allo scadere dei tre anni di guerra guerreggiata, alcune cose sono cambiate. In particolare è cambiata un'Amministrazione che fino a pochi mesi fa sosteneva i diritti ucraini quasi a spada tratta, creando di fatto una coalizione in grado di frenare eventuali eccessi di pazzia di quello che fino ad allora era unico detentore del titolo.
La nuova Amministrazione statunitense ha da subito chiarito i suoi propositi per giungere a una pace immediata tra i due contendenti: sedersi a un tavolo di trattativa con la Russia e letteralmente spartirsi quello che resta di un Paese distrutto, ma tuttora interessante per la presenza di terre rare, che fanno gola all'uno e all'altro. Con l'Ucraina terra di conquista, militare da una parte ed economica dall'altra.
Tra i due vincitori sta un'Europa improvvisamente più vecchia di quanto già non fosse, derelitta, decrepita, tradita e schiaffeggiata da mano amica, ridicolizzata da oriente e da occidente.

Ci si ritrova a quella fermata di autobus, o in quella piazza dal nome strano, o sulla cartina geografica. Al primo pazzo se n'è aggiunto un altro.
Anche il secondo protagonista, che, oltre ad essere un tipo robusto e con un'aria apertamente prepotente è pure atletico, batte un cinque affatto amichevole in faccia ai suoi ex alleati e anche a lui il rilievo della sua condizione viene spontaneo: 
"Ma lei è pazzo!". 
E la risposta è altrettanto scontata: 
"Sì, e allora?".

Già: e allora? 

Epilogo della seconda parte della "barzelletta".

Il pazzo numero uno chiede: l'acquisizione definitiva dei territori occupati in questa guerra e nella precedente del 2014; accetterebbe l'adesione ucraina all'Unione Europea ma non la sua entrata nella Nato. Fatto questo che, nella non improbabile nuova invasione della restante Ucraina, costringerebbe alla scesa in campo di tutti gli altri Paesi aderenti al Trattato atlantico di difesa reciproca.

Il pazzo numero due (tra l'altro ben supportato da un bel gruppo di altrettanto alienati) vuole l'immediata cessazione delle ostilità, chiedendo come mancia della sua intermediazione lo sfruttamento esclusivo delle (genericamente dette) terre rare di cui l'Ucraina è  particolarmente ricca. Pare sia d'accordo sull'Ucraina in UE ma non nella Nato, da cui, anzi, sta cercando di sganciarsi. 
Ufficialmente per arricchire il suo popolo, ufficiosamente, ma neanche tanto, per aggiungere ricchezza a ricchezza per un nutrito gruppo di miliardari che a suo tempo hanno sostenuto il suo ritorno alla Casa Bianca, sta facendo terra bruciata intorno all'impero appena conquistato, e nei primi mesi di regno ha deciso iniziative destinate a tagliare le gambe a tutti gli ormai ex alleati, aprendo di fatto una guerra economica che non ha precedenti nella Storia dei rapporti tra Stati amici.

L'Unione Europea (quella che grida invano siete pazzi!) resta col cerino acceso in mano, senza nessuno a cui passarlo. Si ritroverà a dover accettare l'entrata nell'Unione di una Ucraina distrutta, con l'obbligo di concorrere alla sua ricostruzione con tutti i mezzi disponibili, tra l'altro parecchio limitati dopo i tre anni di sostegno militare alla stessa.
Vecchia invecchiata, senza neanche una RSA disponibile ad ospitarla nel suo solitario crepuscolo.


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