venerdì 27 gennaio 2023

Da cosa nasce cosa...

Questo post è una forma di ritorsione verso un tipo di censura che non ha senso. A causa delle tette in copertina, Facebook aveva bloccato la diffusione sia dell'immagine che delle recensioni a questo libro. In un social che consente di tutto, che dà spazio a ogni categoria di intromissioni, che facilita discussioni che spesso finiscono in lite, con insulti e offese che alla fine lo rendono antipatico. Pubblica, giustamente, le opere d'arte, scultoree e pittoriche, che sovente non lasciano spazio alla fantasia; e nelle più note le mammelle, i deretani, talvolta i peni si sprecano, senza che a nessuno venga in mente di imbragarli. La censura verso questa copertina ha dell'inverosimile, dell'impossibile da capire, per questo propongo qui sia questa che la recensione dell'Ansa, riprese all'uscita del testo.
Non l'ho ancora letto, per cui non ne posso dare un giudizio personale, ma già il fatto di essere stato censurato me lo rende appetibile. Questo post vuole essere un dito medio rizzato in risposta a una messa all'Indice palesemente stupida.



   È in libreria la raccolta composta da ballate e poesie della scrittrice siciliana Margherita Ingoglia, che racconta la donna nel tempo e nei suoi percorsi storici e personali.

   La donna in rapporto con il proprio corpo, con la maternità, la sterilità, la fecondazione assistita. La donna in relazione al maschile - che è in sé e fuori da sé - con il quale deve condividere se stessa e le relazioni sociali.

   Sono i corpi, i protagonisti del libro: "maschili, femminili, singolari o plurali" e inquieti, che non si riconoscono nelle categorie sessuali prescritte e convenzionali, non sanno in quale forma esistere e, per questo, si avvertono estranei.

   Con una sottile ironia, Margherita Ingoglia ripercorre un sentimento femminile, storico e contemporaneo, costretto a fare i conti con una genesi millenaria che l'ha vista antagonista di un maschile che ne ha alterato l'immagine e la morfologia di donna libera, impedendole di essere.

   "Io sono" è infatti la voce che permea l'intero testo poetico, prima e singolare, di un tempo però coniugato non solo al presente; l'eco dell'io sono - come imperativo di esistenza - si dirama nell'intera raccolta poetica, battezzata dalla prefazione dello scrittore e traduttore bolognese, Ariase Barretta e della scrittrice e studiosa catanese, Marinella Fiume.

   Le "disturbanti ", come suggerisce il titolo dell'opera, inclini alla 'malagrazia' sono voci di donne che nel tempo hanno saputo ribellarsi a certi diktat barbari, violenti e arcaici, tuttavia non ci si può non chiedere in quale modo la libertà senza catene conquistata a forza dalle donne sia una realtà concreta: la donna è veramente libera o ancora risente di certe catene patriarcali e immorali, legati alla tradizione e all'onore? 

Margherita Ingoglia vive a Palermo, dove insegna nelle scuole secondarie superiori. Giornalista pubblicista, ha pubblicato due raccolte di poesie: Aldebaran (2006) e …e il corpo fu oltraggio! (2013). (ANSA).

In copertina: Sappho di Auguste Charles Mengin, 1887.

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